Un noir, senza dubbio, con una trama sapientemente organizzata e che ben racconta le possibili vie di fuga dal proprio status sociale e accompagna il lettore nelle scelte, ancora una volta imprevedibili ma non procrastinabili e quindi mai didascaliche. Sarà forse il pentimento la chiave che permetterà di aprire la porta finale?
di Roberto Greco
Un amore tormentato, uno di quegli amori che nascono in maniera imprevedibile, senza che nessuno possa architettare nulla. Semplice, penserà qualcuno, in fin dei conti è un modello descrittivo di moltissime narrazioni. Ma Enzo Mignosi, cronista di razza sia per Giornale di Sicilia e ancor più per il Corriere della Sera, e presente su Maredolce con un suo delizioso racconto, riesce a non esprimere banalmente la storia.
Lo fa a partire dall’ambientazione, quella Palermo che lui stesso ha vissuto e ben conosce, quella degli anni ’80. Quegli anni ’80 in cui si sviluppa ciò che storicamente possiamo definire la “seconda guerra di mafia”.
Anche qui è necessario un inciso perché il lavoro di Mignosi “sembra” un romanzo a tema mafia, di quelli che rappresenta quella moda sbocciata negli ultimi anni. Gli autori sono cronisti di nera e giudiziaria, quei cronisti che hanno raccontato fatti più che storie, sempre con linguaggio e argomenti da terzietà, imparziale, e che, ora, si lanciano in mare aperto intrecciando cronaca basata sui ricordi personali e immaginazione letteraria.
In realtà Mignosi riesce a smarcarsi da questo mood perché il suo è un racconto che contiene forze dirompenti in continuo conflitto tra di loro proprio a partire dai personaggi, Lillo “Brillantina” e Marinella. Emozioni da La bella e la bestia di Jeanne-Marie Leprince de Beaumont e contrasti da Il rosso e il nero di Stendhal. Anche se la penna dell’autore ricalca la grazia e la sottigliezza psicologica di Orgoglio e pregiudizio della Austen.
Mignosi usa la penna come l’ago di un telaio piuttosto che come un’arma. Si toglie dai costrutti tradizionali di rappresentazione del fenomeno mafioso e cerca, riuscendoci, di scarnificare i personaggi e i loro gregari. Cercando, con umiltà, di privilegiare l’essere umano, senza puntare il dito accusatorio di Sciascia su alcuno, mantenendo un distaccato amore per le proprie parole e la storia.
Lui, Lillo “Brillantina” è un mafioso. Mentre lei, Marinella, è un’insegnante di musica che s’innamora. S’innamora in modo che potrebbe essere definito impossibile. Ma Mignosi va oltre perché i suoi protagonisti si caratterizzano entrambi per una spiccata personalità borderline, motivo per il quale, con loro, la porta delle responsabilità si muove continuamente sul confine tra mafia e legalità, in realtà tra le scelte di Lillo e quelle di-e-per Marinella.
«In un angolo scorse un clochard immobile, accucciato sotto una catasta di vecchie coperte. Sembrava un fagotto abbandonato per strada, invisibile come un fantasma. Un uomo che non esisteva. “Siamo tutti e due soli al mondo, ma tu almeno sei libero – pensò Lillo – Non hai niente e non devi difendere niente… Magari sei anche felice… Io invece sono schiacciato dal peso dei rimorsi e dall’incertezza del domani”» scrive Mignosi.
Un noir, senza dubbio, con una trama sapientemente organizzata e che ben racconta le possibili vie di fuga dal proprio status sociale e accompagna il lettore nelle scelte, ancora una volta imprevedibili ma non procrastinabili e quindi mai didascaliche.
Sarà forse il pentimento la chiave che permetterà di aprire la porta finale? Lillo sarà disposto a cambiare la propria vita, in contrasto con quelle regole imposte da Cosa nostra, regole ferree sottoscritte con il sangue? Riuscirà a voltare le spalle ai tuoi compagni d’armi, a quella “famiglia” che ti ha allevato e cresciuto facendoti diventare un uomo d’onore? Il codice d’onore non lo permette. E allora, cosa deve fare Lillo per poter fuggire senza rinunciare a Marinella?
Una storia d’amore, quindi, ma il finale a sorpresa riserva un doppio colpo di scena, doppio come la mandata anticipata dal titolo del libro.
“A doppia mandata” di Enzo Mignosi – Ianieri edizioni – pagg. 304.