“Frammenti di luce blu” è un libro di poesie. Ma, nel terzo millennio, la poesia è ancora da ritenersi importante?
di Roberto Greco
«Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce in questo mare». Con questo verso Giacomo Leopardi chiude la sua “L’infinito” e questo è quanto rimane dopo la lettura di “Frammenti di luce blu”, il nuovo di lavoro di Serena Contino edito da Aletti editore.
Si tratta di un libro di poesie. Ma, nel terzo millennio, la poesia è ancora da ritenersi importante? La risposta è senza dubbio sì, perché la poesia annulla lo spazio, permette di trasmette multiformi messaggi contemporaneamente e aiuta l’individuo a essere libero. C’è quindi bisogno della poesia, perché arricchisce, lo fa crescere e maturare.
Un dolce naufragare tra bellezza, natura e amore. Trentacinque componimenti poetici. Trentacinque espressioni di sentimenti veri, di coraggio, di consapevolezza dei propri sentimenti, anche quando questi raccontano la mancanza, quel vuoto spasmodicamente pieno di nulla che rimane nel momento dell’assenza.
«Soffio di vita. Goccia d’Acqua che mi trasporti nei flussi ondosi del Mare Azzurro del Tempo. Io ora sono l’Acqua che bevi, la Divina Essenza della Fonte della Vita e della bellezza» scrive Contino nella sua “Venere d’oro” e ancora «Sentieri gioiosi fioriti d’arancio e crepitio di passi stanchi degli affanni e dei dolori del vivere, tra le gialle foglie secche, cadute nel prato erboso e verdeggiante» nella sua “Magia d’Autunno”.
Se la scrittura oggi più che mai, è un atto di coraggio, volontà di riempire un foglio bianco in attesa di trasformarlo in una briciola di eternità, scrivere poesie è, senza dubbio, posare tutte le armature, tutti gli sche(r)mi, darsi incondizionatamente e, in questo, Serena Contino dimostra di essere maestra.
“Frammenti di luce blu” di Serena Contino, Aletti editore – pagine 117