di Gabriele Bonafede
“Adesso puoi vedere?”
“Sì, adesso posso vedere”.
Una domanda e una risposta, alla fine di uno dei più grandi film della storia del cinema: “Luci della città” (City Lights, 1931) di Charlie Chaplin. Due frasi-chiave, scritte, non pronunciate, se non dalla musica e i gesti. Se non quale muto eppure comprensibile corollario a una storia del vedere e del sentire, a una storia di luce e musica. Alla storia dell’umanità, in effetti. Dove tutti i sensi, compreso il tatto, sono presenti in una pellicola semplicemente epocale.
Il film fu riconosciuto quale capolavoro fin dalla prima proiezione alla quale Chaplin andò, come è noto, insieme ad Einstein ricevendo una standing ovation alla fine. Era il 30 gennaio 1931 a Los Angeles, presso il Los Angeles Theater. Nel 1931 il film registrò il più alto incasso negli Stati Uniti e nell’anno seguente, quando fu proiettato anche in Europa, registrò il secondo incasso mondiale.
Luci della Città al Teatro Massimo
Domenica 3 luglio “Luci della Città” sarà a Palermo in versione restaurata con l’orchestra dal vivo: “Con l’esecuzione dal vivo delle musiche originali e la proiezione del film muto, “Luci della Città” (City Lights) di Charlie Chaplin, ha inizio domenica 3 luglio alle 20:30 in Sala Grande la programmazione estiva del Teatro Massimo di Palermo”, comunica l’ufficio stampa del Teatro.
Si tratta, in effetti, della realizzazione della volontà di Chaplin stesso anche a Palermo. Chaplin avrebbe infatti voluto che il film fosse sempre in visione con orchestra dal vivo anziché con la musica registrata.
Sul podio dell’Orchestra del Teatro dirigerà il Maestro Helmut Imig, uno dei maggiori specialisti di ricostruzione ed esecuzione di colonne sonore d’epoca per film muti.
“Scritto, diretto e interpretato da Charlie Chaplin, “Luci della Città” è il film capolavoro del grande regista inglese e una delle pellicole più amate di sempre, caratterizzata da un aggraziato mix di comicità e denuncia sociale, densa di scene commoventi e gag esilaranti”, precisa il Teatro Massimo.
Attentissimo anche all’aspetto musicale dei suoi film, Chaplin ne compose le musiche in collaborazione con Arthur Johnston scegliendo nel 1931, quando cominciava a imporsi il sonoro, di proseguire sulla strada del film muto adottando una tecnica mista. Infatti, i personaggi non parlano ma una colonna sonora accompagna le loro azioni ed emozioni. “Se il film non piace – sosteneva Chaplin – il pubblico dovrebbe almeno poter chiudere gli occhi e godersi la musica”.
La colonna sonora restaurata e ricostruita
La colonna sonora restaurata e ricostruita da Timothy Brock sarà dunque eseguita dal vivo dall’Orchestra del Teatro Massimo mentre sul grande schermo cinematografico montato per l’occasione sul palcoscenico viene proiettato il film.
Tra musica e immagini rivive la storia d’amore dell’irresistibile vagabondo Charlot che, innamorato della bella e povera fioraia cieca (l’attrice Virginia Cherrill), riesce a guadagnare tra mille vicissitudini il denaro necessario per l’operazione che potrà restituirle la vista. Una storia semplice e commovente dietro cui si cela un messaggio più profondo.
Il film si apre infatti sulla pomposa cerimonia di inaugurazione di una statua dedicata a “Pace e Prosperità” ma, addormentato sulla scultura, sotto il drappo che la rivela al pubblico, è proprio il vagabondo Charlot. Lo sdegno che si riversa sul poveraccio è al tempo stesso pura comicità e una denuncia dell’ipocrisia della società, un tema che Chaplin ebbe sempre caro e che esprime in tutti i suoi film.
Chaplin sulla sua musica per “Luci della Città”
«Ho cercato di comporre della musica elegante e romantica per incorniciare le mie commedie in contrasto con il personaggio del vagabondo – dirà Chaplin nelle sue Memorie – perché la musica dava alle mie commedie una dimensione emotiva. Volevo che fosse un contrappunto di grazia e charme, per esprimere il sentimento senza il quale un’opera d’arte è incompleta».
Sul podio dell’Orchestra del Teatro Massimo dirigerà un grande specialista di ricostruzione ed esecuzione di colonne sonore d’epoca come il direttore tedesco Helmut Imig che vanta tra le sue composizioni le musiche originali nello stile del tempo per i film di Ernst Lubitsch Lady Windermere’s Fan e So this is Paris e ha ricostruito la musica di Edmund Meisel per La corazzata Potëmkin di Ėjzenštejn per la Berlinale 2005.
In occasione della presentazione di “City Lights”, domenica 3 luglio sarà prolungato l’orario delle visite guidate a teatro (ultima visita ore 19:30) ed è previsto il biglietto ridotto per chi volesse associare alla visita anche il concerto/spettacolo.
Durata dello spettacolo: 1 ora e 30’ circa