di Pasquale Hamel
Molte commemorazioni, molti ricordi, molti rimpianti. Marco Pannella, un personaggio, se vogliamo, anomalo nella storia del nostro Paese, ha sicuramente lasciato una traccia profonda, la sua morte non è passata sotto silenzio.
Ma chi è stato Pannella e che cosa ha rappresentato per la politica italiana? Pannella, è stato un coraggioso, uno spregiudicato provocatore, uno che non ha mai nascosto o dissimulato le sue idee o i suoi intendimenti riformatori. Egli, piaccia o non piaccia, ha rappresentato quella cultura liberale, libertaria e laica che, spesso, è mancata in un Paese assorbito dalla forte contrapposizione partitica che, in molte occasioni, ha rallentato i processi di crescita sociale ed economica.
Pur essendo minoranza e, perfino, volendo essere minoranza, le sue battaglie donchisciottesche hanno scosso profondamente la coscienza del Paese costringendo la gente a confrontarsi con problemi e situazioni che non coinvolgevano la sensibilità generale. È stato un uomo onesto, profondamente onesto, la sua era soprattutto onestà intellettuale, niente a che fare con la ben misera concezione dell’onestà come concepita, toccando la pancia degli italiani, dagli avventurieri del Movimento 5 stelle.
Il suo riferimento culturale quello della carta dei diritti, umani e individuali l’ha portato tante volte a scontrarsi con un potere troppo spesso sordo rispetto agli stessi. Nelle sue battaglie generose, anche se non sempre condivisibili, ci metteva la faccia senza preoccuparsi delle conseguenze che, a suo carico, potevano derivare.
Certamente non era amato dalla chiese, intendendo per chiese quelle strutture ideologiche che hanno fissato, una volta e per tutte, il loro quadro di riferimento culturale e politico. E ironia della sorte, a parte talune battaglie che ne andavano a toccare i nervi sensibili, il vero avversario di lui, anticlericale e ateo dichiarato, non era la Chiesa cattolica quanto piuttosto la sinistra comunista. Costanzo Preve, noto intellettuale marxista, lo indicava come “pervertitore di costumi”, giudizio che solo certo integralismo cattolico si permetteva di dare.
Con il mondo cattolico, col quale spesso si scontrava, ricordo uno scontro con monsignor Fisichella nel corso di una trasmissione di Vespa, condivideva infatti molte battaglie a cominciare da quelle a difesa della dignità dell’uomo. Non è un caso, che entrambi abbiano condiviso impegno contro la fame nel mondo, lotta contro la pena di morte, difesa della dignità personale nei luoghi di pena, lotta contro le prevaricazioni del mondo burocratico e istituzionale.
E non è un caso che, proprio durante il pontificato di Francesco, Pannella, pur ribadendo la sua laicità e il suo non credere, abbia tuttavia espresso simpatia ed affetto per questo successore di Pietro. A Pannella, che oggi riceve questo tributo del popolo italiano, è mancato il giusto e doveroso riconoscimento istituzionale, sicuramente non avrebbe demeritato fra coloro che hanno illustrato la patria e in quanto tale come senatore di nomina presidenziale.
Foto in copertina e nell’articolo tratte da Wikipedia:
In copertina, con Leonardo Sciascia, Pubblico dominio, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=4497729
Nella campagna per il divorzio, di sconosciuto – L’Espresso, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32335621
Nel ritratto recente: di Photo by Jollyroger (crop and edit by Lucas) – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=9847452