(Here this article in English)
di Gabriele Bonafede
L’inflazione nel Regno Unito è ora al 3%, ammette l’ONS (l’ISTAT britannico): un record di dieci anni.
Come avevamo previsto alcune settimane fa (qui), l’inflazione sta aumentando mentre il PIL sta rallentando. I “benefici” della Brexit stanno distruggendo il Regno Unito.
Shortages and inflation. How Brexit is hampering UK’s recovery
Il governo del Regno Unito e i relativi media, inclusa la BBC, stanno ancora incolpando la pandemia più della Brexit quale causa della penuria di prodotti negli scaffali dei supermercati e nei negozi. Si riferiscono a un mondo immaginario in cui le catene di approvvigionamento e l’economia nel suo insieme non dipendono – secondo loro – dalla disponibilità di forza lavoro e dal commercio.
Brexit: una scelta sciagurata per l’economia
Come tutti sappiamo, questi problemi si verificano solo nel Regno Unito e non in altri paesi, anch’essi colpiti dalla pandemia di Covid-19. Sì, c’è carenza di conducenti di camion in molti paesi dell’UE e oltre. Ma non si vedono scaffali vuoti in nessun paese dell’UE, nemmeno nelle isole più periferiche d’Italia, come la piccola isola eoliana di Salina vicino alla Sicilia.
Il fatto è che la carenza di camionisti è solo uno dei tanti problemi creati dalla Brexit nella catena di approvvigionamento del Regno Unito. Molti altri settori sono colpiti, e non solo nel mercato del lavoro ma anche per quanto riguarda la disponibilità di beni necessari alla produzione.
La carenza di forza lavoro e di beni intermedi (come materie prime o componenti) sta colpendo l’economia del Regno Unito attraverso gravi carenze nella disponibilità di forza-lavoro e materiali in settori cruciali come l’edilizia, l’imballaggio, tutti i mezzi di trasporto – compresi i container nei porti – l’agricoltura, i macchinari, i prodotti farmaceutici, i servizi sanitari, etc.
La trappola-Brexit
In altre parole, le difficoltà nella catena di approvvigionamento nel Regno Unito sono sistemiche e possono essere attribuite quasi interamente alla Brexit.
È la Brexit che ha creato carenza di forza lavoro e problemi nella disponibilità di beni intermedi. In definitiva (e come largamente anticipato) la Brexit ha ridotto la disponibilità complessiva di tutti e tre gli elementi principali di un’economia: risorse umane, beni come mezzo di produzione e capitale – sia in termini di investimenti fissi che di mezzi finanziari. Infine, ovviamente, tutto ciò lo si vede nell’esistenza di scaffali vuoti in Gran Bretagna ormai da mesi.
Stiamo dunque assistendo agli effetti di una trappola-Brexit risultante dalle condizioni in cui opera l’economia del Regno Unito dal gennaio 2021. Chiudendo le frontiere all’offerta di lavoro da altre economie dell’UE, la Brexit ha ostacolato le industrie chiave che si affidavano ai lavoratori dell’UE per risolvere carenze critiche già esistenti nelle risorse umane dedite alla distribuzione di beni e servizi.
Ma questo non è l’unico modo in cui funziona la trappola-Brexit. In effetti, la Brexit sta progressivamente danneggiando il commercio con l’intera Unione Europea, con conseguente carenza di beni intermedi necessari per mantenere in funzione l’economia del Regno Unito.
In una prospettiva storica, il Regno Unito si sta autoinfliggendo le stesse ferite che ha subito durante la prima e la seconda guerra mondiale: quando l’accesso alle economie europee era parzialmente o completamente bloccato.
Non è la semplice carenza di 15-20 mila camionisti dell’UE a danneggiare l’economia del Regno Unito. Ma la combinazione di tutti gli elementi che compongono l’interruzione della catena di approvvigionamento derivante dalla Brexit.
Visione a lungo termine: perché il governo del Regno Unito si sbaglia
Il governo del Regno Unito sta celebrando un simile calvario come se fosse un successo. Ha mandato in onda, anche nel dibattito in Parlamento, il commento più stupido di sempre: “I lavoratori guadagnano salari più alti grazie alla Brexit”.
È vero, gli stipendi in alcuni settori stanno aumentando. Ma questo non avviene grazie a un parallelo aumento della produzione, né della produttività. Sta accadendo il contrario. Gli stipendi sono in aumento a causa della penuria di forza-lavoro.
Prima o poi – e sembra prima che poi – un tale aumento dei salari senza aumento della produzione crea inflazione e povertà, non benefici. E prima o poi, i salari più alti saranno raggiunti da un continuo aumento dei prezzi. Se il disequilibrio tra domanda e offerta continua, un’inflazione vertiginosa è destinata a danneggiare l’economia del Regno Unito in successivi cicli sbilanciati. Ciò sarà aggravato dalla impossibilità ad aumentare la produzione, persino in presenza di una domanda sostenuta. Quest’ultima, se ci sarà, produrrà quasi esclusivamente inflazione addizionale.
Se questo percorso non dovesse essere invertito, l’economia del Regno Unito andrà in declino. Già adesso, il PIL del Regno Unito mostra segnali di mancata ripresa dalla crisi pandemica. Nel primo trimestre del 2021 il PIL si è ridotto dell’1,6% e nel secondo è aumentato solo del 4,6%, a fronte di una perdita cumulata di circa il 10% nel 2020.
Trappola Brexit: addio Babbo Natale
Questo perché la Brexit sta intrappolando l’economia del Regno Unito in un effetto a cascata. Le imprese non possono vendere beni non disponibili e saranno costrette a licenziare i dipendenti, anche in un ambiente con carenza di manodopera. A sua volta, il consumatore non acquisterà per paura di difficoltà finanziarie. Gli eventuali acquisti produrranno inflazione e non incremento reale del PIL.
Dunque, anche la ricchezza nazionale, o il PIL quale flusso di ricchezza, è destinata a contrarsi. Né il periodo natalizio aiuterà, poiché la situazione sta indicando carenze molto importanti proprio per dicembre 2021: gli scaffali saranno vuoti anche (e molto di più) a Natale, come hanno previsto gli stessi imprenditori britannici. Cioè, quando tutte le aziende si affidano a una “vendemmia” annuale. La ripresa natalizia rischia dunque di trasformarsi in un grave, e ulteriore, periodo di crisi. Il PIL del Regno Unito nel terzo e, soprattutto, nel quarto trimestre del 2021 è già impostato su livelli deludenti.
Incolpando la pandemia o altri capri espiatori, l’economia del Regno Unito rischia di essere intrappolata in una spirale discendente che sarà difficile da invertire. Prima i cittadini del Regno Unito agiscono per cambiare governo, meglio è.