di Gabriele Bonafede
Analizzando i dati è evidente che negli ultimi giorni ci sia stato un calo sostanziale del tasso di crescita in contagi, per lo meno quelli certificati con i tamponi. Ciò è avvenuto a partire grosso modo dal 9-12 marzo. E si tratta di effetti ottenuti grazie ai decreti meno duri, quelli appunto precedenti al 9 marzo.
Per vedere gli effetti delle scelte più draconiane si deve aspettare ancora qualche giorno. Ma è evidente che la progressione del contagio abbia avuto un rallentamento. Fino al 9-12 marzo, infatti, la progressione era dell’ordine del 20-25% al giorno. Dal 10 marzo in poi è scesa sensibilmente al di sotto del 20% e, negli ultimi 5 giorni si è portata al 13-15%. Ciò ha rappresentato, rispetto al trend precedente al 10 marzo, una riduzione di oltre il 60% nei contagi totali ufficialmente certificati, con 47021 casi anziché gli oltre 100mila prevedibili con il trend precedente.
Per i dati, anche disaggregati per regioni e province, e il riassunto sulle analisi di trend è utile consultare la pagina dedicata dal sito del Sole 24 Ore (qui). In questa pagina sono visibili gli incrementi percentuali giornalieri dall’inizio dell’epidemia.
Isolamento, finora salvate almeno mille persone
In termini assoluti, l’isolamento ha salvato molte vite. Se vogliamo statisticamente quantificare, l’abbassamento della curva epidemica ha salvato, all’oggi, almeno 1000 persone dal decesso. E ha permesso di evitare la terapia intensiva ad almeno 4000 persone. Rendendo così disponibili (o non occupati) almeno 4000 posti in terapia intensiva. Si tratta già di un risparmio enorme, ma non è ancora sufficiente per debellare rapidamente l’epidemia.
I numeri, infatti, non vanno visti solo in numero assoluto, ma anche in termini di progressione percentuale sui giorni precedenti. La progressione, quindi, è risultata minore di almeno un terzo (dal 22% al 13-15%). L’effetto dei decreti di isolamento più stringenti può portarla a una riduzione ancora più sostanziale. La crescita giornaliera dei contagi può passare al 10% e, si spera, molto meno. Come auspicano altre analisi, a partire dal commento di oggi proprio sul Sole 24 Ore.
Ma ciò dovrebbe essere visibile a partire dai dati di domani e dei prossimi giorni. Va però detto che il flusso di passeggeri dal Nord al Sud potrebbe inficiare, almeno parzialmente, la decrescita generale. Al Sud gli effetti deleteri dei “treni del virus” è già evidente. In alcune zone del settentrione si registra già un contenimento, laddove i molte comunità del Sud, compresa la Sicilia, si registrano impennate tipiche nell’apparizione di nuovi focolai (ad Enna e a Caltanissetta, ad esempio).
Ridurre il tasso di contagio
La risposta della popolazione è stata in larga parte responsabile. Ma ciò non è sufficiente. Perché l’epidemia si fermi è necessario che l’incremento si porti prima lo zero e poi inizi il decremento. Raggiungere, in pratica, un indice di diffusione, l’ormai famoso “R”, a meno di 1. Cioè la situazione in cui ogni contagiato contagi meno di un’altra persona. Ciò è possibile, innanzitutto, con una maggiore responsabilità di tutta la popolazione.
Prima si arriva alla diminuzione effettiva dei contagi, meglio è. Ma è anche importante capire e percepire che ogni giorno di riduzione delle percentuali di incremento giornaliero di contagio, salva già un grande numero di vite umane.
Isolamento va accompagnato da nuove misure per trasporti e ospedali
A questo, andrebbero aggiunti un paio di provvedimenti in più. A cominciare, ma non solo, da una regolamentazione più intelligente dei trasporti. Il vero punto sono i trasporti passeggeri, urbani e interurbani. Vanno regolamentati. Vanno organizzati orari di lavoro sfalsati per evitare la folla nei trasporti per i pendolari che sono necessari a mandare avanti l’economia e i servizi essenziali. Vanno aumentate, e non diminuite, le corse per distanziare al massimo i passeggeri. Va inoltre creato un ambiente il più asettico possibile nei trasporti con disinfezioni continue.
E se questo non basta, andrebbero utilizzati ulteriori provvedimenti. Vanno riforniti adeguatamente gli ospedali e, purtroppo, forse presidiati dall’esercito per evitare furti, oggi drammaticamente evidenti a Palermo. Il livello di infezione tra medici e personale sanitario in Italia è al momento disastroso e si deve fare di tutto per proteggerli adeguatamente.
Vanno inoltre seguiti i consigli dell’OMS nella strategia dei tamponi. E cioè farne quanti più possibile a partire dagli ospedali e dalle categorie a rischio, oltre ovviamente ai casi sospetti. Seguendo e individuando le catene di contagio, anche se sono ormai molte. Vero è che chi è negativo oggi può non esserlo domani. Ma è vero che chi è positivo oggi deve assolutamente restare a casa e potrà essere molto utile a lavoro dopo una settimana o poco più.
In copertina, photo by Daniil Vnoutchkov on Unsplash