di Giovanni Rosciglione
Troppe cose per un titolo? Forse. Ma tutto parte ovviamente dallo scandalo del non-scandalo delle Statue dei Musei Capitolini, nascoste alla vista di un inconsapevole Hassan Rouhani in visita di stato in Italia. Una sciocchezza sesquipedale, sulla quale si sono lanciati i 102 talk show politici della nostra spregiudicata tv.
Non torno sull’argomento, ma il caso di un malinteso senso del pudore mi ha fatto tornare alla mente un indimenticabile lungometraggio di Ciprì e Maresco del 2013: “Il ritorno di Cagliostro” (fotogramma-chiave in copertina con scena intera in fondo a questo articolo), che inizia magistralmente con un finto documentario, che coglie le opinioni discordanti di diversi critici cinematografici, in occasione del ritrovamento delle pellicole perdute de Il ritorno di Cagliostro, film “leggendario” della Trinacria Cinematografica. Uno dei capolavori dei due cineasti che hanno la temerarietà di continuare a lavorare in Sicilia, sia pure ognuno per conto proprio.
La coincidenze non finiscono qui, perché:
• Ho da poco terminato di leggere il gradevolissimo libro di memorie di Francesco Alliata, che consiglio a testimonianza della imparzialità della nostra Regione Autonoma nel trascurare e punire in egual modo sia dei borghesi popolari come Ciprì e Maresco, sia recordman dell’araldica mondiale come il (vulcanico) Principe di Villafranca e di mezzo mondo. Leggere le peripezie, gli ostacoli politici e burocratici, che ha incontrato il nobile imprenditore e la sua mitica Panaria Film nella produzione e distribuzione delle pellicole di Vulcano e della Carrozza d’oro, la guerra feroce che gli fecero le due chiese dell’epoca – la destra della Chiesa e di Andreotti e il PCI di Luchino Visconti – , l’indifferenza della popolazione che non percepiva le grandi potenzialità economiche di quelle idee, mettono ancora i brividi.
• Tre giorni fa sul Corsera è comparso un articolo di Giovanna Grassi che dava notizia del prestigioso premio della Fondazione hollywoodiana di Robert Redford (nella foto a destra) Sundance Institute Global Filmaking Award al progetto di film “Sicilian Ghost Story” dei registi siciliani Antonio Piazza e Fabio Grassadonia , già autori del bellissimo Salvo. Un’autentica perla: un racconto asciutto, senza retorica su mafia, violenza e amore, che sembra non aver incassato più di 100.000 euro. Il nuovo film dei due entrerà in produzione quest’anno e avrà una distribuzione mondiale. (a sinistra foto articolo Piazza e Grassadonia)
• Giovedì ho visto l’ultimo film di Peppuccio Tornatore, non un capolavoro, le consuete sfilacciature della sceneggiatura, qualche gigioneria di troppo nella recitazione di Irons, qualche cameo non troppo giustificato, ma un’idea poetica e geniale, una camera che si vede che è in mano a un grande regista, molte scene che colpiscono nel segno. Ma non sono un critico cinematografico; solo uno spettatore che dice la sua.
È a questo punto di coincidenze cinematografiche che mi è venuta la voglia di dare un’occhiata al sito dell’attività della Sicilia Film Commission, appendice di grande glamour dell’Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo della nostra beneamata Regione.
Potrete leggere voi stessi dai link che riporto, come gli altri, alla fine dell’articolo.
Piccole cose, alcune meritorie altre incomprensibili. Non intendo criticare chi ci lavora, c’è gente valida e so bene che gli indirizzi politici è dalla politica che discendono. Ma è palese che non traspare una strategia, un progetto, una consapevolezza sulla grande valenza economica e di immagine che questo settore potrebbe avere per la nostra isola. Altri lo sanno, e più lo affermano, più vengono esclusi dai “cerchi magici” delle decisioni.
Insomma, per concludere restando nel bizzarro tema, se Hassan Rouhani dovesse capitare dalle nostre parti, temo che, a dover rinchiudere un immagine in uno scatolone per rispetto del pubblico pudore, dovrebbe essere quella della Regione Autonoma Sicilia e dei suoi osceni disegni (politici…).
Voglio essere più chiaro. A parte l’attività di sostegno puntuale a film meritori, secondo il mandato istituzionale attuale, la Film Commission Sicilia ha una grande opportunità. Quella di essere al centro di una strategia più ampia d’attrazione d’investimenti produttivi legati al cinema. Andrebbe rafforzato il suo budget nella logica di un coordinamento com gli assessorati competenti nel settore economico e produttivo al fine di realizzare in Sicilia una vera politica di sviluppo delle gigantesche potenzialità nella filiera creativa film-produzioni-location-turismo-cultura. Ma non come se si trattasse di uno stipendificio da forestali. Mettendo invece al centro il pane che produce il settore artistico.
Intanto, godiamoci un mitico pezzo de “Il ritorno di Cagliostro”, sulla copertura delle statue. E se Hassan Rouhani leggerà maredolce.com saranno pure cavoli suoi.
Link di riferimento:
Film Salvo: https://it.wikipedia.org/wiki/Salvo_%28film%29
Libro di Francesco Alliata: https://www.google.it/?gws_rd=ssl#q=francesco+alliata+libro
Film di Tornatore: http://www.mymovies.it/film/2015/lacorrispondenza/
Film Commission Sicilia: http://www.filmitalia.org/p.aspx?t=filmcommission&l=it&did=67004
http://pti.regione.sicilia.it/portal/page/portal/PIR_PORTALE/PIR_LaStrutturaRegionale/PIR_TurismoSportSpettacolo/PIR_Turismo/PIR_FilmcommissionSicilia.