Dopo le elezioni presidenziali il centrodestra si spaccherà
di Giovanni Burgio
“Il centrodestra dopo le elezioni del Presidente della Repubblica non sarà più lo stesso”. A dare il drastico annuncio è stato Alessandro Sallusti, già direttore del “Giornale” di Berlusconi e da poco tempo direttore dell’altro quotidiano di destra “Libero”. E lo ha detto, con un sorriso sarcastico e compiaciuto, l’11 novembre durante la trasmissione di Giovanni Floris sulla 7 “Dimartedì”.
Cosa intendeva comunicare l’astuto giornalista tanto vicino a Silvio Berlusconi? A quali decisioni e scelte che saranno prese nel prossimo futuro si riferiva il navigato direttore di giornali?
Forza Italia e le elezioni presidenziali
La previsione fatta da Sallusti allude alla posizione che assumerà Forza Italia nel momento in cui inizieranno le votazioni per eleggere il Capo dello Stato. Il partito creato da Silvio Berlusconi tenderà all’accordo con gli altri gruppi politici presenti in Parlamento per eleggere una personalità al di sopra delle parti che raccolga un ampio consenso. E in questo senso in quella stessa trasmissione si faceva esplicito riferimento a Pierferdinando Casini.
L’estrema destra di Salvini e Meloni, invece, non accetterà questo tipo di trattativa e questo profilo politico. E qui avverrà la rottura, perché questa mancanza d’unità d’intenti sarà l’ultima goccia che farà traboccare il vaso del centrodestra. Per cui subito dopo le elezioni presidenziali Forza Italia abbandonerà l’alleanza con la Lega e Fratelli d’Italia, e il centrodestra, così come lo conosciamo adesso, non ci sarà più.
Un progressivo allontanamento
Lo sganciamento di Forza Italia dalle forze sovraniste e antieuropeiste di Salvini e Meloni è stato lento ma costante.
La prima rilevante divergenza si è avuta quando Ursula von der Leyen è stata eletta Presidente della Commissione europea. In quell’occasione Forza Italia, facendo parte del gruppo Popolare europeo, aveva votato assieme ai conservatori, progressisti e euroscettici moderati, formando la cosiddetta “Maggioranza Ursula”. Lega e Fratelli d’Italia, invece, non avendo accettato quest’accordo politico si sono tenuti fuori dalla nuova coalizione che si era formata.
E poi c’è stata tutta la vicenda delle misure prese per fronteggiare la pandemia e il COVID. Alla netta opposizione di Fratelli d’Italia e alla tiepida e contraddittoria linea adottata dalla Lega, Forza Italia ha opposto un consapevole e responsabile comportamento verso alcuni provvedimenti presi dai governi in carica, distinguendosi quindi dagli alleati di centrodestra. Per arrivare, poi, alla decisa e convinta scelta per la vaccinazione di massa e la dura opposizione al movimento no-vax. Allontanandosi di conseguenza sempre più dalla quasi negazionista Meloni e dalle assai ambigue dichiarazioni di Salvini.
E infine c’è stato il percorso che ha portato al governo Draghi. Forza Italia ha auspicato subito un governo che avesse affrontato l’emergenza sanitaria e la gestione degli enormi finanziamenti europei. E ha dato a Draghi alcuni di suoi esponenti più importanti: Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Renato Brunetta.
Ben diverso l’atteggiamento della Lega che, divisa al suo interno, è stata, e sta, con un piede dentro e un piede fuori dal governo. Decisamente contro Fratelli d’Italia, che strizzava l’occhio ai no-vax e si connotava sempre più come una forza di estrema destra.
L’operazione editoriale
Conseguenza di queste diverse posizioni nel centrodestra è stato proprio il recente spostamento di Sallusti dal Giornale a Libero. Quest’ultimo quotidiano, di proprietà dell’ex parlamentare di Forza Italia Antonio Angelucci, negli anni si è caratterizzato fortemente a destra, come il terzo giornale della stessa area La Verità. Più moderata, invece, la linea del Giornale.
Con il trasferimento di Sallusti a Libero si è voluto spostare l’opinione pubblica tradizionalmente legata alla destra verso posizioni più centriste e governative. Lasciando La Verità all’estrema destra. Quindi un mutamento di linea editoriale necessario per preparare successive evoluzioni politiche. Una precisa volontà riconducibile alle proprietà dei due giornali, Berlusconi e Angelucci.
La Sicilia antesignana dello spostamento al centro di Forza Italia
Ma l’altro fatto importante che ha spinto Forza Italia al centro è avvenuto il 27 ottobre. Con un riuscito titolo di prima pagina il Giornale di Sicilia annunciava “È la Sicilia di Forza Italia Viva”. Si dava cioè la notizia dell’accordo fra Italia Viva e Forza Italia. Un patto stipulato da Matteo Renzi e Gianfranco Miccichè per le prossime elezioni amministrative in Sicilia.
Una conferma quindi delle intenzioni di Silvio Berlusconi di andare verso il centro. E d’altronde con questa alleanza siciliana si dava corpo a un altro progetto politico. Un disegno a lungo perseguito dall’altro King maker della politica italiana, Matteo Renzi: far nascere un polo di centro, moderato, democratico e liberale.
Un esperimento che non a caso, forse, viene fatto in Sicilia. Infatti nell’Isola da sempre l’elettorato ex-democristiano è stato fortissimo, contando nella stragrande maggioranza dei voti espressi nelle urne dai siciliani. E poi anche perché la Sicilia nella recente storia politica italiana è stata premonitrice e laboratorio di futuri sviluppi nazionali, come quando, per esempio, nei primi anni sessanta il centro sinistra siciliano precedette di alcuni mesi quello formato da Aldo Moro a Roma.
E tornando sullo scenario nazionale e alla dichiarazione di Sallusti, probabilmente questo nuovo aggregato di centro scompaginerà il centrodestra attuale, relegando la Lega e Fratelli d’Italia nell’angolo di una destra-destra, antieuropea, sovranista, razzista. Coagulando invece le molteplici formazioni moderate in un unico soggetto che dialogherà con le forze progressiste e di sinistra.
In copertina, incontro di Berlusconi con il coordinatore nazionale Antonio Tajani e i sottosegretari di Forza Italia, immagine diffusa via Twitter dall’account ufficiale di Silvio Berlusconi e di Forza Italia.