di Umberto Boccia
Polemica di Piersilvio
Piersilvio Berlusconi giudica esagerata la cifra offerta dalla Rai (200 milioni di euro) per aggiudicarsi l’esclusiva dei mondiali in Qatar 2022 e questo già stride nelle mie orecchie se penso che la vecchia emittente del “Biscione” (Mediaset per i più giovani) iniziò la sua ascesa soffiando personaggi illustri e famosi alla RAI, a colpi di centinaia di milioni di lire. Ma a parte questo dettaglio storico televisivo la mia attenzione è il mondiale di calcio Qatar 2022.
Da tifoso ed ex frequentatore dello stadio sono sdegnato da tutto il circo allestito per fare in modo che questo mega-show vada in onda.
Mondiale in Qatar: il capriccio degli sceicchi
Un capriccio da sceicchi senza dubbio, una guerra vinta a colpi di petrolio e dollari per accontentare il desiderio di pochi, loro che volevano vedere il mondiale in casa, a discapito di molti, tifosi che vedono la stagione calcistica, falsata, distorta, modificata. Peggio ancora se penso che nei cantieri del caldo paese ospitante sono morte circa 6500 persone durante la costruzione degli stadi.
Stadi extra lusso certo, ci mancherebbe altro. Con addirittura l’impianto di climatizzazione perché è vero sì che si gioca a novembre e che in Qatar fa meno caldo che a luglio, ma le temperature sono sempre inadatte per il gioco del calcio.
E poco importa
E poco importa se si inquinerà rinfrescando gli impianti, illuminandoli a giorno per permettere alle tv di trasmettere ad orari accettabili per l’Europa, dove è nato il calcio e dove risiede la maggior parte del bacino d’utenza.
Poco importa se i campionati sono iniziati ad agosto, ci sono state partite ogni tre giorni, ci si fermerà un mese e mezzo e si riprenderà (di corsa) a gennaio. Ed è vero che gli atleti sono strapagati, ma così si rischia anche la loro salute fisica. Ne sono esempio la marea di infortuni che ci sono stati in questo avvio e sono sicuro ce ne saranno ancora.
E poi il tifo quello vero, le curve, le bandiere, le coreografie e i cori… tutto un grande falò per riscaldare il camino (europeo) e stare seduti sulla poltrona a guardare la tv. Perché il tifoso quello vero, non può permettersi viaggi del genere specialmente durante il periodo lavorativo.
Sarò romantico, sarò vecchio. Ma a me piaceva quando finiva il campionato e il mondiale lo si giocava da giugno a luglio, non a ridosso di Natale ed esclusivamente in poltrona.
Mi permetto di dire che tutto ciò mi fa ribrezzo. Sono un nostalgico del calcio dell’oratorio, della periferia, dei club con lo “zoccolo duro della nazionale”, con gli inni cantati con quasi le lacrime agli occhi allo Stadio pieno di bandiere.
E alla polemica ne aggiungo un’altra: la delusione è ancora maggiore perché la nostra nazionale non ci sarà per la seconda volta consecutiva. Otto anni senza mondiale. Quattro anni fa ci ha smontati la patria dell’Ikea, la Svezia e ora la nostra nazionale alla frutta è stata eliminata dalla Macedonia del Nord.
Boicottare il mondiale in Qatar
A questo punto mi associo agli ultras d’Europa e boicotterò non guardando il mondiale 2022 e aspetterò quelli di Canada-USA-Messico 2026, sperando che l’Italia ne faccia parte. Allora sì che potrò gonfiare il petto e dire a qualsiasi altro tifoso che mi prenderà in giro per una sconfitta: “E allora cosa vuoi? Noi siamo imbattuti da 12 anni!”. Che poi dodici anni siano esattamente quelli relativi alla nostra non partecipazione, sono dettagli. Noi siamo imbattuti. Checché.
Ma il 20 novembre non sperate di trovarmi di fronte alla televisione, io non lo guarderò. Piuttosto guarderò il Grande Fratello Vip.
Ironia a parte sul calcio italiano, voglio citare e chiudere in bellezza con una frase famosa di un trio comico anni ottanta che riassume il tutto “A me…me pare ‘na strunzat…” (cit. I trétré).
Foto in copertina by Rahul Joglekar da Unsplash