di Gabriele Bonafede
Finora non solo le truppe ucraine sono entrate a Kherson, ma hanno anche celebrato la Liberazione della città insieme a una grande quantità di civili in festa. Persino con musica, assembramenti, clacson delle macchine, e tutto quanto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è anche andato a Kherson espletando funzioni ufficiali all’aperto, come l’alza bandiera e l’inno nazionale. Tutto ciò senza sostanziali problemi di sicurezza. Lo si è visto parlare con le persone in festa anche da vicino.
Ciò significa molte cose.
Insegnamenti dagli avvenimenti a Kherson
Per lo meno si possono trarre cinque insegnamenti, o come le chiamano gli anglosassoni “lezioni” (lessons learned).
Uno. Che il cosiddetto referendum di annessione alla Russia era una grottesca farsa. Cosa che sapevamo già, ma che adesso è ancora più evidente.
Due. Che non c’è alcun nucleo di militari russi (magari in abiti civili) in città, per lo meno non può essere di quantità e capacità significative.
Tre. Che i russi non sono riusciti a portare via enormi quantità di materiali militari, dal momento che sono stati trovati in città e nei sobborghi, abbandonati in tutta fretta.
Quattro. Che evidentemente sulla riva sinistra del Dnipro, i russi non hanno abbastanza uomini e nemmeno cannoni per bombardare il centro di Kherson: troppe quantità di uomini e mezzi militari sono stati persi dai russi nella loro rotta tra Kherson e Nova Kakhovka.
Cinque. Ne consegue che sembra difficile che i russi possano organizzare una duratura tenuta della riva sinistra del Dnipro, dal momento in cui, per adesso, non hanno nemmeno qualche cannone per bombardare la popolazione in festa nel centro di Kherson.
Per quanto riguarda i primi due insegnamenti, è ormai chiaro che la stragrande maggioranza degli ucraini di Kherson è compatta nel festeggiare il ritorno della libertà anche in una situazione difficile con mancanza di acqua corrente ed elettricità. I militari russi rimasti in città sono stati in gran parte riconosciuti e catturati. Non c’è stato finora alcun attentato di eventuali “cellule” di “resistenza” pro-russa, come propagandavano le poco credibili tv controllate o ricattate dal Cremlino.
I prossimi scenari in Ucraina: la riva sinistra e la foce del Dnipro
Dagli insegnamenti tre e quattro, consegue il quinto che suggerisce quali saranno gli scenari in Ucraina dopo la liberazione di Kherson. Scenari che sembrano essere confermati negli ultimi due o tre giorni di avvenimenti.
La riva sinistra, o meridionale, del Dnipro dalla diga di Nova Khahovka a valle è altimetricamente molto più bassa della riva destra. I russi hanno dimostrato di avere effettivamente minato il ponte di Nova Kakhovka, visto che ne hanno fatto saltare due sezioni dal lato settentrionale in tutta fretta, mentre ancora c’erano migliaia di soldati russi che hanno dovuto attraversare il Dnipro su mezzi di fortuna. Qui c’è una delle diverse analogie con la battaglia di Lipsia del 1813.
In particolare la zona più vicina a Kherson e alla foce del Dnipro sembra essere poco presidiata dai russi. Difficilmente i russi comandati da un epigono dei bombardamenti a tappeto come Surovikin, non avrebbero cercato di rovinare la festa agli ucraini assembrati nel centro di Kherson. È probabile che sulla riva sinistra del Dnipro i russi non abbiano ancora grandi quantitativi di artiglieria pesante, sia essa semovente o meno. Né si può ipotizzare che i russi inondino la zona senza mettere a repentaglio la tenuta della Crimea che dipende dall’acqua della diga di Nova Kakhovka.
D’altronde il terreno è paludoso e diventa sempre più paludoso andando verso la penisola di Kinburn e la foce del Dnipro. Qui è difficile conoscere la consistenza delle truppe russe. Notizie non confermate parlano già di piccole teste di ponte ucraine per lo meno di ricognizione e servizi speciali in una zona che facilita l’attività partigiana degli ucraini.
In termini generali, se è relativamente agevole per i russi difendere la riva sinistra del Dnipro nei pressi di Nova Kakhovka, non è così nella parte paludosa più a valle. Non solo per le condizioni geografiche e ambientali, ma anche per quelle logistiche e degli effettivi.
I prossimi scenari in Ucraina: quali opzioni per l’Ucraina
Molti esperti hanno fornito analisi che confermano il trend sui possibili scenari in Ucraina a scala strategica per le prossime settimane o mesi. Tutti o quasi concordano sul fatto che la liberazione di Kherson abbia ampliato il ventaglio di opzioni a disposizione del comando ucraino per proseguire la liberazione e al contempo limitare le perdite in vite umane.
Grosso modo vengono riconosciute tre opzioni (qui fonte con la mappa qui riportata). Si tratta di scenari per i quali l’Ucraina possa utilizzare la stessa massa di manovra utilizzata per scacciare i russi dalla riva destra del Dnipro.
Massa di manovra evidentemente efficace e che è ancora intatta a fronte di un esercito russo che invece ha ulteriormente perso in capacità di combattimento anche per unità diciamo così d’élite.
A questo va aggiunto un ulteriore miglioramento del morale nelle forze armate ucraine. Dall’altro lato corrisponde un ulteriore abbassamento del livello di morale tra le truppe russe, già molto basso fin dall’inizio della loro brutale e ingiustificata aggressione.
Le opzioni sarebbero queste. Innanzitutto una rinnovata spinta sul teatro del Donbass, con conseguente liberazione di Lugansk e Donetsk. Poi un’operazione sull’area di Melitopol per tagliare le forze russe in due. Quest’ultima faciliterebbe la terza: un’offensiva che prosegua quella già iniziata sul basso bacino del Dnipro, passando rapidamente sulla riva sinistra.
Conclusioni
Da un’analisi della situazione, sembra invece che l’Ucraina possa portare avanti tutte e tre queste opzioni sia singolarmente che parallelamente, e probabilmente con ulteriori opzioni o sotto-opzioni. È comunque evidente che le carte a disposizione delle forze armate ucraine si siano moltiplicate dopo la vittoria di Kherson che si è rivelata anche più netta del previsto. Né il comando russo o qualsiasi analista può prevedere dove e come le forze armate ucraine sferreranno la prossima offensiva per liberare altre città e villaggi dal giogo degli aguzzini russi che a tutt’oggi le occupano brutalmente e illegalmente.
Una cosa sola è certa. Gli ucraini hanno preso l’iniziativa con rapporti di forza notevolmente cambiati già adesso. Per giunta, nelle prossime settimane il tempo, sia cronologico che atmosferico, favorisce gli ucraini.
Da un lato i russi si dibattono in una gigantesca crisi logistica, politica ed economica che non gli permette di mandare consistenti truppe addestrate al fronte e tantomeno equipaggiate per l’inverno. Dall’altro lato, le forze armate ucraine invece ricevono sempre più armi e unità ben addestrate ed equipaggiate per l’inverno.