di Gabriele Bonafede
Maurizio Zamparini, già presidente calcistico di Palermo e Venezia, è deceduto alle due di notte nella clinica di Cotignola (provincia di Ravenna) dove era ricoverato da qualche giorno.
Alla sua famiglia va il cordoglio e un sincero abbraccio, oltre alla gratitudine per avere dato tanto al Palermo e al calcio italiano.
Infatti, Maurizio Zamparini non è stato solo il migliore presidente nella storia del Palermo calcistico in quanto a risultati. Lo è stato, oggettivamente, anche per tutto il calcio italiano.
Perché fare calcio a Palermo non è la stessa cosa che farlo a Milano, Torino, Genova, Bergamo o a Casalperduto dell’Emilia.
Palermo è una città quanto meno contraddittoria. Più precisamente è spesso, troppo spesso, una città ingrata, difficile e autolesionista.
Per giunta, il calcio italiano è tarato da nebbiosi potentati che tengono molto al proprio bacino d’utenza, composto dai milioni di appassionati che seguono il calcio. E il bacino d’utenza di Palermo, oggigiorno, al 99% sostiene il club rosanero solo quando ottiene risultati di primo piano: buoni campionati in serie A. Per il resto, solo fiammate di passione per i colori locali a fronte di dedizione costante e irriducibile per un grande club o l’altro.
Perché Maurizio Zamparini è stato il migliore presidente nella storia del Palermo e del calcio italiano
Fino all’avvento del calcio televisivo, una proprietà del Palermo poteva contare su un copioso afflusso allo stadio, persino in serie C. Oggi, con introiti che derivano in gran parte da altre fonti e le partite si guardano principalmente sullo schermo, il bacino d’utenza delle grandi città del Mezzogiorno è preda dei maggiori club italiani. Non c’è spazio per le ormai sparute tifoserie di grandi città del Sud, dedite in larghissima maggioranza a seguire i soliti “grandi club” italiani.
Non a caso, tutti i club di grosse città meridionali militano oggi in serie C o peggio: Bari, Catania, Palermo, Messina. In serie A troviamo invece club di paesini settentrionali, come Casalperduto dell’Emilia, che non hanno alcuna chance di sottrarre utenze ai “grandi club”. Non è un caso.
In questo contesto, già fondamentalmente avviato quando Maurizio Zamparini era presidente dell’ US Città di Palermo, giocare dieci campionati consecutivi in serie A è come vincere per dieci volte di seguito lo scudetto con club come Juventus, Inter o Milan.
Vincere per tre competizioni di seguito a casa della Juventus, come ha fatto il Palermo di Zamparini, non è riuscito a nessun club del mondo, nemmeno al Real Madrid.
Raggiungere competizioni europee per cinque anni consecutivi con il Palermo è come vincere la Champions per cinque anni consecutivi per club come Real Madrid, Barcellona, Milan, Manchester United o Bayern Monaco.
Ed è esattamente tutto ciò che ha fatto Maurizio Zamparini con il Palermo.
L’ingratitudine del calcio italiano
Il giornalismo sportivo italiano non ha mai notato questi fatti, che sono fatti e non chiacchiere. Nemmeno nel giorno della scomparsa di Maurizio Zamparini. Ha preferito pubblicare, invece, i soliti “coccodrilli” privi di capacità analitiche. Oppure ha indugiato nelle solite storielle da titolaggio, come l’attributo di “mangia-allenatori”, o le sue battute a effetto.
Val la pena di ricordare che il Palermo di Zamparini ha fornito ben cinque giocatori all’ultima nazionale campione del mondo, quella del del 2006: Barone, Barzagli, Grosso, Toni e Zaccardo.
Tutti e cinque scoperti o rivalutati da Maurizio Zamparini e portati al massimo livello internazionale, insieme a tanti altri di altre nazioni: da Cavani a Pastore, da Amauri a Dybala, da Vazquez a Lafferty, a Sallai, Nestorovski, Ilicic, Zahavi, Bresciano e tanti altri, in una lista molto, molto, lunga. Per non parlare dei giovani allenatori che oggi devono la loro carriera ai massimi livelli alla fiducia, sia pure a tempo, che gli fu accordata da Maurizio Zamparini ai loro esordi, oppure nel loro rilancio. Sono tanti grandi allenatori, proprio perché ne ha cambiati tanti.
Val la pena ricordare che tra i calciatori della nazionale italiana campione d’Europa nel 2021, due sono stati scoperti e cresciuti proprio da Zamparini nel Palermo di anni fa (Belotti e Sirigu) e altri due hanno vestito la maglia rosanero in stagioni in cui non erano ancora esplosi: Emerson e Cristante.
E tutto questo da una piazza come Palermo. Che mai più, o molto difficilmente, vedrà risultati migliori di quelli ottenuti da Maurizio Zamparini.