di Gabriele Bonafede
Se non fosse vero si potrebbe pensare a una di quelle bufale che vediamo spesso in giro su internet. Una delle “tante”, secondo Grillo, per screditare il suo movimento a cinque stelle. E invece no, è proprio una notizia vera: apparsa nel suo stesso blog, con firma presumibilmente attendibile. Quella di Beppe Grillo in persona, virtuale, in carne, ossa, capelli e barba.
Propone un sistema da inquisizione medievale per stabilire se una notizia è vera o falsa. E cioè far stabilire la verità su una eventuale bufala a un gruppo di persone qualsiasi, indipendentemente dalla loro coscienza, conoscenza, preparazione su quella o questa cosa. Addirittura scelti “a sorte”. E con procedure che non sono ancora rese note, ovvero come quelle di Torquemada e altri inquisitori dei secoli passati.
Insomma, come nel medioevo. Quando per stabilire se la terra fosse piatta o rotonda, non lo si chiedeva a uno scienziato, che magari era pure perseguitato come stregone. Ma lo si chiedeva a chi non aveva studiato astronomia o geografia. O magari, lo si chiedeva a un inquisitore che, non solo non ne sapeva nulla, ma doveva anche rendere conto ai propri capi spesso proni a credere a tutto ciò che fosse in linea con le proprie, copiose, bufale.
Magari, nelle intenzioni di Grillo, il gruppo della sua inquisizione a cinque stelle per stabilire “la verità” dovrebbe essere scelto sulla sua piattaforma internet, con le sue regole speciose. Un po’ come quelle che vediamo nella scelta dei candidati a sindaco di Palermo, dove nessuno sa, come nell’inquisizione di Torquemada, quali sono i temi politici (o i capi d’accusa) e persino quanti sono i voti degli eletti al secondo turno.
Così. All’urbigna, come diciamo a Palermo: alla cieca.
Torna ahimè in mente, un grande film dei Monty Python, che solo pochi ragazzi di oggi conoscono: “Il Sacro Graal”. Ne propongo un pezzetto che è molto istruttivo per l’incredibile vicenda di oggi, in italiano. Ma siccome il doppiaggio non è un gran che, ne fornisco anche la versione in inglese con sottotitoli in francese. Sembra un’anticipazione del tribunale grillino sulle bufale.