I risultati elettorali disegnano la ri-polarizzazione tra centrodestra e centrosinistra mandando il movimento cinque stelle in posizioni marginali
di Vincenzo Pino
Al primo turno il centrosinistra ha conquistato sei comuni capoluogo: Firenze, Bari, Modena, Lecce, Urbino e Bergamo. Sono tutte riconferme di amministrazioni uscenti, mentre il centrodestra ne fa sue cinque di cui due confermate (Pesaro e Cremona) e tre invece conquistate al centrosinistra: Pavia, Pescara e Vibo Valentia.
Nessuno dei pentastellati va al ballottaggio. Il risultato migliore degli stessi va a Campobasso con quasi il 23% ed il terzo posto mentre nelle due amministrazioni uscenti a guida M5S, Livorno ed Avellino, il candidato sindaco si colloca sempre al terzo posto con il 15% dei voti.
Nelle sedici amministrazioni che andranno al ballottaggio, nove vedono in vantaggio il centrodestra e sette il centrosinistra. (Qui lo speciale di Repubblica sul voto amministrativo del 2019)
Una discreta tenuta del centrosinistra che se da un lato vede ridimensionato il numero dei comuni che amministra dall’altra si conferma. Specialmente in territori del Mezzogiorno in cui nelle elezioni politiche dell’anno scorso e delle stesse Europee era uscito sconfitto.
Penso alla Puglia in cui il Pd è il terzo partito alle Europee dopo Cinque Stelle e Lega, eppure vince due comuni capoluogo al primo turno. Con numeri che sono entusiasmanti a Bari con oltre il 66% dei voti (foto di copertina, dirante una festa non elettorale).
E con una specificità a Lecce, dove alle politiche del marzo 2018 in quell’area si era realizzata al seguito del movimento No Tap un successo di proporzioni eccezionali dei pentastellati che aveva superato il 60%.
Lo stesso potrebbe dirsi in Campania dove il M5S alle Europee è di gran lunga il primo partito col 33,8%, seguito dalla Lega, ma perde l’unica amministrazione che governava in regione, quella di Avellino. Per la quale il ballottaggio riguarderà due schieramenti che afferiscono entrambi al centro sinistra.
Questo è il dato politico più interessante della tornata politica di domenica: la riconferma dell’incapacità di governo del movimento cinque stelle che se sulle grandi questioni ideologiche e divisive (No Tav, No Vax, onestà usata come clava contro gli altri) ha costruito il proprio successo, quando è chiamata a governare dimostra tutta la sua pochezza ed incapacità. A partire dal governo nazionale per finire alle comunità locali.
Le percentuali che raggiungono i candidati sindaci cinque stelle, vedono ridursi dei due terzi, se non oltre, i consensi ottenuti per le politiche e per le stesse Europee, come i casi di Bari e Lecce dimostrano con evidenza.
La cultura della responsabilità e del fare manca completamente nella formazione di questo schieramento che è destinato ad un ulteriore ridimensionamento dopo questo voto amministrativo.
Un voto amministrativo che conferma il recupero del centrodestra, ma non certo un’ascesa travolgente come poteva far pensare il voto alle Europee. Indubbia anche la tenuta del centro sinistra che sul piano del governo locale più prossimo alla comunità è in grado di offrire risposte.
E questa riflessione conferma quanto ipotizzato sul fatto che le maggiori difficoltà il centrosinistra le incontra, oltre che nelle periferie di alcune grandi città, nei piccoli e medi centri dove il gap di accesso ai servizi di trasporto, alla sanità ed alla formazione si fa sentire più fortemente. Ma alle europee, i risultati di Roma e Milano europee dimostrano marcate tendenze di centrosinistra anche nelle maggiori città metropolitane.
In copertina, il sindaco di Bari Antonio Decaro a una manifestazione culturale in centro città.