di Gabriele Bonafede
È mai possibile? È possibile ridurre la politica della quinta città d’Italia ai problemi di un canile municipale? È possibile che siamo arrivati alla politica del canile?
A Palermo sembra proprio di sì. Soprattutto per i cinque stelle, locali e nazionali. Nella loro campagna elettorale i problemi del canile di Palermo sembrano sovrastare tutti gli altri. Forse intimoriti delle possibili sfuriate di Kapobeppe, non si azzardano a dire molto altro. E nulla di veramente importante.
Forse spaventati di ricevere espulsioni, debitamente firmate e controfirmate, non osano programmare alcunché su temi basilari per l’amministrazione: trasporti, occupazione, infrastrutture, lotta alla mafia, famiglie senza casa… Niente di tutto questo. E niente di fondamentale, o almeno di grande respiro. Eppure la materia prima non mancherebbe, visto che Palermo è una delle città più problematiche d’Italia e d’Europa.
Nella pagina Facebook dei Cinque stelle di Palermo, luogo accessibile a tutti (anche a quelli che non ne vogliono sapere del movimento), ci sono un paio di bei video di propaganda. Fatti benissimo. Stupendi. Con il candidato pentastellato a sindaco, Ugo Forello, che circola per le strade di Palermo. Seguito da un codazzo di persone che fotografano e comparse giornalistiche, conversa amabilmente con commercianti. Sorride e dialoga con persone comuni, “cittadini”, giovani di belle speranze e anziani forse con la pensione ridotta.
Solo che non c’è l’audio di quello che dice. Il video non dice nulla, nemmeno una cosa veramente concreta. Si sente soltanto una bella canzoncina. Anzi, nemmeno: solo musica strumentale. Tranne in alcuni secondi, dove Forello e alcuni cittadini scambiano due parole da caffè. Ma proprio due: “Buongiorno e buonasera” e poco più.
Per dirla alla Montalbano: ma che cabasiso vuol dire sta cosa?
Invece, il post più seguito, con le solite indignazioni da web pentastellato, è quello che fa dei problemi annosi del canile di Palermo il tema principale della campagna elettorale.
Se ne deduce che, se eletto, il sindaco pentastellato scodinzolerà all’interno di Palazzo delle Aquile alla ricerca di una soluzione fondamentale per la città di Palermo e i suoi 700mila abitanti: trovare un posto dignitoso per 110 cani. Encomio.
La sua elezione sarebbe una svolta epocale: i palermitani potranno godere di un canile grandioso per i propri cani abbandonati. Non ci sarà più bisogno di adottarli, tanto staranno bene. E forse, non ci sarà più “il rompicoglioni dei cani” che urla in Via Ruggero VII. E magari Forello troverà una soluzione anche per liberarci civilmente dal tizio che rompe i timpani con il suo piffero infernale. Ma qui, solo i palermitani e i turisti possono capire l’enigma.
Poverini, i cani. Che, ignari e privi di parola, non possono nemmeno protestare per essere stati utilizzati, senza il loro consenso, quali strumenti di campagna elettorale.