di Gabriele Bonafede
Un Matri rinato affonda il Palermo grazie anche alla spaventosa difesa rosanero. Con il 4-1 inflitto dal Sassuolo sono ormai 40 i gol incassati dalla squadra presieduta da Zamparini. Ennesima figuraccia, dunque, per un gruppo che pure aveva illuso passando in vantaggio con Quaison e giocando molto in attacco, per lo meno rispetto a prestazioni precedenti.
Se l’approccio è più offensivo, però, il reparto arretrato va troppo spesso in affanno e le occasioni fioccano per i nero-verdi emiliani. Una difesa che sembra di ricotta: al massimo va bene per un panino c’a meusa.
Un Palermo molto più nero che rosa, dunque. E che si conferma da esclamazione negativa, attestando l’andamento da incubo nella corrente stagione. Non bastano le strigliate di Corini che, oltretutto, potrebbe andar via presto, giungendo all’ennesimo cambio di allenatore alla corte di Zamparini. Una corte sempre più povera, isolata e assediata. La proposta di allontanamento per Eugenio Corini è fortemente contestata dai tifosi. Potrebbe portare a contestazioni ancora più profonde e clamorose, come alcune iniziative avvenute in settimana.
Le cose in casa rosanero vanno molto male fin dalla stagione scorsa, come ha detto lo stesso Corini nella scoppiettante conferenza stampa di una paio di giorni fa. Si tratta di un’analisi più volte ribadita dalla gran parte di tifosi e di addetti ai lavori, salvo qualche eccezione da testardi ottimisti. In pochi avevamo dato fiducia a questo organico, a patto di una crescita degli elementi-chiave. Dobbiamo ammettere di esserci sbagliati, e non da oggi.
I singoli, forse, diventeranno giocatori importanti altrove: Nestorovski, Quaison e Posavec su tutti. Ma l’alchimia positiva tra questi giovani non c’è, l’ambiente è troppo depresso, i nervosismi e le giravolte del presidente non aiutano, il giocattolo si è rotto da tempo. E tanto altro.
Debole e salvo solo all’ultima di campionato, il Palermo della scorsa stagione è stato evidentemente indebolito con l’allontanamento di giocatori d’esperienza e l’ingaggio di giovani di belle speranze al loro posto. Speranze che sono rimaste tali, tranne alcune fiammate e una bella realtà quale è Nestorovski. Anche oggi, il macedone ha fatto giocate da campione quando ce n’è stata l’opportunità. Il suo controllo e assist per il gol di Quaison è stato da incorniciare. Magra consolazione per un’altra partita da dimenticare.
Altri, come detto, stanno crescendo. Ma troppo lentamente. Due pedine importanti come Trajkovski e Rajkovic sono state troppo a lungo in infermeria. Altri ancora, come Gonzalez e Hiljemark, ma non solo, hanno deluso e sono ormai in rotta con la tifoseria.
Le delusioni sono molte, non solo per i risultati, ma soprattutto per una squadra che prende gol troppo facilmente e finisce per perdere a ciclo quasi continuo. E se s’imposta una partita in maniera più offensiva, arriva sì qualche occasione da gol in più, ma si rischia troppo e si raccolgono caterve di palloni nella propria rete.
Tra qualche giorno al Renzo Barbera ci sarà l’Inter di Pioli in ascesa e in grande forma. Si prospettano dolori. E questa sarà una settimana di passione per il calcio a Palermo.