di Michele Iacono
La recente scelta del presidente della Regione Siciliana di assegnare l’assessorato ai beni culturali e all’identità siciliana al partito della Lega ha infiammato, improvvisamente, i cuori e le menti dei siciliani.
Non accadeva da anni un tale tumulto. Lo stesso Presidente e i politici di maggioranza e di opposizione si sono sorpresi dell’impeto con cui tale manifestazione è esplosa. Si racconta dell’indolenza dei siciliani: sopportano, sopportiamo, tutto.
Una premessa: dalla parte della democrazia
Perché è accaduto? Prima di rispondere voglio fare una premessa. Questo governo è il frutto di una vittoria elettorale del centrodestra ed è legittimato ad operare. Non ho mai, fino a questa triste vicenda, scritto un post contro questo governo. L’elettorato ha votato scegliendo una parte politica e, piaccia o no, la Costituzione garantisce a chi vince si esercitare le prerogative previste.
Fatta questa premessa, resta da commentare del sommovimento che si è scatenato all’indomani della scelta del presidente della Regione Siciliana. Centomila siciliani in pochi giorni, e a contare solamente in un paio di gruppi social appositi (qui), tutto a un tratto diventano matti? E, forti di questa diabolica malattia, individuano un nemico nella figura del presidente? Posseduti dalla povertà del loro spirito? Mentecatti raccolti qui e là, accattoni del buon senso e disturbati fino al punto di sfidarlo nelle prerogative di cui solo lui è detentore? Il quale, per giunta, in un momento poco lucido gli risponde: “poveretti e disturbati mentali con problemi in famiglia” (qui il video con questa risposta da Musumeci.
Davvero il Presidente di una Regione può permettersi il lusso di rivolgersi così a 100.000 persone perché dissentono? Ma poi per cosa si lamentano?
Ebbene, questo popolo, dissente sull’insopportabile scelta di aver dato lustro e prestigio a inqualificabili per eccellenza. Avere sdoganato personaggi che mostrano di avere odio nel cuore, che seminano parole di razzismo come se piantassero fiori innocenti.
Politici che fino a poco tempo fa (ma molti anche oggi) si augurano che l’Etna o il Vesuvio sprofondino il meridione all’inferno.
Gli stessi che vogliono cancellare con un tratto di gomma ogni cosa o persona esistente sull’Isola e nel Mezzogiorno. Peraltro minando l’unità della nazione che è sancita nello stesso Statuto dell’Autonomia Siciliana.
Il presidente della Regione ha il dovere di difendere la dignità dei siciliani
Non una parola si è sentita dalla bocca del presidente della Regione Siciliana sulle uscite di chi ha dato dell’inferiorità ai meridionali. Mai è intervenuto a salvare l’onore e la dignità della comunità siciliana e, di conseguenza, della dignità di tutti gli italiani.
Non le contestiamo la “scelta politica” ma quella morale sì. Perché lei, Presidente, è venuto meno alla parola data: difendere i cittadini siciliani dalle offese di chicchessia. Le sue esternazioni hanno peggiorato la situazione, parole che non si possono sentire: “le persone perbene devono stare zitte e chiuse in casa” (!). E non certo per il coronavirus, perché lei, Presidente, contravvenendo alle sue stesse regole, concede interviste senza indossare alcuna mascherina mentre tutti intorno, a pochi centimetri di distanza, la indossano correttamente.
Se non lo sa, Presidente, le ricordiamo che vige ancora la stessa Costituzione che le permette di governare e ai cittadini di dissentire. Non giustifichi con un giro di parole la sua scelta offensiva che provoca oggettiva indignazione. Dica la verità. I suoi deputati forse la condizionano con i loro giochetti ed è stato costretto a umiliarsi e umiliare cinque milioni di siciliani, compresi i suoi stessi elettori, per non dimettersi? Se così è, dica solo questo senza giri di parole e non offenda il buon senso delle persone.
La parte più “bella” della risposta dell’ineffabile Presidente è “La gente per bene non parla, sta a casa”. Nel suo candore fa rizzare i capelli.