di Gabriele Bonafede
La giustizia sportiva si prende un giorno di riflessione sul caso play off Frosinone-Palermo. E fa bene, perché di ora in ora la situazione del Frosinone si aggrava. Ieri sera Mediagol ha pubblicato una esclusiva, corredata di copiosa documentazione, con una storia interessante sui rapporti tra il direttore di gara, Federico La Penna, e la dirigenza del Frosinone calcio.
Invito i lettori a leggere l’inchiesta di Mediagol qui in questo link. Non c’è altro da aggiungere su questo, se non che la vicenda merita d’essere seguita e valutata. Come ha dichiarato, d’altronde, lo stesso presidente del Palermo Giammarva dopo aver letto l’articolo di Mediagol.
Va detto, come riportato anche dall’inchiesta di Mediagol, che La Penna è lo stesso arbitro che ha incomprensibilmente annullato un gol di Rispoli quando ha arbitrato la partita di andata della regular season Frosinone-Palermo, finita 0-0. Falsando, così, un intero campionato ben prima della finale play off alla quale è stato incredibilmente assegnato quale direttore di gara.
Ma gli elementi che concorrono a peggiorare la situazione del Frosinone sono molteplici. E si vanno intensificando sempre più.
Innanzitutto, una petizione dal titolo “Non uccidete il calcio in Italia” è stata lanciata in rete. In 24 ore ha raggiunto e superato diecimila aderenti, che non sono solo tifosi del Palermo ma sportivi di tutta Italia e anche di paesi esteri.
La petizione, qui il link, evidenzia così la situazione, a commento del comportamento inqualificabile di tesserati del Frosinone durante la partita Frosinone-Palermo: “Tutti i tifosi di questo bellissimo sport (e non solo quelli palermitani, che hanno subito questa ingiustizia sportiva) sono indignati e chiedono a gran voce l’uso del regolamento e la messa in pratica delle sanzioni previste da tali comportamenti (sconfitta a tavolino di 0-3 per la squadra che tramite personali azioni non consente il normale svolgimento dell’incontro). Non uccideteci il nostro sport, non uccidete il calcio. Sanzionate il Frosinone calcio applicando le regole.”
C’è, d’altronde, una sollevazione dell’opinione in una fetta molto larga di sportivi di tutte le zone d’Italia nei confronti del comportamento scorretto e antisportivo del Frosinone, club e squadra di giocatori. Lo si evince dal grande numero di tweet e interventi su Facebook e altri social, a sostegno del ricorso del Palermo e a evidenziare il comportamento antisportivo dei tesserati del Frosinone.
Inoltre, iniziano a pervenire commenti e report pubblicati sui social, anche sotto forma di filmati, sul comportamento del pubblico di Frosinone. Da questi si evince che sul campo non sarebbero piovuti solo palloni per fermare le azioni del Palermo, ma anche molte bottigliette e altri oggetti. Giocatori della panchina e allenatore del Frosinone sarebbero stati per molto tempo ai bordi del campo, fuori dal limite di pertinenza. Tutto questo sotto gli occhi del direttore di gara, i guardialinee e il quarto uomo che non hanno preso alcun provvedimento.
Dalle testimonianze, appare evidente che il clima non era certo quello di una competizione sportiva ma di un vero e proprio assedio nei confronti di squadra e sostenitori ospiti. Anche questo nel segno di un comportamento profondamente antisportivo e al limite delle regole. Ben oltre il limite delle regole non scritte di decenza e sportività, comunque sottoscritte da tutti i club nel codice etico della Lega di Serie B.
La squadra e i tifosi rosanero sono stati accolti da pesanti insulti, anche a sfondo discriminatorio su base territoriale come “mafiosi”, fin dal pre-partita. In un crescendo di comportamenti non proprio consoni all’etica dello sport. Un comportamento profondamente diverso da ciò che è successo all’andata, dove c’è stato invece il massimo rispetto dell’ospite sportivo, allo Stadio Barbera. Se non altro, ciò dimostra la grande ospitalità e correttezza dei palermitani a fronte di qualcosa di ripugnante da parte dei sostenitori del Frosinone. Conterà tutto questo nelle competizioni sportive? Stiamo ancora parlando di sport o di qualcosa di diverso?
