di Gabriele Bonafede
Emercency, l’associazione fondata da Gino Strada, per festeggiare i venti anni di attività ha prodotto uno spettacolo teatrale: “Stupidorisiko. Una geografia di guerra”, testo e regia di Patrizia Pasqui, interpretato da Mario Spallino, sulla “geografia della guerra”. “Poiché oggi non si studiano più solo fiumi, montagne, laghi, ma le linee di confine, oggetto di continui scontri tra popoli”, comunicano autori e organizzatori.
Lo spettacolo di Emergency arriva a Palermo e sarà in scena sabato 21 gennaio alle ore 21 e domenica 22 gennaio alle ore 20 al Piccolo Teatro Patafisico di Palermo (via Gaetano La Loggia 5).
Non ho visto lo spettacolo ma promette per lo meno un grande effetto di divulgazione e riflessione. Non solo perché Emergency ha una storia nota di fermo impegno contro la guerra, ma anche perché le ultime evoluzioni politiche mondiali pongono drammatici quesiti sull’argomento. Con Trump da un lato e Putin dall’altro in molti ci siamo chiesti, vista la loro aggressiva retorica da prima metà del Novecento, quanto si siano estesi i pericoli per la pace mondiale già così martoriata.
Il 2016 si è concluso molto male, con la Guernica del XXI secolo: Aleppo. E ha portato l’estendersi e l’intensificarsi d’innumerevoli e raccapriccianti guerre. Che hanno provocato centinaia di migliaia di morti e milioni di profughi ai quali gran parte del mondo ha voltato le spalle o, peggio, li usati come piattaforma politica dell’orribile: per giustificare ascese al potere dettate dall’odio per chi è di altro origine e colore, oppure dettate dalla colpevole indifferenza persino per chi soffre.
Drammatico e pienamente da sottoscrivere, è stato il comunicato di Emergency a chiusura di un anno mostruoso come il 2016 e pubblicato il 20 dicembre:
“Sta per chiudersi un anno terribile. I morti di Berlino, Bruxelles, Istanbul, Nizza si sono aggiunti al disgraziato elenco di vittime degli ultimi quindici anni di guerra.”
“Non troppo distanti da noi, gli abitanti di Aleppo – prosegue il comunicato – sono sotto assedio da mesi, i bambini muoiono di fame. A Mosul si sta consumando un altro massacro di uomini, donne e bambini. In Iraq come in Yemen, l’orrore è all’ordine del giorno. In Afghanistan si combatte sul 90% del territorio, le vittime aumentano al punto che nei nostri ospedali ogni giorno c’è un’emergenza, un ferito su tre, tra i nostri ricoverati, è un bambino. 60 milioni di persone nel mondo sono in fuga e cercano rifugio dalle violenze e dalla povertà, sono troppi anche quest’anno quelli che, invece, hanno trovato la morte.”
“Davanti a questa spirale di dolore, paura e violenza, che sembra senza uscita” dichiara Cecilia Strada “Emergency non può che rinnovare l’impegno di sempre: prendersi cura delle vittime, praticare diritti che sono un antidoto alla violenza, lavorare per spazzare la guerra fuori dalle nostre vite. Cancellare la guerra dalla storia non è un’utopia, ma è l’unica possibilità che ci rimane”.
Un contesto che aumenta di drammaticità già all’inizio del 2017, con ulteriori segnali di violenza portata all’estremo in Siria come in Turchia, in Yemen come in Afghanistan. Allora è anche il teatro che può rimettere al centro la ricerca della pace. Così è presentato lo spettacolo nello specifico. “Stupidorisiko. Una geografia di Guerra è una critica ragionata e ironica della guerra e delle sue conseguenze. Il racconto, partendo dalla Prima Guerra Mondiale e passando per la tragedia della Seconda Guerra Mondiale, arriva fino alle guerre dei giorni nostri. Episodi storicamente documentati e rappresentativi della guerra si susseguono in modo cronologico e sono intervallati dalla storia di un marine, che parla toscano e che rappresenta il soldato di oggi.”
Il marine parla toscano, ma forse potrebbe essere anche un soldato russo, cinese o nordcoreano che parla ciociaro, piemontese o siciliano. Il fondamento dell’impegno di Emergency è infatti sul valore della pace “Io non sono pacifista, sono contro la guerra”, avrebbe dichiarato in una nota frase a effetto, lo stesso Gino Strada.
