Puscas e Brignoli i migliori in campo, in una battaglia all’ultimo pallone contro un grande avversario. Superlativa prestazione di Bellusci e tutta la squadra
di Gabriele Bonafede
Cantami, o Diva, del rosanero Puscas l’ira e le gesta che decisivi addusse gol ai Perugini. Finalmente si torna al calcio giocato e il Palermo dimostra d’essere epico. Semplicemente epico. Tanto il merito quanto eroico e indomito l’avversario.
Perugia-Palermo, in questo febbraio del 2019 pieno di tribolazioni, finisce con due reti a una per i rosanero. Intanto, onore agli sconfitti. I perugini lottano come leoni, attaccano a ogni pallone, mai domi, neppure quando lo 0-2 e un rigore fallito li avrebbe visti soccombere anzitempo.
Il Perugia è bello quanto il Palermo perché la battaglia è senza esclusione di colpi, di giocate, di corale immolazione per il risultato.
Ma è il Palermo a spuntarla, forse per quel pizzico d’eroismo in più sul campo, per quel pizzico di tasso tecnico in più, per quell’ira omerica che rende bello il calcio in questi tempi di balorde incertezze. E, certo, per il favore concesso da Eupalla, dea del calcio inventata dal grande Brera anni orsono: la fortna aiuta gli audaci, è noto.
Brillano due eroi e una squadra di altrettanti leoni da calcio concreto in campo. Innanzitutto Puscas, l’Achille della giornata, ma stavolta senza tallone scoperto. Segna due gol di testa, da vero centravanti in altrettante occasioni. Decide la partita con una doppietta che non arrivava da tempo. E con lui Brignoli, non meno epico a negare il gol perugino persino su rigore e poi togliendo letteralmente il pallone dalla porta con la sua mano magica in un paio di occasioni tanto nitide quanto belle per i padroni di casa.
Ma è tutta la squadra che merita il trionfo nel momento più difficile. A partire da un “capitano di fatto” come Bellusci che tra fuori una prestazione da gladiatore indomito. Passando per il capitano ritrovato, Rispoli, che pennella un cross al bacio per la testa di Puscas a inizio secondo tempo.
E ancora Jajalo, Haas, Aleesami, compagni d’arme e di pallone che deliziano con pressing e fatica, con lucidità e coraggio. Se Salvi ha qualche sbavatura che potrebbe costare il risultato, è comunque da apprezzare per un grande impegno al limite delle possibilità contro avversari di massimo valore. E ancora Szymisky e Trajkovski che trascinano anche quando il pallone sembra perso. E Falletti, vera spina nel fianco delle mura perugine, con le sue frecce veloci e imprevedibili.
I tre che entrano a sostituire non sono meno epici, entrati al culmine dello sforzo perugino per non perdere la battaglia si buttano nella mischia a testa bassa a conquistare le mura avversarie già rotte dai compagni. Moreo, Chochev e Fiordilino completano così il quadro di una prestazione epica, di quelle che fanno riconciliare con il calcio di qualsiasi categoria.
In attesa delle vicende societarie, per le quali credo sia doveroso un laconico no-comment, il Palermo torna in vetta a 41 punti per un paio d’ore, fino alla vittoria del Brescia sul Carpi per 3 a 1. Ma la prossima partita è proprio Palermo-Brescia in uno stadio Barbera che potrebbe finalmente essere affollato da tifosi rosanero.
La squadra c’è. Coralmente e nei singoli. Solida, capace, convincente, di qualità e persino epica e vincente sul campo. Perugia-Palermo 1-2 è un capolavoro di un gruppo da sostenere. E che aspetta solo una spinta in più per la ricerca di una soluzione societaria altrettanto solida e convincente.
Nel testo, Achille tra le figlie di Licomede, bassorilievo da un sarcofago attico, 240 d.C. ca., conservato a Parigi, Louvre. Immagine tratta da Wikipedia e modificata con tinta rosa e scudetto della US Città di Palermo nella versione in copertina. Di sconosciuto – Jastrow (2006), Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=531415