25 Aprile ricorrenza della Liberazione dall’incubo del nazifascismo
di Roberto Casalone
Il 25 aprile del 1945 il nostro Paese venne finalmente liberato dopo una campagna militare lunga e sanguinosa. Una campagna iniziata con lo sbarco in Sicilia (Operazione “Husky”) e proseguita con la risalita della penisola, sfondando le successive linee difensive tedesche, fino alla Pianura Padana.
La campagna fu condotta dalle truppe Alleate del Commonwealth, degli Stati Uniti d’America, Francia Libera, Polonia, Brasile, Grecia e Messico. Oltre ai partigiani di diverse ispirazioni politiche, la lotta contro il nazifascismo fu combattuta dal Corpo Italiano di Liberazione. Ossia quella parte di forze armate italiane che, fedeli al governo monarchico, armate ed equipaggiate dagli inglesi, contribuirono ai combattimenti città per città e paese per paese, tra Appennini e coste.
All’interno delle forze armate del Commonwealth militò la Brigata Ebraica (Jewish Brigade, chiamata anche Palestinian Brigade). All’interno del contingente polacco militarono alcune migliaia di ucraini. Più di mille ucraini morirono per liberare l’Italia. Sono commemorati nel Sacrario Militare di Montecassino.
Per festeggiare il 25 Aprile 2024
In questo 25 Aprile 2024, funestato da nuove guerre e nuovi occupanti d’ispirazione totalitaria e neofascista, è il caso di disertare le piazze di comodo e di ipocrisia che oltraggiano la memoria di chi è morto per la Liberazione dell’Italia.
Per festeggiare è utile e doveroso alzare bandiere e striscioni senza apparire come comparse tollerate e coreografiche o come sparring partners della sinistra antisemita e antioccidentale putiniana.
È doveroso ricordare a figli e nipoti chi davvero ci ha permesso di avere democrazia e libertà. Chi ha liberato l’Italia morendo per noi e inviando armi anche ai partigiani. Aiutando così i guerriglieri della Resistenza che hanno compiuto azioni di disturbo dietro le linee nemiche. Alcuni dei quali, però, si sono dopo arrogati il pregio di aver fatto tutto loro.
È giusto andare in qualunque posto dove vi siano tombe di caduti Alleati e alzare al cielo le bandiere dei Paesi che hanno davvero liberato l’Italia. Bandiere che purtroppo potrebbero essere vietate nella pagliacciata di taluni cortei che si terranno nella stessa data.
Da ricordare anche quelle poche città che presero le armi per cacciare i tedeschi senza colori politici di sorta, come Napoli.
Foto in copertina tratta da Wikipedia. Di Giorgio Agosti – Istituto piemontese per la storia della Resistenza e della società contemporanea ‘Giorgio Agosti’, CC BY-SA 2.5 it, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=39833175