di Vincenzo Pino
Esaminiamo la coerenza tra quanto proclamato e quanto effettivamente fatto in questi mesi di governo e nella c.d. manovra del popolo.
Sono brevissime note che svilupperemo per ciascun capitolo dell’azione di governo ed avranno come focus la dislocazione delle risorse previste per il raggiungimento degli obiettivi del c.d. contratto di governo e gli annunci conseguenti di esponenti del governo gialloverde.
Capitolo uno. Investimenti.
Nonostante le reboanti declamazioni annunciati sull’aumento degli investimenti pubblici la manovra nella sua stesura finale prevede le seguenti misure:
Il maxi fondo per gli investimenti da 9 miliardi in tre anni inizialmente previsto dalla manovra diventa un mini fondo da 3,6 miliardi nel triennio. Nel 2019 le risorse previste dal Ministero Economia e Finanza si riducono a 740 milioni di euro (contro i 2.750 della versione originaria).
Un ridimensionamento fortissimo per garantire la Fornero ed il reddito di cittadinanza nella nuova composizione del bilancio a seguito della riduzione del deficit dal 2,4% al 2.
E così, risultano irrealizzabili le seguenti affermazione:
Aumenteremo gli investimenti per le opere infrastrutturali per rilanciare il Pil e per garantire la qualità dei trasporti ai pendolari(Toninelli).
Invece, vengono sottratti 600 milioni alle Ferrovie destinati al rinnovo dei treni per il trasporto locale e dirottati per il finanziamento di Alitalia. Ma per mascherare, ancora, l’operazione di decurtazione degli investimenti sulla manovra finanziaria, hanno ribadito in questi giorni:
Attingeremo alle risorse comunitarie per recuperare la quantità di investimenti che abbiamo sottratto alla manovra (Di Maio).
Falso. Al momento il maggiore investimento comunitario è quello per la Tav 1,2 miliardi per un quinquennio cui si rinuncia in ragione di un preconcetto ideologico.
Ancora più falsa risulta la promessa perché vengono sottratti dal bilancio nazionale le quote di cofinanziamento comunitario presupposto indispensabile per fruire delle risorse comunitarie.
Permetteremo agli Enti locali maggiori investimenti. (Garavaglia Fraccaro)
Ancora più falso alla luce del blocco del piano periferie le cui opere erano cantierabili quasi immediatamente perchè in avanzato stato di progettazione per uno stanziamento pari a 2,1 miliardi che arrivavano a 3,8 attraverso cofinanziamenti.Blocco operato nell’Agosto 2018 col decreto milleproroghe, riducendo lo stanziamento per gli Enti Locali. Saranno solo 235 milioni nel 2019 di cui al mille proroghe, quindi una decurtazione del 90%, circa.
Non sottrarremo risorse alla innovazione delle imprese. (Di Maio)
Definanziato il programma Industria 4.0 ed il relativo credito d’imposta per ammortamento e superammortamento sulle spese effettuate per rinnovo macchinari.
Capitolo Due. Occupazione
“Con l’abolizione della Fornero avremo nella Pubblica Amministrazione tre nuove assunzioni per ogni pensionato.” (Salvini)
Falso. E’ stato realizzato il blocco delle assunzioni nella P.A per quasi tutto il 2019 per dirottare i risparmi sul finanziamento alla modifica (temporanea) della Fornero.
“Sosterremo le assunzioni nel Mezzogiorno” (Lezzi).
Falso. Invece, è stato abolito l’incentivo per la defiscalizzazione degli oneri sociali per chi assume a tempo indeterminato nel Mezzogiorno.
“Il reddito di cittadinanza è una misura a sostegno dell’occupazione”. (Di Maio).
Falso. Oltre al ridimensionamento del fondo da 8 a 6 miliardi ,n on vi è alcuna possibilità di offrire tre posti di lavoro nell’attuale configurazione del mercato del lavoro, specie nel Mezzogiorno.
Dove si sono avviate sperimentazioni, attraverso progetti di incontro tra domanda ed offerta di lavoro, come in Sicilia, queste sono fallite ed i lavoratori assunti per realizzarla ( i cosiddetti Navigator o orientatori come si chiamavano in Sicilia) sono stati licenziati ed erano 800 unità formati alla realizzazione di quest’obiettivo. Un Rei allargato insomma come da programma elettorale Pd.
Ci si rivede per il resto nei capitoli successivi. E buon Natale, a modo mio.