Emergono anche ulteriori critiche oggettive alla direzione di gara di La Penna, guardando meglio le immagini. Immagini, è giusto dirlo, praticamente censurate sul web. Difficile trovarle su youtube se non in un paio di video di scarsa qualità. Certo, ci sono i diritti Sky. Ma qui, non dovrebbe valere il diritto di informazione e di cronaca perché di interesse pubblico?
Ma ciò che stupisce ancora di più è il filmato ufficiale pubblicato dalla Lega serie B. Se si va sul sito della Lega di Serie B si vede un filmato della partita francamente indecoroso. Sono infatti molte le immagini rilevanti che, incredibilmente, mancano. Tranne un’azione del Palermo, sostituzioni e ammonizioni, la “cronaca” raccontata dal filmato passa dal 60’, il momento in cui La Penna fa il pastrocchio del rigore non concesso, direttamente al 95’. Come se in 35 minuti di partita non fosse successo nulla, tranne sostituzioni, ammonizioni e un tiro sbilenco di Coronado…
E invece, è successo di tutto proprio in quei 35 minuti censurati dalla Lega di Serie B nel proprio sito: i palloni in campo che fermano le azioni d’attacco del Palermo ma non quelle del Frosinone, la panchina del Frosinone che si adopera collettivamente per gettare palloni in campo, una serie di decisioni arbitrali incredibili, la mancata sospensione della partita e molto altro. Perché questa censura?
Proprio sul secondo gol del Frosinone emergono nuovi elementi, anche questi censurati dalla Lega di serie B e, purtroppo, anche da molti media sportivi. L’azione parte, infatti, da un duro colpo di un calciatore del Frosinone a Coronado. Non cercate questo episodio nel filmato della lega. Anche questo è stato censurato. Ma c’è in altri filmati. A vedere bene sembra una gomitata o un vero e proprio cazzotto sulla schiena o sul collo del giocatore del Palermo. Coronado cade a terra dolorante. La Penna si trova proprio lì, a non più di due metri da questo episodio. Ma non ferma l’azione di contropiede che porterà al gol, non fischia il fallo, non estrae il cartellino rosso. Nulla.
Al gol del 2-0, c’è l’invasione di campo quando manca ancora un minuto e 40 secondi dalla fine. Tempo di recpero che, tra l’altro, doveva essere molto di più se si fossero considerate tutte le perdite di tempo provocate dal comportamento antisportivo del Frosinone, spettatori compresi. Qui, il direttore di gara non sospende la gara, quando andava fatto. Nessuno sente il triplice fischio finale. Ricordo che in Benevento-Cagliari della stagione di serie A appena conclusa nei due minuti finali il Cagliari ribaltò il risultato dallo 0-1 al 2-1 (qui un video). Anche la finale di Champions del 1999 fu decisa da un ribaltamento del risultato con due gol in due minuti finali. Certo, non c’erano palloni in campo lanciati apposta per fermare il gioco d’attacco di una delle due squadre…
Altro cartellino rosso che manca all’appello è per Soddimo, in occasione del suo tuffo in area del Palermo nel primo tempo. Questo si vede bene persino nel filmato pubblicato dalla Lega B. La Penna, stavolta correttamente, non concede il rigore. Ma ammonisce Soddimo per simulazione, non considerando l’evidente fallo di reazione: un calcione volontario nelle parti basse di Szyminski che poi uscirà dal campo perché infortunato proprio da quel calcione. Questo è un altro episodio, tra i tanti, da cartellino rosso diretto. La Penna sorvola ed è una decisione pesante per l’andamento della gara.
La Penna non sanziona nemmeno la testata ricevuta da Nestorovski in occasione delle pesanti proteste, le urla, i movimenti scomposti di tutta la squadra “modello” del Frosinone, in occasione del rigore poi non concesso.
Gli episodi sono talmente tanti che è difficile parlarne in poche righe. Ne emergono ogni giorno di più nonostante l’evidente censura su immagini e proteste. È stata una partita che definire regolare è veramente difficile, e lo diventa di ora in ora.
Vale la pena pubblicare il video postato da un tifoso del Palermo che è chiaramente scosso dai fatti accaduti in Frosinone-Palermo. La qualità del video è molto bassa. Ma è sufficiente a chiarire quale sia stata la vergogna che ha attraversato il calcio italiano la sera del 16 giugno 2018. Una data spartiacque nella storia del calcio italiano, qualunque sia la decisione del giudice sportivo.