Lo scudetto del Napoli sportivamente commentato da un milanista di ferro
di Umberto Boccia
La stagione che andrà a concludersi è senza dubbio la più bizzarra di sempre per via del fatto che, unica volta nella centenaria storia del calcio. Si è svolto il mondiale di calcio a metà della stagione sportiva europea ovvero modificando quella tradizione che vedeva il mondiale svolgersi durante i mesi caldi di giugno e luglio e svolgendosi in Qatar a dicembre.
Gioco forza questo aspetto ha influito anche sulla seria A italiana e molte squadre hanno patito la partenza anticipata. Poi il lungo stop e di nuovo una ripartenza senza pause tra coppe e campionato. Ed è proprio fatta questa premessa che voglio elogiare il Napoli Campione d’Italia perché è stato bravo a saper sfruttare questa situazione anomala.
Memorabile manita
Avendo pochi giocatori coinvolti con le nazionali ha ottimizzato la prima parte del campionato cannibalizzando i suoi avversari sotto l’aspetto del gioco e del furore agonistico ottenendo risultati e complimenti da destra a sinistra.
I gol dell’uomo mascherato Osimhen, il muro d’oriente Jae e i funambolismi della sorpresa georgiana varatskheila, per citare i tre uomini di punta della squadra azzurra, sono le immagini che rimarranno impresse per la stagione 2022-’23.
Memorabile la “manita” alla Juventus al Maradona (bissata dall’1 a 0 a Torino), le vittorie contro le big d’Italia e l’unico inciampo vero contro il Milan 4 a 0 a casa propria. Del resto il Milan campione in carica li ha messi in riga anche in campo europeo dove il Napoli deve ancora farsi quell’esperienza che le manca da sempre per via della sua storia fatta di pochi successi.
Spalletti, da eterno secondo a vincitore
Ma questo è anche lo scudetto di Spalletti, il cosiddetto “eterno secondo”. L’uomo che ha collezionato secondi posti con Roma e Inter, prima di emigrare in un campionato scadente come quello russo dove ha vinto il campionato con la squadra degli oligarchi di Gazprom, lo Zenit, per poi tornare in Italia dove era ricordato solamente per aver messo alla porta gente come Totti, Icardi ed Insigne.
Toscanaccio d’eccezione, testa dura e sue idee al costo di collezionare esoneri. Ripartenze veloci e solida difesa. Insomma non il calcio di Van Gaal, Ferguson o del maestro Sacchi ma un calcio funzionale all’uso, a tratti bello e quest’anno anche vincente.
Il Napoli da Maradona al Maradona
E vista la devozione quasi religiosa che il pubblico di Napoli ha per il calcio mi permetto di chiudere citando Diego Maradona il loro protettore che ora ha dato il nome allo Stadio (ex San Paolo).
L’ultima volta che vinsero fu in modo offuscato dalla monetina di Alemao con il massaggiatore Carmando che lo spingeva a fingere di stare male e i due punti a tavolino di Bergamo con l’aggiunta della fatal Verona con 4 espulsi per il Milan e gol convalidato contro in fuorigioco evidente. Era il 1990 e lo scudetto andava per la seconda volta al Sud.
Ora siamo nel 2023 e dopo 33 anni di passione, perché dai fasti di Diego il Napoli ha attraversato un fallimento, la serie C1, l’altalena con la serie B fino a ricollocarsi stabilmente in serie A guadagnandosi accessi europei e vincendo anche delle Coppe Italia e Supercoppe…ecco adesso finalmente lo scudetto ritorna a Napoli! 33 Anni di passione perché la gente non ha mai smesso di tifare, perché la gente ha sofferto/patito, perché Napule è tornata. E per amanti della cabala come loro questa mia chicca è manna dal cielo. Complimenti ai campioni d’Italia con l’augurio che possano festeggiare prima del 2055 il prossimo tricolore!
In copertina, Maradona con la maglia del Napoli in un noto murales commemorativo, foto (ritagliata) di Jack Hunter su Unsplash.