La vicenda e la fine del sanguinario mercenario Prigozhin ricorda molto quella di un suo predecessore: Albrecht Wenzel Eusebius von Wallenstein, più conosciuto con il semplice “Wallenstein”
di Gabriele Bonafede
Per chi conosce un minimo di storia dell’Età Moderna, la vicenda di Yevgeny Prigozhin non può non ricordare quella di uno dei mercenari più famosi, o famigerati, della storia. E cioè Albrecht Wenzel Eusebius von Wallenstein, più conosciuto con il semplice “Wallenstein”.
Ambedue hanno raccolto intere armate costituite esclusivamente di mercenari. Sia Prigozhin sia Wallenstein, hanno terminato la loro carriera assassinati dall’autorità istituzionale che li pagava e li utilizzava per portare avanti una guerra senza quartiere.
Ambedue sono stati criminali efferati che hanno utilizzato metodi brutali tra le proprie fila, nei confronti dei nemici e nei confronti dei civili. Con l’aggravante, per Prigozhin e Putin, che il XVII secolo in cui visse e operò Wallenstein era nel complesso svariate volte più arretrato e barbaro del secolo XXI. E Wallenstein non era certo l’unico ad agire in modo così barbaro alla sua epoca.
Prigozhin e Wallenstein hanno ambedue effettuato operazioni militari a servizio di ideologie totalitarie particolarmente crudeli. Le capacità militari e organizzative di Wallenstein appaiono tuttavia superiori a quelle di Prigozhin. Lo vedremo nel capitolo dedicato alle differenze. Ma cominciamo dalle similitudini.
Prigozhin e Wallenstein, le similitudini: capi di grosse formazioni di crudeli mercenari
La prima similitudine, la più evidente, è che ambedue sono stati capi militari criminali, organizzatori e ispiratori carismatici di grandi unità di feroci mercenari. Ambedue hanno infatti raccolto decine di migliaia di mercenari tra la peggiore feccia umana, tra gli sbandati, gli emarginati, i galeotti e gli avventurieri senza scrupoli di diversissime nazionalità.
Qui è sufficiente dire che Wallenstein nel 1629 riuscì ad attrarre nelle sue file più di 100mila mercenari (almeno sulla carta) di varie nazionalità e principati di allora.
Anche se, a causa delle perdite e delle diserzioni, probabilmente non ne mise mai in campo allo stesso momento più di 50mila si tratta di cifre impressionanti per l’epoca. Certamente superiori alle quantità che fu capace di reclutare direttamente il suo “cliente” che lo pagava: l’imperatore del Sacro Romano Impero Ferdinando di Stiria.
Come Wallenstein, anche Prigozhin ha reclutato quantità impressionanti di mercenari, reperendole tra i criminali, nelle prigioni e tra i marginalizzati e tra le varie nazionalità ed etnie che compongono le zone di “influenza” della Russia di Putin. Includendo, cioè, anche mercenari del Medio Oriente e dell’Africa, oltre e tutte le diverse regioni dell’odierna Federazione Russa.
Come Wallenstein, Prigozhin è riuscito a reclutare mercenari anche nelle aree geografiche teoricamente nemiche. Wallenstein reclutava anche in principati che nominalmente erano schierati contro l’Imperatore del Sacro Romano Impero. Prigozhin ha reclutato anche in paesi occidentali.
Bellum se ipsum alet
Qui entriamo nella similitudine più perversa e scioccante. Infatti, Prigozhin e Wallenstein hanno rifornito le proprie unità distruggendo saccheggiando il territorio attraversato secondo la “strategia” del bellum se ipsum alet. Cioè secondo il concetto, evidentemente molto antico, che “la guerra si nutre di se stessa”.
Come per tutte le formazioni di mercenari in tutte le epoche storiche, mantenere una regolarità di pagamenti adeguati è il problema principale. Questo si accoppia alla natura “semiautonoma” delle formazioni mercenari che inevitabilmente soffrono anche di rifornimenti in termini di cibo, acqua, armi e munizioni. I mandanti dei mercenari inevitabilmente forniscono prioritariamente le unità regolari rispetto a quelle dei mercenari.
