(Here the same article in English)
di Gabriele Bonafede
Il Regno Unito sembra sempre più un film dei Monty Python. oppure uno con Massimo Troisi e Roberto Benigni (video in fondo all’articolo). La Brexit sta dividendo le persone e le regioni in tutto il Regno Unito, in mezzo a un numero crescente di partiti indipendentisti, regionalisti e localisti. Era prevedibile, poiché l’essenza della Brexit è sostenere l’indipendenza e creare confini laddove non c’erano.
La potenza autodistruttiva della Brexit sta innescando il suo esito finale: tornare all’inizio del Medioevo con una Gran Bretagna parcellizzata. L’Irlanda del Nord è praticamente fuori dal sistema doganale del Regno Unito, la Scozia potrebbe venire dopo. Il Galles e la Cornovaglia potrebbero seguire in un futuro non lontano. E adesso l’Inghilterra settentrionale ha un suo partito indipendentista in forte crescita.
Presto, il Regno Unito potrebbe essere ridotto a una nazione regionalizzata, come “Il Regno Unito di Mercia e Wessex”. Ridotta, insomma, ad essere divisa in nazioni preunitarie come quelle del IX e X secolo.
Benvenuti nell’Evo Brexit
L’elenco dei partiti vecchi e nuovi che parteciperanno alle elezioni amministrative di inizio maggio è già vasto. Ce ne sono dozzine. Molti sono già elencati in pagine web popolari come Wikipedia (qui). È impossibile descriverli tutti e sono per lo più con ambizioni locali.
Ma alcuni di loro hanno già raggiunto una popolarità sufficiente per eleggere rappresentanti a livello locale e nazionale. E questi non sono solo i partiti indipendentisti consolidati che conosciamo anche in Italia, come il partiti per l’indipendenza della Scozia, quello del Galles e quello della Cornovaglia. Si tratta di nuovi partiti indipendentisti che continuano a formarsi ben oltre il Partito nazionale scozzese (SNP), il Plaid Cymru (il Partito del Galles) o altri noti in Gran Bretagna e meno noti da noi, come il Mebyon Kernow – Il Partito per la Cornovaglia.
Ad esempio, ci sono anche il North East Party (NEP) e lo Yorkshire Party (YP, o YF Yorkshire First). Ognuno di loro con circa 6.000 follower su Twitter ed esperienza elettorale. Ma il partito che sta ricevendo una notevole attenzione al momento è il Northern Independence Party (NIP), che chiede l’indipendenza dell’Inghilterra settentrionale, come suggerisce il nome. Cioè, per un’area corrispondente all’incirca alla Northumbria durante l’Eptarchia e la cristianizzazione dell’Inghilterra (VII e VIII secolo).
Il Partito per Indipendenza del Nord
In effetti, il North Independence Party (NIP) è in forte crescita. Il suo account Twitter aveva 5.000 follower alla fine di ottobre 2020 e ne ha raggiunti quasi 60.000 già a metà aprile 2021. Sta attirando sostegno da elettori e politici disillusi in una vasta area che di solito vota per il Partito laburista.
“Un ex parlamentare laburista del West Yorkshire è stato scelto da un partito di recente formazione per candidarsi alle elezioni suppletive di Hartlepool – ha recentemente riferito la BBC – Thelma Walker, ex parlamentare di Colne Valley, è stata scelta per rappresentare il Northern Independence Party” .
Se il NIP riuscirà a raggiungere l’indipendenza, il Regno Unito diventerà un “Regno Unito” regionale dal sapore medievale e confinato nella parte centrale e meridionale delle isole britanniche.
Il NIP si definisce un “Partito socialista democratico, fondato nel 2020”. I suoi valori dichiarati sono “Mostrare solidarietà – unirsi, sostenersi a vicenda, lavorare insieme e lottare per una causa comune. Sii decente: tratta bene gli altri, sii onesto e agisci in buona fede. Aiutatevi: aiutatevi a vicenda per creare una società in cui tutti siano trattati in modo equo. Partecipa: questa terra è la nostra terra, di cui prenderci cura e proteggere per sempre ”.
Valori universali, di sicuro. Il NIP è orientato al socialismo e ha un buon numero di ragioni per esserlo, sebbene non tutti potremmo essere d’accordo. Tuttavia, l’indipendenza della “Northumbria” sembra essere l’obiettivo principale, altrimenti sarebbe stato chiamato “Partito socialista” e non Partito dell’Indipendenza del Nord.
E dunque… ancora una volta, benvenuti nell’Evo Brexit: che ha innescato partiti divisivi. I quali stanno lavorando decisamente bene per creare nuovi confini e far implodere il Regno Unito.
Benvenuti nell’Evo Brexit del XXI secolo
Gli hard Brexiteers e i nazionalisti sono arrivati a chiedere persino la reintroduzione delle unità di misura imperiali, quelle in vigore nell’Impero Britannico prima dell’introduzione del sistema metrico. Perché no un sistema precedente? Un sistema di misure diverso per ogni regione, come nel Medioevo? È possibile, dopotutto. E perché no ancora più confini all’interno della Gran Bretagna?
Il Brexit Party (precedentemente Ukip), con il suo successo nel promuovere la Brexit, è diventato il faro che ha portato voti per l’idea di indipendenza, indipendentemente dal reale vantaggio di ottenerla, né dalle dimensioni di uno specifico territorio coinvolto. Dato che la chiave per ottenere voti è stata l’indipendenza dall’UE, la strada è chiaramente tracciata: indipendenza per ogni regione che la sogni. O, per i politici più saggi, un appello a fermare e invertire la Brexit. Che è il vero e di gran lunga il più grande problema del Regno Unito.
La strada da percorrere è chiara. L’indipendentismo, il regionalismo e il localismo rischiano di ridurre il Regno Unito a un’entità polverizzata. È come tornare indietro nei secoli fino all’Alto Medio Evo – ai tempi dei “Sette Regni” inglesi.
Le prossime elezioni locali e regionali potrebbero rivelarsi un incubo sia per i conservatori che per il partito laburista. È improbabile che l’indipendenza dell’Inghilterra del Nord venga raggiunta presto. Ma potrebbe diventare molto più probabile una volta che la carneficina della Brexit diventerà più visibile e la Scozia avrà ottenuto la sua meritata indipendenza – per rientrare nell’UE, tra l’altro.
E le prime elezioni dell’Evo Brexit potrebbero essere un primo passo verso la disintegrazione del Regno Unito innescata dalla stessa Brexit: dalla “paura del progetto Brexit” ai fatti progetto Brexit. Fatti medievali, conditi da pestilenze, povertà ed epidemie. Insomma, una buona idea la Brexit.
E magari c’è ancora qualcuno in Italia che vorrebbe l’Italexit, con lo smembramento dell’Italia, il Sud-Titolo all’Austria, la Valle d’Aosta alla Francia, etc. e dogane dappertutto. Che belle prospettive…
Chi siete? … Cosa portate? … Sì, ma quanti siete? … Un fiorino!