Ovvero, e se interpretiamo bene, le bombe e la guerra sono la stupidità, la follia, il vero crimine. E sono anche esse terrorismo. In un mondo che accetta come “ineluttabili” le piogge di bombe a grappolo su Aleppo purché siano lanciate dalle forze armate di un Putin, un Gheddafi o un Assad, la scelta di proporre uno spettacolo che denunci tutte le guerre non è solo coraggiosa, ma da condividere. Perché ormai il pericolo non è più pericolo, è realtà conclamata: gran parte dell’umanità si è assuefatta alla violenza. Come era successo negli anni precedenti e successivi alla Prima Guerra Mondiale. Generandone la Seconda dopo essersi autodistrutto con la Prima.
La Terza, sarebbe l’ultima dell’umanità che si estinguerebbe nell’orripilante apocalisse nucleare. Ce lo diciamo sommessamente, quale tabù. Ma il rischio d’estinzione dell’umanità non è mai stato così grande.
A volte, e scusate l’ovvietà, solo il teatro e l’arte possono svegliare dal torpore e dal fatalismo di una società talmente incancrenita da accettare ancora il mezzo bellico per risolvere questioni politiche, dopo le immani tragedie dei secoli XX e XXI.
Una società che finisce per accettare la guerra e la violenza come se fosse una cosa normale non può che andare verso la catastrofe. Eppure oggi fioriscono vaneggianti elucubrazioni della “geopolitica” intesa come giustificazione dell’orrore. Anche per questo lo spettacolo promette di aprire gli occhi: dalla descrizione degli organizzatori e fin dal titolo è esattamente una critica allo stupido “risiko” della cosiddetta “geopolitica” contemporanea.
Non a caso, la presentazione precisa: “Lo spettacolo vuole raccontare in forma semplice e chiara – e, perché no, anche ironica – alcuni aspetti e avvenimenti della guerra e della sua tragicità, che spesso sono dimenticati o ignorati. “Stupidorisiko. Una geografia di Guerra” è nato dall’idea di vedere la guerra sotto degli aspetti attraverso cui non è mai stata raccontata: quello della parte delle vittime e quello della stupidità della guerra. Il teatro diviene così strumento per valorizzare e divulgare il lavoro di Emergency e il suo impegno contro la guerra.”
La presentazione dello spettacolo si conclude con un capitolo di speranza. Che, oggi, è sempre più irrinunciabile:
“Da anni con Emergency diffondiamo l’idea che per creare la pace occorrono medici, medicine e giustizia, non la guerra. – spiega Patrizia Pasqui – In Stupidorisiko si ripercorre un secolo di guerre, partendo dal primo conflitto mondiale. Avvalendoci anche della consulenza di storici qualificati abbiamo creato un’opera artistica, utilizzando situazioni reali, pur con un contributo di immaginazione. Insieme all’attore Spallino, che è anche uno studioso di storia, abbiamo sintetizzato in un’ora di spettacolo il Novecento, non per semplificare gli eventi drammatici trattati, ma seguendo la linea temporale come accade nel programma scolastico, cercando però anche di fare sorridere gli spettatori. Il titolo mette insieme il gioco del Risiko in cui si conquistano territori nel mondo, appunto per gioco, e la stupidità che da sempre purtroppo governa le vicende umane.”
Se si lotta contro la guerra, o ciò che è lo stesso per la pace, è necessario lottare a 360 gradi. Ovvero, ricordando che tutte le bombe e tutte le guerre, di qualsiasi colore e di qualsiasi Paese, sono stupide oltre che orrende e sbagliate. Tutte. Siano esse provenienti dalle democrazie, siano esse provenienti dalle dittature. Con l’aggravante che per le dittature le guerre sono le loro orride figlie naturali. Mentre nelle democrazie abbiamo la molte più possibilità di divulgare una cultura di pace e di collaborazione, con l’arte o meno. Un dovere, più che una possibilità.
Lapalissiano. Ma forse solo il teatro può far capire, con l’arte, ciò che, pur essendo lapalissiano, non è ancora e tuttavia compreso dai più. Soprattutto oggi.
Foto di Gino strada nel Testo tratta da Wikipedia. Di Matteo Masolini – Gino Strada #3, CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=13499350