Il problema è stato risolto da Prigozhin (nel XXI secolo!) con i metodi della guerra dei secoli passati e segnatamente quelli della Guerra dei Trent’Anni combattuta dal suo omologo criminale Wallenstein. Il “metodo” prevede che l’esercito di mercenari viva fondamentalmente alle spalle dei poveri disgraziati che abitano aree rurali e città attraversate dallo stesso esercito mercenario nel corso delle campagne militari. Il salario c’è, ma è prevalentemente per i comandanti.
Le truppe di Prigozhin in Ucraina hanno ricevuto rifornimenti in munizioni e armamenti dalla Federazione Russa. Ma non sempre in maniera regolare. Non hanno disdegnato il saccheggio in Ucraina. E, soprattutto, hanno mantenuto la capacità di pagare il soldo ai propri mercenari, saccheggiando e vivendo alle spalle di immensi e ricchi territori dell’Africa.
Facendo, cioè, in modalità “globale” ciò che a suo tempo aveva fatto Wallenstein nello spazio economico e geografico della Germania del Seicento. Che, a dire la verità, era paragonabile a un’operazione “globale” per l’epoca considerando i tempi di percorrenza molto più lenti di quattro secoli fa.
Disciplina e saccheggio assicurate attraverso tortura e crudeli punizioni
Un altro grande problema delle formazioni mercenarie nella storia è quello della mancanza di disciplina e la tendenza alla diserzione. Anche qui c’è una similitudine nei metodi di Prigozhin e Wallenstein. Ambedue infatti hanno utilizzato metodi brutali di coercizione e di disciplina, al fine di assicurare “coraggio” in battaglia e meno diserzioni o tradimenti.
Tristemente famosa la mazza con cui Prigozhin, capo e proprietario della Wagner PMC, ha torturato o eliminato platealmente i propri disertori o i renitenti alla battaglia. Altrettanto tristemente famose le torture e gli orrori inflitti da Wallenstein a suo tempo per ottenere gli stessi risultati tra le sue truppe e ben oltre.
Metodi che, in ambedue i casi, si rivolgevano indifferentemente ai propri uomini, ai nemici e ai civili dei territori attraversati. Metodi che, in ambedue i casi, hanno raccolto ammirazione tra i criminali mercenari al loro seguito così come legittimo disprezzo e orrore tra chi abbia un minimo di civiltà e coscienza.
Prigozhin e Wallenstein, le similitudini con le bande mafiose
Un’altra similitudine è riferibile all’analogia tra il comportamento dei capi mercenari, e di Prigozhin e Wallenstein in modo particolare, e le bande mafiose. I due si sono di fatto ritagliati una sorta di spazio semi-istituzionale corrispondente a “uno stato nello stato” con metodi che oggi sono considerati essenzialmente mafiosi. Ad esempio, hanno proposto di assicurare sicurezza nei territori in cui hanno operato sapendo bene che la mancanza di sicurezza derivava proprio dalla presenza di loro stessi e delle loro truppe.
Ambedue hanno fondamentalmente agito con il sistema del racket (del “pizzo”) e del ricatto, esattamente come fanno i mafiosi. Come altri capi mafiosi, Prigozhin e Wallenstein hanno avuto a disposizione una rete di connivenze e relazioni sia nel mondo della criminalità diffusa sia in quello della corruzione e della politica.
Ambedue hanno mercificato tutto ciò che era possibile mercificare, legalmente o illegalmente. Compresa l’attività armata, e la fornitura di brutti ceffi, si capisce. D’altronde, ai tempi del XVII secolo il mondo era quello descritto da Manzoni, con i bravi e don Rodrigo. E il mondo da cui proviene Prigozhin è quello governato da un mafioso globale come Vladimir Putin.
