di Gabriele Bonafede
Il “putinismo” italiano ha fatto passare Assad come un alleato credibile dell’Italia e dell’occidente. Chiaro, l’opinione pubblica di altri Paesi occidentali non altrettanto “putinisti” si guarda bene dal considerare Assad come qualcuno o qualcosa di difendibile. Ma, purtroppo, in Italia la creduloneria alla danarosa propaganda di Putin e la sua cricca mafiosa al potere in Russia, non meno cricca di quella di Erdogan in Turchia, è tale da aver convinto in molti, moltissimi italiani, che il sanguinario e feroce dittatore siriano sia da sostenere.
Nulla di più sbagliato. Non solo: nulla di più orribile. Assad non è solo parte del problema siriano ormai arrivato a tragedia umanitaria apocalittica. Ne è il motore e l’iniziatore. È il principale responsabile della mostruosa guerra civile che ha portato grande sostegno all’ascesa dell’organizzazione criminale mafiosa più pericolosa al momento, e cioè l’Isis.
Come qualsiasi altro dittatore, Assad ha cercato di mantenere il potere con la violenza. La ferocia di Assad contro le pacifiche manifestazioni del 2011 in Siria fa impallidire persino le repressioni di Hitler contro il suo stesso popolo.
Tra febbraio e aprile 2011, Assad ha risposto con la violenza più efferata alle pacifiche dimostrazioni dell’opposizione, scese in piazza per chiedere libertà d’opinione, libertà di stampa, riduzione della corruzione, misure contro la forte crisi economica e alimentare nelle aree più povere. La situazione è precipitata dopo numerosi massacri di dimostranti da parte delle forze di sicurezza di Assad. Ma il momento in cui Assad scatenò la guerra civile fu con l’assedio di un’intera città di 15000 abitanti, Daraa, da parte dell’esercito. Questo solo fatto ha dell’incredibile e del mostruoso. Immaginiamo se in Italia il governo decidesse di accerchiare con l’esercito Cefalù o Rovereto per prenderla con la fame, come si faceva nel medioevo.
Eppure, è proprio in questa circostanza che interviene la Russia di Putin: il dittatore di Mosca conferma incondizionato appoggio al dittatore di Damasco per continuare la barbarie pur di difendere la propria presenza geopolitica e militare attraverso le basi russe in Siria.
Già l’8 aprile del 2011 Amnesty International riporta 171 civili uccisi dalle forze di sicurezza di Assad. Ma siamo soltanto all’inizio di una tragedia che porterà ad almeno 300.000 morti, milioni di profughi e la distruzione sistematica di un’intera nazione. L’inizio di tutto questo è stata la feroce repressione da parte di due dittatori, Assad e Putin, che non hanno voluto e non vogliono lasciare la presa a nessun costo.
La Siria non ha grandi risorse di petrolio nel proprio territorio. Ma è posizionata in un punto nevralgico per l’industria petrolifera al centro di un’area di per se molto instabile per motivi etnici e religiosi. E la cui instabilità è cresciuta ulteriormente man mano che intere popolazioni hanno cercato di liberarsi dai propri dittatori.
La mancata divisione tra potere religioso e potere statale nel credo mussulmano ha fatto il resto, estremizzando il conflitto e dando corpo alle peggiori organizzazioni mafioso-criminali post-naziste, come l’Isis. L’Isis, e non solo, ha finito per attrarre schiere di disperati, frustrati e sbandati con l’utilizzo della religione ai propri fini criminosi che nulla hanno a che vedere con qualsiasi religione. L’unico “credo” dell’Isis è nella violenza nazi-estremista con chiari metodi di stampo mafioso e utilizzo della religione a fini di potere, denaro, potere materiale esercitato con il terrore.
Le cose in Siria sono peggiorate ulteriormente, e in maniera sempre più drammatica, dal 2011 al 2015 a causa dell’azione congiunta sempre più feroce di Assad, Isis ed estremisti contro la popolazione inerme. In qualche modo, se si vuole fare un paragone storico, la Siria di oggi è come la Germania del XVII secolo durante la Guerra dei Trent’Anni: interessi economici, militari e politici locali e di grandi potenze si sono intersecati ed hanno sfruttato il credo religioso per i propri fini, con assoluto dispregio della vita e dell’incolumità della popolazione residente nel larghissimo campo di battaglia rappresentato da un intero Paese: la Siria di oggi come la Germania di allora.
Assad e l’Isis continuano tuttora a condurre la loro guerra con l’ausilio di tortura, bombardamenti indiscriminati e armi terroristiche quali barrel bombs e armi chimiche (chlorine) contro la popolazione civile, al fine di terrorizzarla e annichilirla. Le barrel bombs sono bombe a frammentazione (riempite di chiodi, frammenti in metallo ed esplosivi) lanciate dagli elicotteri di Assad su edifici di civile abitazione al ritmo di decine al giorno, come denunziano varie organizzazioni internazionali di aiuto al popolo siriano (di qualsiasi religione e/o fazione) tra le quali i “White Helmets” o Elmetti Bianchi (https://www.whitehelmets.org/ da dove è tratta la foto in copertina).
Il sostegno, tutt’altro che civile e umanitario o “disinteressato”, di Putin ad Assad continua ad essere un sostegno al terrore e all’orrore che non fa altro che aumentare il numero di rifugiati da un lato e quello dei disperati che si uniscono all’Isis dall’altro.