di Marco Pomar
Come tutti i grandi marchi di successo mondiale, anche i No Vax stanno facendo proseliti ovunque. Sono nati diversi gruppi libertari che si oppongono alle dittature settoriali che angustiano la nostra esistenza. Ecco i più interessanti:
No Tax. Perché pagare le tasse imposte dai governi quando posso benissimo farne a meno? Non ci dicono la verità, ma pare che diversi imprenditori siano finiti sul lastrico anche anni dopo avere pagato milioni e milioni di tasse.
Ma non soltanto i grandi contribuenti, perfino pagare le tasse in modica quantità (per uso personale) nuoce gravemente al conto in banca. Svegliatevi! Previsto raduno in tutte le piazze d’Italia nel prossimo week end. Allertata anche la Guardia di finanza, notoriamente però No Evax. Da non confondere con i No Taxi, gruppo di pendolari favorevoli all’autobus.
No Lax, No Fax, ecceterax
No Lax. Si tratta di un gruppo organizzato di cittadini che si ribellano alla dittatura del lassativo. Perché devo evacuare quando me lo dicono gli altri? È ora di svegliare gli intestini pigri, e di liberare il colon! Coloniali di tutto il mondo, unitevi! Attenzione, però: a differenza degli altri gruppi, i No Lax sono contenti quando vengono mandati a cacare.
No Sax. E che dire dei suonatori compulsivi di sassofono nelle ore notturne? Questi novelli artisti del piffero, si credono Armstrong e in realtà al massimo attirano i gatti randagi in calore. Era doveroso creare un gruppo di opposizione alla libertà di riposare senza avere rotti timpani e cabbasisi. E non c’è green sax che tenga.
No Fax. Di questo gruppo, in realtà, non si sentiva per nulla la mancanza. Che senso ha opporsi a un sistema di trasmissione dati obsoleto e introvabile? Perché scendere in piazza contro la dittatura dei rotoli di carta chimica, quella che si scoloriva dopo un paio di giorni?
Tra mail, pec, sms e whattsapp, il fax non lo usa più nemmeno Mattarella. Sarebbe quindi un gruppo inutile, è vero. Ma almeno loro, sostengono i partecipanti, non nuocciono alla salute collettiva e non infastidiscono con commenti inopportuni sui social. E vi pare poco?
In copertina, foto di David Todd McCarty on Unsplash, modificata, originale qui.