La disamina del “caso Tandoy” che propongono gli autori è puntuale, approfondita e ricca di spunti di riflessione. Non solo. Le vite di Ezio Calaciura e di Mauro De Mauro si legano alla morte di Cataldo Tandoy creando un sottile fil rouge narrativo
di Roberto Greco
«Tra la fine di ottobre e i primi di novembre del 1959 usciva nelle sale cinematografiche italiane il film “Un maledetto imbroglio” di Pietro Germi, tratto dal gran romanzo “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda. Germi, che del suo film era anche l’interprete principale, dichiarò che “Un maledetto imbroglio” era nato perché ”non esistono gialli italiani, il giallo non si può fare perché la nostra polizia non incute né spavento né il senso fatale della legge, ma fa solo ridere”. Fare un film poliziesco era, soltanto, un vecchio sogno. Il titolo dell’opera del regista genovese entrò subito nel linguaggio comune, soprattutto in quello giornalistico. Tanto che quando pochi mesi dopo, il 30 marzo del 1960, venne assassinato ad Agrigento il commissario di polizia Aldo Tandoy, i cronisti definirono il delitto per l’appunto “un maledetto imbroglio”». Inizia così la prefazione de “L’imbroglio”, il nuovo libro edito da Navarra Editore e che sarà disponibile nelle librerie dal 29 marzo.
Gli autori
Gli autori sono Sergio Buonadonna e Massimo Novelli. Sergio Buonadonna è giornalista professionista e promotore culturale. Ha lavorato a lungo al giornale “L’Ora” di Palermo, poi a “La Provincia Pavese”, è stato capo redattore cultura e spettacoli de “Il Secolo XIX”. Ha collaborato ai servizi culturali di Repubblica Palermo e dei quotidiani locali del gruppo L’Espresso. Massimo Novelli scrittore e giornalista già redattore e inviato a “La Repubblica” e poi collaboratore de “Il Fatto Quotidiano” e “Il Mattino” di Napoli.
Un lavoro a quattro mani, di quelle mani che non solo sanno tenere in mano la penna ma la sanno usare con dovizia. Buonadonna e Novelli affondano le loro mani e le loro penne nella memoria dell’Isola. Di una parte dell’Isola di cui non si parla spesso. Una parte della Sicilia che oggi sembra lontana dagli intrighi politico-mafiosi solo perché ce lo siamo dimenticati.
L’imbroglio: il caso Tandoy
La disamina del “caso Tandoy” che propongono gli autori è puntuale, approfondita e ricca di spunti di riflessione. Non solo. Anche grazie al lavoro realizzato dai cronisti del tempo ampiamente citato, Buonadonna e Novelli, accompagnano il lettore all’interno di una storia sì conosciuta ma, in realtà, mai sviscerata e svelata.
E proprio a propositi di cronisti, il libro rompe le tradizionali regole del saggio e diventa egli stesso portatore di memoria. È evidente sin dal primo capitolo, quel capitolo che apre normalmente la storia, che lo sviluppo narrativo del loro lavoro è frutto di analisi e connessioni.
Le vite di Ezio Calaciura e di Mauro De Mauro si legano alla morte di Cataldo Tandoy creando un sottile fil rouge narrativo.
«A quel delitto si legarono anche i destini di due giornalisti siciliani, Mauro De Mauro ed Ezio Calaciura, peraltro agrigentino, che sull’assassinio del poliziotto avevano cercato la verità dalle colonne del giornale L’Ora di Palermo. De Mauro scomparve per sempre il 16 settembre del 1970, e tra le cause della sua eliminazione si considerò pure il delitto Tandoy, così come una pista che portava dritti alla mafia agrigentina. Calaciura, che sul sequestro di De Mauro stava indagando, morì in un misterioso incidente stradale in Calabria nel marzo del 1973» scrivono gli autori.
Una lettura che merita attenzione da parte del lettore. Con uno stile linguistico in parte condizionato dagli ampi stralci dei resoconti dell’epoca, ma che gli autori riescono a ben condurre nell’impervia strada del racconto. Facendolo così uscire dallo schematismo tipico dei saggi offrendo un’opera di divulgazione godibile, oltre a essere un incredibile reportage sulla mafia agrigentina e sul suo contesto politico e sociale.
“L’imbroglio – Aldo Tandoy, commissario, Mauro De Mauro, giornalista Ezio Calaciura, giornalista” di Sergio Buonadonna e Massimo Novelli edito da Navarra Editore – pagg. 240.
In copertina gli autori Sergio Buonadonna (a sinistra) e Massimo Novelli.
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