Una storia molto vera e molto bella, nella quale un dramma familiare diventa per tutti, bambini compresi, un’occasione di crescita e di veloce maturazione
di Maria Teresa de Sanctis
Non sempre ci si rende conto di quanto possa soffrire qualcuno in famiglia a causa dei ritmi che la vita impone. Spesso il risultato di una serie di combinazioni e di più fattori non è il migliore per tutti quelli che vivono insieme: primo fra tutti il lavoro, quindi il denaro e poi occorrenze eventuali,
Ma questa è la vita e bisogna andare avanti, ogni giorno indefessamente come in una sorta di battaglia quotidiana. Talvolta accade però che qualcuno non riesca a reggere il passo e fugga via.
Questa realtà, dura eppure semplice, viene raccontata senza alcun orpello in tutta la sua cruda verità nel bel film “Le nostre battaglie” (titolo originale “Nos batailles”), opera seconda del regista belga Guillaume Senez.
Una giovane famiglia dove i ritmi intensi del lavoro del padre Olivier fanno ricadere sulla moglie Laura, commessa in un negozio di abiti, tutte le incombenze familiari legate ai loro due bambini, Elliott di 9 anni e Rose più piccola di qualche anno.
Olivier, interpretato da un ottimo Romain Duris, è operaio a capo di un gruppo di lavoratori in un’azienda di smistamento prodotti. Ma è anche impegnato nel sindacato, cosa che lo tiene molte ore al giorno fuori da casa.
Sin dalle prime scene del film capiamo che la giovane moglie, interpretata dalla brava attrice Lucie Debay, è particolare. Dalla personalità molto fragile, qualcosa ci lascia intendere che potrebbe essere lei ad aver causato un incidente domestico nel quale il piccolo Elliott si procura delle ustioni. Ed ecco che la donna ad un certo punto scompare, non riesce più a reggere quei ritmi insieme a certe tensioni anche esterne e soffre la solitudine nella quale spesso si ritrova.
Questa fuga potrebbe anche essere vista come il tentativo della madre di proteggere i propri piccoli da qualche altro suo possibile errore, data la propria incapacità ad affrontare quella routine quotidiana così pressante.
Ma la vita deve continuare e, quel che è più importante, il padre deve essere vicino ai propri bimbi. È lui che deve fare i conti con la propria famiglia, con i propri piccoli e non più con il solo lavoro. La battaglia adesso è la sua.
Una storia molto vera e molto bella, nella quale un dramma familiare diventa per tutti, bambini compresi, un’occasione di crescita, di veloce maturazione. Molto bella la dinamica del rapporto fra il genitore e i suoi bambini dove, accanto alla sensibilità dei piccoli e al loro amore incondizionato per la madre, si contrappone un padre non pienamente all’altezza del proprio ruolo.
E questa è la sua battaglia: fra i doveri verso il lavoro e quelli verso la famiglia. Una battaglia nella quale tanti già sono stati gli sconfitti, tanti padri che hanno perso la crescita dei propri figli, e il padre di Olivier è fra questi.
Olivier riuscirà a recuperare dai propri errori, unendo le proprie forze a quelle dei propri bambini nell’affrontare insieme e vicini la nuova vita? Una storia di grande umanità, che ci racconta molto del quotidiano delle famiglie, dove lo straordinario per pagare il mutuo della casa è più importante di una ordinaria ora di straordinario gioco con i nostri figli.
E tutto questo viene raccontato con enorme misura e schiettezza, senza commenti musicali e con quel rigore espressivo che solo la verità ha. Qui è d’obbligo citare gli ottimi fratelli Dardenne, registi anche loro belgi (fra i loro lavori ricordiamo “Il ragazzo con la bicicletta” e l’ultimo “La ragazza senza nome”) al cui stile molto si avvicina quello del nostro regista Guillaume Senez.
“Le nostre battaglie” ha ottenuto 2 candidature al Cesar, il riconoscimento cinematografico assegnato annualmente dal 1976 dalla Académie des arts et techniques du cinéma ai migliori film e alle principali figure professionali del cinema francese.
Ecco il trailer ufficiale in italiano: