di Gabriele Bonafede
Quasi 315.000 nuovi casi in 24 ore, l’India segna purtroppo un nuovo, triste, record mondiale nella pandemia di Covid-19. L’ondata di primavera 2021 peggiora di giorno in giorno, diventando esponenziale.
Diversi media locali e internazionali riportano che gli ospedali sono sull’orlo del collasso. Ciò è dovuto a più di un milione di persone infettate in soli quattro giorni.
Secondo gli ultimi dati, l’India ha segnalato all’OMS 314.835 nuovi casi di coronavirus nelle 24 ore tra il 21 e il 22 aprile 2021. Questo è il numero più alto di infezioni registrato in un solo giorno in un solo paese dall’inizio della pandemia.
La diffusione senza precedenti del virus sarebbe attribuita a un ceppo più contagioso e a misure di sicurezza inadeguate. Ma c’è anche una campagna vaccinale che segna il passo, nonostante sia proprio l’India a produrre grandi quantitativi di farmaci e vaccini.
L’India ha finora somministrato grandi quantità di vaccini: quasi 130 milioni di dosi. Si tratta della più grande quantità nel mondo dopo Stati Uniti e Cina. Ma con una popolazione di 1,38 miliardi, L’india è ancora solo all’8% della popolazione per quanto riguarda le persone che hanno ricevuto almeno un vaccino.
Covid in India. Ospedali in crisi
L’ondata ha travolto gli ospedali provocando gravi carenze. Mancano letti, ossigeno e medicinali nelle principali città.
“I social media sono inondati di richieste disperate da parte di persone i cui parenti sono malati ma che sono stati ripetutamente allontanati dagli ospedali. Gli ospedali hanno avvertito che non sono in grado di far fronte alla domanda, con alcuni che hanno annunciato di avere a disposizione solo poche ore di ossigeno” riporta il quotidiano britannico The Guardian in un drammatico articolo (qui).
“Il Covid-19 è diventato una crisi di salute pubblica in India che ha portato a un collasso del sistema sanitario”, ha ammesso su Twitter Krutika Kuppalli, assistente professore presso la divisione malattie infettive della Medical University of South Carolina negli Stati Uniti.
Nello stato del Maharashtra, nell’India occidentale, almeno 24 pazienti affetti da Covid-19 sarebbero morti mercoledì quando la fornitura di ossigeno ai loro ventilatori si è esaurita a causa di una perdita.
In India meno decessi che in Italia rispetto alla popolazione
Mercoledì sono stati registrati 2.104 decessi, che è un record per l’India. Ma almeno su questo dato non è un triste record mondiale. Per fortuna sono decessi giornalieri meno numerosi di un altro paese colpito dall’inferno-Covid, il Brasile. Qui i decessi hanno raggiunto un picco giornaliero di circa 4000 la settimana scorsa, e per fortuna sono adesso scesi a circa 3000. Comunque molti di più che in India, soprattutto in rapporto alla popolazione.
Ma al momento, la situazione dell’India si presenta più grave del Brasile dal punto di vista dell’andamento della pandemia. Mentre in Brasile il picco sembra sia stato raggiunto, sia in casi che in decessi, in India la crescita esponenziale è particolarmente allarmante e più recente.
E le caratteristiche della pandemia fanno temere il peggio per quanto riguarda l’aumento dei decessi nelle prossime settimane, soprattutto con un sistema ospedaliero in grande difficoltà. Finora, il numero dei decessi per Covid-19 in India è stato molto contenuto. Soprattutto se lo si raffronta con paesi che teoricamente avrebbero dovuto rispondere meglio, come l’Italia e il Regno Unito.
I decessi per Covid-19 in India sono stati fino al 21 aprile, 184mila, in Italia 118mila e nel Regno Unito 127mila. Ma la popolazione dell’India è oltre 20 volte quella dell’Italia o del Regno Unito. La mortalità da Covid-19 in Italia è la più alta al mondo tra i grandi paesi (paesi con oltre 30 milioni di abitanti), e cioè 1954 morti per ogni milione di abitanti. In India, al momento, è 133 e quindi tra le più basse al mondo, almeno nei dati ufficiali.
Covid in India, colpiti anche politici e classe dirigente
Tra i morti lo studioso islamico Maulana Wahiduddin Khan, al quale il primo ministro Narendra Modi ha reso omaggio su Twitter: “Sarà ricordato per la sua profonda conoscenza in materia di teologia e spiritualità. Era anche appassionato di servizio alla comunità e di emancipazione sociale .”
Lo studioso non è il solo personaggio conosciuto ad essere vittima del Covid-19 in India.
Le autorità indiane hanno confermato il decesso dell’ex ministro Ashok Kumar Walia. Anche Sitaram Yechury, segretario generale del Partito comunista indiano, ha annunciato che suo figlio Ashish è morto. Ha ringraziato “tutti coloro che ci hanno dato speranza e che lo hanno curato: medici, infermieri, operatori sanitari in prima linea, operatori sanitari e innumerevoli altri che ci sono stati accanto”.
Alcuni importanti politici indiani si sono ammalati, compreso l’ex primo ministro Manmohan Singh, ricoverato in ospedale questa settimana dopo essere risultato positivo, nonostante fosse stato vaccinato.
“Non avremmo mai pensato che una seconda ondata ci avrebbe colpito così duramente”, ha scritto sull’Economic Times Kiran Mazumdar Shaw, presidente esecutivo di Biocon & Biocon Biologics. “La compiacenza ha portato a carenze impreviste di medicinali, forniture mediche e letti d’ospedale”.
Lo riporta il The Guardian, scrivendo anche: “Esperti sanitari affermano che il paese ha allentato le misure di sicurezza troppo rapidamente, presumendo erroneamente che il virus fosse scomparso. È stato permesso di organizzare matrimoni e grandi festival, mentre Modi ha parlato di manifestazioni politiche affollate per le elezioni locali.”
Ancora fresche le immagini di eventi religiosi con grande folla che hanno fatto il giro del mondo. Nella giornata mondiale della terra, ciò richiama un’altra evocazione, dato che l’inquinamento del Gange è un altro dei problemi epocali che dovrà affrontare l’India quanto prima.
In copertina, Varanasi, Uttar Pradesh, in India. Photo by Parker Hilton on Unsplash. Foto originale qui.