A servizio di ideologie religioso-totalitarie
Non c’è dubbio che Wallenstein fosse a servizio di una Lega Cattolica capitanata dall’imperatore Ferdinando II che aggiungeva all’autocrazia nobiliare della sua epoca il totalitarismo religioso. Un totalitarismo che scatenò una guerra brutale per trenta lunghi anni, scoppiata appunto come guerra di religione. Cioè una guerra di vero e proprio sterminio per chi avesse un credo religioso diverso.
Il mandato di Wallenstein era dunque quello di una guerra di genocidio ricevuto di fatto da Ferdinando II. Una guerra di saccheggio, con la quale lo stesso Wallenstein si arricchì smisuratamente.
Molto simile è il mandato che Prigozhin ha ricevuto da Putin e il regime di Mosca. E, si badi bene, non solo per quanto riguarda l’Ucraina ma anche per quanto riguarda la Siria e diversi Paesi dell’Africa a partire dalla Libia. Tanto più che la chiesa ortodossa russa ha proclamato una vera e propria “crociata” di sterminio nei confronti degli ucraini e di chiunque si frapponga o sia di credo diverso. Esattamente come ai tempi delle guerre di religione in Europa che culminarono, appunto, con la prima fase della guerra dei Trent’Anni in cui operò l’omologo di Prigozhin, Wallenstein.
Prigozhin e Wallenstein a servizio di potenti che stracciano i trattati
La guerra dei Trent’Anni sarebbe potuta durare poco più di dieci anni, finendo nel 1629, se i protagonisti della Lega Cattolica non avessero voluto stravincere invece di vincere.
Wallenstein cercò di raggiungere e conquistare Stralsunda sul mar Baltico mentre il suo padrone, Ferdinando II, firmò lo sciagurato Editto di Restituzione . Un editto che di fatto stracciava il trattato della Pace di Augusta (1555) di 74 anni prima. L’editto proclamava il diritto dei cattolici di riappropriarsi di tutte le proprietà ecclesiastiche dei protestanti in ogni dove. Una follia che riaccese gli orrori della guerra. Wallenstein era dunque un mercenario a servizio di un autocrate che è rimasto famoso nei secoli per avere stracciato un trattato importante che garantiva lo status-quo di un equilibrio raggiunto tra cattolici e protestanti alcuni decenni prima.
Ricorda qualcosa? Anche Prigozhin è stato un mercenario a servizio di un capo di Stato che ha stracciato trattati importanti firmati dai suoi predecessori. Nello specifico, Putin ha stracciato il Memorandum di Budapest firmato nel 1994 che garantiva l’intoccabilità dei confini dell’Ucraina. Ed è proprio stracciando questo trattato che ha scatenato una guerra ancora più mostruosa delle precedenti aggressioni russe ai popoli della Georgia, della Siria e di altre nazioni.
Prigozhin e Wallenstein, le similitudini: assassinati per “tradimento” dal loro stesso cliente-padrone
Arriviamo alla similitudine che si realizza negli ultimi giorni della cronaca di oggi. Wallenstein fu liquidato dallo stesso suo datore di lavoro, Ferdinando II, che lo fece uccidere il 25 febbraio del 1634. Qui le similitudini con il mercenario Prigozhin sono perfettamente collimanti, fatta salva la “tecnologia” utilizzata.
Innanzitutto il motivo dell’eliminazione di ambedue i capi mercenari è lo stesso: il tradimento. Negli ultimi mesi di vita, Wallenstein aveva fatto intendere ai nemici dell’imperatore Ferdinando II di volere cambiare campo. D’altronde, era un mercenario e dunque si sarebbe trattato di un tipico atteggiamento da mercenario. Di Prigozhin sappiamo bene che ha effettuato un vero e proprio ammutinamento ed è stato pubblicamente definito quale traditore da Putin.
Ambedue, Prigozhin e Wallenstein, si sono inoltre fidati in qualche modo delle possibilità di farla franca nonostante il tradimento e nello specifico nelle modalità che li hanno portati alla morte. Wallenstein infatti fu portato ad accettare di partecipare a una cena con rappresentanti dell’imperatore i quali però si rivelarono sicari. Ad onor del vero, Wallenstein mandò solo i suoi colonnelli alla cena. Ma poi fu trovato da solo non lontano dal luogo della cena e ucciso nella sua camera da letto.
