di Umberto Boccia
Quando da Torino prendi il treno per andare “giù” dai parenti finisci come ultima tappa in Calabria o in Sicilia. Se invece parti da Kiev e anche lì hai dei parenti che vivono “giù”, vai a Kherson, ridente regione Ucraina che si affaccia sul Mar Nero. Ed è così che ho conosciuto questa gioiosa zona ucraina, ovvero andando a trovare al mare i miei parenti e amici ucraini.
Vacanze spensierate, tra sole, mare e grigliate. Gente umile, allegra e che ama la propria terra e lavorare con i turisti. Fino alla scorsa estate si scherzava al mare ed i momenti spensierati erano parecchi. Del resto al di là di quello che è il luogo comune che vede il popolo ucraino come un popolo chiuso, ho personalmente trovato molte similitudini con la nostra italica gente.
In questo decennio sono andato svariate volte in Ucraina, anche a Kherson e nei piccoli paesi sulla costa. Mai, dico mai una volta che avessi sentito una frase che sia una del tipo “speriamo di essere russi” oppure “come sarebbe bello essere russi”. Follia. Ma nemmeno il peggiore ubriacone poteva dire una roba del genere.
E qui la mia mente va al “referendum” di settembre quando la propaganda del Cremlino ci ha raccontato che “oltre il 90%” della popolazione aveva votato per diventare russo. A parte il fatto che gli elettori erano in parte scappati, altri morti ed i restanti obbligati con le armi a votare, il che non rende di per sé democratico il voto, ma tutta questa mia recente memoria va fortemente a cozzare con la narrazione assurda del Cremlino.
Narrazione russa menzognera, evidentemente, perché va inesorabilmente a cozzare soprattutto con quanto stiamo vedendo oggi dopo la ritirata dell’esercito invasore russo. E cioè festeggiamenti spontanei per la liberazione dall’occupazione russa, nonostante i pericoli di una situazione di guerra con il fronte ancora molto vicino a Kherson.
Kherson liberata da cinici occupanti
Si perché la regione non è del tutto libera dagli occupanti. Non facciamoci abbindolare, di questo si tratta: occupanti. Perché nessun ucraino voleva essere russo in questa regione, né altrove. Ma soprattutto non dimentichiamo il discorso del dittatore russo il 24 febbraio: “liberare l’Ucraina dai nazisti”.
E chi li ha mai visti i nazisti al mare? Ve li vedete voi con divisa con svastica e gommone? O con stivaloni di pelle a fare castelli di sabbia con il braccio destro teso?
Diciamo piuttosto che Kherson serve alla Russia, a Mosca, per arrivare comoda ai porti passando per il Donetsk e Lugansk (dove vorrebbe estrarre materie prime a costo zero) per poi esportare verso paesi dove ha accordi commerciali. Comprare dall’Ucraina o pagare dazi per utilizzare i porti ucraini sarebbe esoso. Perché farlo quando possono averlo con la forza visto che sono una potenza militare e gli ucraini sono i piccoli vicini di casa disarmati?
Allora invadono, occupano e prendono a costo zero materie prime e sbocco sul mare.
Eh no! Adesso abbiamo Kherson liberata. E la gente fa festa, esulta, gioisce.
L’incubo non è finito perché presto ci saranno le solite rappresaglie missilistiche sui grossi centri abitati. Ma le immagini di questi giorni sono la verità. Sono il cuore della gente che non voleva votare, non voleva la Russia.
Ma ora è libera ed è giusto che festeggi i propri soldati che anche grazie al nostro contributo militare hanno potuto scacciare gli occupanti, loro sì di stampo nazista.
Val la pena ricordare che a parole è difficile far indietreggiare un esercito invasore. Ma una parte dei nostri politici italiani non lo capisce ancora. Le forze armate ucraine hanno ridato ciò che per noi è scontato ma invece è il bene più prezioso e da difendere in tutti i modi: la libertà. Festeggiamo Kherson liberata. Kherson è Ucraina, Slava Ucraini.