di Gabriele Bonafede
Tra i piccoli-grandi teatri di Palermo, il Ditirammu si è da tempo ritagliato un posto fondamentale. Oltre a canti e memorie della tradizione popolare, con vera e propria poesia sul folklore siciliano, accoglie artisti soprattutto palermitani e sviluppa spesso tematiche ironiche e commedie che partono da storie di quotidiana follia palermitana: la “palermitanitudine”.
Una di queste è la caratteriale “Joséphine”, personaggio maniacale dell’attrice e regista di teatro Patrizia D’Antona. Molto snob, nata a Marsiglia, Joséphine esprime il suo mondo con un pronunciato accento palermo-francese, a erre moscia iperbolica, e si lascia andare facilmente a considerazioni private con il pubblico: “Con la meno pausa c’è una nuova vita. Certo siamo tristi perché gli ormoni sono partiti ma è meglio che non tornino più”.
Nonostante non sia più giovanissima, Joséphine dialoga con la nonna e con un curioso zotico pugliese che ne accende lo snobismo più efferato.
Il 19 dicembre alle 21.00 è un’occasione per vedere “Joséphine gli ormoni e la libertà” e per visitare il Teatro Ditirammu che nella presente stagione compie venti anni di attività per cui ha organizzato una serie di eventi e spettacoli particolari (il programma è consultabile su http://www.teatroditirammu.it/teatroditirammu/archives/1592) .
Il teatro si trova in pieno centro storico e non lontano dal mare, in Via Torremuzza, n. 6, accanto piazza Kalsa immerso in luoghi fortemente ispiratori nel panorama architettonico della città.
Così scrive la stessa D’Antona sul suo personaggio, conosciuto da molti a Palermo ma non da tutti:
“Non so quando Joséphine ha deciso di intervenire nella mia vita. Forse stava “lì” da un po’ e quando la situazione si è fatta complicata ha preso il sopravvento, per guidarmi nella impervie acque della menopausa, e in quelle ancor più oscure perché tristi, del nostro mondo contemporaneo.
Le sue considerazioni su noi donne, sempre in lotta contro l’inevitabile passare del tempo, trovano soluzioni “naif” ma non per questo meno efficaci per sorridere davanti alla fatica delle relazioni e, più in generale, a quella diffusa dell’esistere.”
“Josephine proclama le bellezze e i vantaggi della vita adulta, il progressivo abbandono delle preoccupazioni legate alla riuscita della vita materiale e alla scoperta dei piaceri dell’esistenza, “altri” da quelli che ci impone la costante tortura dei massmedia che offrono modelli dell’eterna giovinezza e ed efficienza sessuale.”
“Ma Josephine non è sola, due angeli guardiani ritmano la sua ricerca di libertà: la nonna Gerlandina, guida spirituale, che l’età avanzata spinge con accesa curiosità all’indagine sul “dopo” e Calloachiodo che rimane irriducibile di fronte al cambiamento e che la obbliga al richiamo della forza vitale, al legame con la terra.
Ogni età ha la sua “fa vo lo sa” ragione d’esistere e l’angelo dell’ironia può accompagnarci ad attraversarle tutte.”