di Gabriele Bonafede
Considerare primarie la farsa che sta mettendo in atto il movimento cinque stelle è offensivo nei confronti dell’intelligenza dei propri militanti e di tutti gli italiani.
Diciamo le cose come stanno: le primarie dei grillini sono state annullate. Perché tra i potenziali candidati a premier c’è solo Di Maio. Gli altri sei sono illustri sconosciuti che nelle loro autopresentazioni dimostrano di non avere alcun peso politico ed elettorale. E, purtroppo, dimostrano di non avere alcuna idea di cosa voglia dire fare il premier di un Paese di 60 milioni di abitanti tra i più sviluppati del mondo.
Per carità, encomiabile che qualsiasi cittadino, per quanto sprovveduto e dalla completa inconsistenza politica a scala nazionale, si possa presentare per una carica così importante. Ma qui siamo al ridicolo. Basta andare a vedere (ad esempio in questo articolo) i sei “sfidanti” al posto pensato per Di Maio. E rabbrividire. Tranne Elena Fattori, che comunque non ha speranze, il nulla.
È evidente che Di Maio otterrà una percentuale di “voti”, se così si possono chiamare le preferenze espresse in una piattaforma inaffidabile, paragonabile a quella delle elezioni d’era sovietica in URSS. Dove era il partito unico a decidere dall’alto del proprio indiscusso comitato centrale chi dovesse essere eletto e chi no, chi dovesse essere portato a un minimo di notorietà politica e chi no.
Come in una organizzazione politica piramidale, al vertice c’è chi decide sempre e comunque, prendendo in giro la base e chi ci crede realmente.
Le modalità di preparazione ed esecuzione di queste “elezioni” “primarie”, d’altronde, sono molto simili a quelle di dittature del passato e del presente. È una farsa in dispregio alle più basilari regole di dibattito politico e di decenza. È una presa in giro innanzitutto nei confronti dei militanti e simpatizzanti del M5S, oltre che degli italiani.
Eppure i potenziali sfidanti di Di Maio c’erano eccome. Da Di Battista alla Appendino, dalla Raggi a Fico, tanto per nominare quelli che avrebbero potuto, anche nell’interesse del M5S, aprire un dibattito in questo grande calderone dove c’è tutto e il contrario di tutto. Ma con la presenza del solo Di Maio tra i candidati veramente conosciuti a livello nazionale, le primarie Cinque Stelle sono state, di fatto, annullate.
Da sottolineare anche la totale esclusione di candidati siciliani. Ovvio, in Sicilia si è in piena campagna elettorale. Ed è proprio questo che aggiunge clamoroso stupore. Perché lanciare le primarie durante la campagna elettorale in Sicilia?
Sono stati esclusi così molti esponenti di primo piano nel M5S. E non solo tra quelli più conosciuti, ma anche tra i sei oscuri “candidati”. Non c’è nemmeno un siciliano. Eppure, la Sicilia era la regione dove il M5S ha registrato i primi grandi successi. Un motivo ci sarà.