Di Progozhin sappiamo che si è fidato di Putin, non solo nell’”accordo” sull’avere salva la vita, ma anche nel prendere un aereo che doveva passare sotto il tiro della contraerea di Putin, o comunque in balia di un possibile attentato.
Altra similitudine è che ambedue i mandanti dei sicari di Wallenstein e Prgozhin sono i loro stessi datori di lavoro, i quali si sono premurati di uccidere l’intero stato maggiore. Eliminando, di fatto, l’intera armata mercenaria che li avrebbe seguiti anche dopo la morte del capo.
Prigozhin e Wallenstein: le differenze
Ovviamente, ci sono tante altre similitudini tra il caso Prigozhin e il caso Wallenstein. E ci sono anche tante differenze, a partire dall’epoca, le armi utilizzate, il contesto diplomatico ed epocale.
Ma la differenza che qui giova ricordare sta nelle intrinseche capacità quali capi militari. Se dal punto di vista logistico-organizzativo ambedue si sono rivelati particolarmente capaci, così non è per quanto riguarda le capacità tattiche e strategiche sul campo di battaglia.
In queste, Wallenstein si è dimostrato decisamente superiore a Progozhin. E non solo nella capacità di organizzare un esercito molto più numeroso e molto più rapido, in proporzione alle diverse epoche. Ma anche nella condotta strategica delle campagne militari e in quella tattica delle singole battaglie.
Prendendo ad esempio le due battaglie più importanti e conosciute dei due, dobbiamo vedere le battaglie di Lutzen per Wallenstein (1632) e quella di Bakhmut per Prigozhin (2023). Quasi quattro secoli separano le due battaglie ed è ovvio che sono state combattute con armi, metodi, e contesti tecnologici profondamente diversi.
A Lutzen, Wallenstein riuscì a ritirarsi con perdite minori di quelle inflitte all’avversario. Ma soprattutto riuscì a far morire sul campo un genio militare come il re svedese di allora Gustavo Adolfo, con conseguenze incalcolabili. Gli svedesi la considerarono come una vittoria, ma i loro alleati, come Francia e Brandeburgo, tutt’altro.
Invece Prigozhin a Bakhmut ha dissanguato una buona metà delle proprie forze intestardito a conquistare una cittadina di limitata importanza strategica e ridotta in rovine dai suoi stessi mercenari. Tanto da segnare, di fatto, il suo irrimediabile declino. Considerata una vittoria dalla propaganda russa, Bakhmut in realtà è stato un carnaio dove l’armata mercenaria di Prigozhin è stata in gran parte eliminata.
Conclusioni
Vero, il paragone tra Prigozhin e Wallenstein potrebbe essere inteso come un mero esercizio di storia. Ma una serie di conclusioni possono essere di insegnamento.
La prima, la più triste, è che il mondo di oggi in qualche modo è paragonabile agli orrori dei secoli bui della storia d’Europa. Criminali planetari come Putin hanno portato le lancette dell’orologio a quattro secoli fa, per lo meno per quanto riguarda determinati aspetti.
La seconda è che l’utilizzo di mercenari quale principale risorsa per condurre una guerra si dimostra perdente. I metodi di Ferdinando II e della Lega Cattolica portarono infatti alla rovina delle nazioni che combatterono nel campo della Lega Cattolica (Sacro Romano Impero e Spagna) e a vantaggi giganteschi per i loro nemici, soprattutto Francia e Svezia. In particolare, la Spagna declinò definitivamente e si avviò lungo la china che Giorgio Spini ha definito quale sfacelo dell’impero spagnolo.
Se ne può dedurre facilmente come andrà a finire per l’impero russo di Putin.
In copertina, fotomontaggio del volto di Prigozhin su un ritratto di Wallenstein. Chiediamo venia a Julius Schnorr von Carolsfeld autore del ritratto originale di Wallenstein, comunque riportato nel testo dell’articolo.
Foto di Prigozhin nel testo tratta da Wikipedia. By УлПравда ТВ, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=133750091