di Gabriele Bonafede
Tra le eccellenze artistiche e culturali di Palermo, spicca il Teatro Massimo. Si è riaffermato ed è cresciuto con risultati eccellenti sul piano nazionale e internazionale soprattutto negli ultimi venticinque anni.
L’eccellenza-Teatro Massimo ha conosciuto alterne vicende fin dalla sua costruzione fisica che durò più di trent’anni dal primo bando per la progettazione (1864) alla prima inaugurale, il Falstaff di Giuseppe Verdi (16 maggio 1897).
Accade oggi 12 maggio 2022 che, con un concerto diretto da Michele Mariotti, il Teatro Massimo di Palermo celebri il venticinquesimo anniversario della riapertura dopo la chiusura di ventitré anni (1974-1997) che ne segnò il periodo più buio. In programma la sinfonia “Dal nuovo mondo” di Antonín Dvořák e Lieder di Strauss e Brahms. Ieri, mercoledì 11 maggio, la prova aperta del concerto è stata dedicata agli studenti. Epico lavoro, quello di Dvorack scelto per l’occasione: un’epica ricorrenza.
Venticinque anni da celebrare con antiche radici
Venticinque anni che hanno segnato il passaggio da una lunga e dolorosa chiusura al pubblico a una riapertura e rinascita che è andata ben oltre le aspettative. Il Teatro Massimo in venticinque anni è tornato ai fasti dei tempi in cui fu progettato e costruito: i tempi del passaggio dalla Belle Époque alla Palermo Felicissima dell’Art Nouveau.
Non a caso fu progettato da Giovan Battista Filippo Basile, con il suo armonioso stile neoclassico-eclettico del tardo ottocento, e realizzato dal figlio Ernesto Basile, massimo architetto del Liberty palermitano.
Nel suo comunicato stampa, il Teatro ricorda: “Il 12 maggio del 1997, dopo 23 anni di incredibile e ingiustificabile chiusura e in coincidenza con il centenario dell’inaugurazione, il Teatro Massimo veniva riaperto al pubblico con un doppio concerto: il primo, nel pomeriggio, diretto da Franco Mannino con il Coro e l’Orchestra del Teatro; il secondo, la sera, diretto da Claudio Abbado con l’orchestra dei Berliner Philharmoniker. La mattina del 12 maggio poi, la prova di Claudio Abbado con i Berliner era stata aperta al pubblico degli studenti; ed era stata una grandissima emozione per un pubblico composto quasi interamente da ragazzi e ragazze nati dopo la chiusura del Teatro Massimo.”
L’arte e la musica non smettono mai di rappresentare i valori più profondi della civiltà
Così, un quarto di secolo dopo, per ricordare questa ricorrenza il “Teatro Massimo ha invitato un direttore tra i più affermati come Michele Mariotti, direttore musicale del Teatro dell’Opera di Roma, a dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro con un concerto celebrativo che vuole confermare la vitalità e la presenza del teatro nel tessuto sociale e culturale della città.”
“La riapertura del teatro Massimo – dice il Sovrintendente Marco Betta – fu un segno di rinascita. L’arte e la musica non smettono mai di rappresentare i valori più profondi della civiltà, celebriamo questo anniversario con questa consapevolezza e la gioia ed il senso di essere ritornati al mondo.”
Il programma del concerto, giovedì 12 maggio 2022 alle 20:30, vede una successione di grandi composizioni. Si comincia infatti con i Vier letzte Lieder di Richard Strauss. I quattro ultimi canti che sono il messaggio di congedo dal mondo del compositore bavarese. Strauss aveva già ottantaquattro anni quando li scrisse nel 1948, e furono eseguiti solo dopo la sua morte, nel 1950.
Grandi composizioni per i venticinque anni dalla riapertura
Dal primo Frühling (Primavera) fino all’ultimo, Im Abendrot (Al tramonto), che si conclude con la domanda “è questa forse la morte?”, un senso di grande serenità pervade questi Lieder, su testi di Hermann Hesse per i primi tre e di Joseph von Eichendorff per l’ultimo, il più significativo. Ad eseguirli con l’Orchestra del Teatro Massimo sarà il soprano Christiane Karg.
A seguire Schicksalslied (Canto del destino) di Johannes Brahms su testo del poeta romantico Friedrich Hölderlin. Anche Brahms, come Strauss, si interroga sul destino dell’uomo. Ma se la dimensione di Richard Strauss era individuale, le domande di Brahms hanno una portata collettiva. Il testo di Hölderlin quindi non è affidato a una voce solista, ma al Coro diretto da Ciro Visco.
Chiude il concerto la Sinfonia n. 9 “Dal nuovo mondo”, tra le più famose e trascinanti sinfonie di Antonín Dvořák. Fu scritta nel 1893 durante il soggiorno americano del compositore ceco che, al culmine della sua fama, era stato invitato a dirigere il conservatorio di New York.
In questa sinfonia, Dvořák infonde la curiosità e il fascino di questo “nuovo mondo” che gli si apriva nelle sale da concerto ma anche nelle strade. Infatti, fu lui a spingere i giovani musicisti incontrati in America ad abbandonare i modelli europei per scrivere una musica che rispecchiasse la loro esperienza, così come anche lui aveva portato le melodie tradizionali nelle sue opere. Le melodie e i ritmi della sinfonia risentono così tanto della suggestione delle scoperte americane che della nostalgia della patria.
Programma
12 maggio ore 20.30 in occasione dei venticinque anni dalla riapertura del Teatro Massimo
Direttore Michele Mariotti. Soprano Christiane Karg. Richard Strauss Vier letzte Lieder op. 150, Johannes Brahms Schicksalslied op. 54 Antonín Dvořák Sinfonia n. 9 in mi minore op. 95 “Dal nuovo mondo”.
Orchestra e Coro del Teatro Massimo, Maestro del Coro Ciro Visco.
Durata: un’ora e quarantacinque minuti circa.
(Prenotazioni https://www.teatromassimo.it/calendario/altro/prova-aperta-concerto-mariotti.html).