di Gianluca Navarrini
Quando la scorsa estate, per ragioni professionali, ho varcato la soglia del portone di Via Condotti, sapevo perfettamente che stavo entrando in uno dei luoghi in cui è transitata una parte rilevante, benché oggi semidimenticata, della storia della Repubblica. Una delle finestre dello studio professionale in cui mi trovavo si affaccia sulla scalinata di Trinità de’ Monti (foto in copertina).
Via dei Condotti 91 e «Il Mondo»
Una finestra resa celebre da una vecchia foto in cui è ritratto Mario Pannunzio (foto nel testo, più avanti). Lui e l’avvocato Francesco Libonati – titolare negli anni Cinquanta di quello studio professionale – erano due liberal-progressisti che, dopo la svolta conservatrice del PLI del 1947, diedero vita – con numerose collaborazioni, tra cui quelle di Ernesto Rossi e Gaetano Salvemini – a «Il Mondo», settimanale pubblicato tra il 1949 e il 1966, sotto la direzione dello stesso Pannunzio.
La rivista rappresentò un crocevia culturale tra crocianesimo e azionismo che inaugurò un modo pragmatico e antidogmatico di esaminare la realtà, con l’attitudine a trasformare le questioni politiche in questioni culturali.
In un panorama politico polarizzato tra la rigida ortodossia marxista-leninista di PCI e PSI e l’altrettanto rigido conservatorismo clericale della DC, il settimanale promosse l’emersione di una “terza forza” laica, liberale e progressista.
Il Mondo e le forze liberal-progressiste
Questo “terzaforzismo”, che ispirò la fondazione del Partito Radicale, provò a ridar vita alle forze laiche ridotte, dopo il 1948, quasi all’irrilevanza. L’operazione ebbe in sé ricadute assai modeste e dalla fine degli anni Cinquanta «Il Mondo» si schierò a favore della formazione del centro-sinistra.
Così, quando negli scaffali accanto alla finestra con vista su Trinità de’ Monti ho notato le diciassette annate del settimanale, finemente rilegate, ho chiesto il permesso di poterle sfogliare. E, nell’ammirare i vari fascicoli, ho pensato che oggi una rimeditazione di molte di quelle pagine potrebbe tornarci utile.
Perché le forze liberal-progressiste sono nuovamente divise e senza grande peso. Perché il panorama politico e culturale italiano è ancora una volta polarizzato tra ortodossie – populismo e sovranismo – le cui corrive formule suscitano molte speranze ed entusiasmi anche a causa dell’immiserimento economico e culturale degli italiani. E anche perché i più influenti esponenti del maggiore partito di centro-sinistra sembrano abitare un ideale universo parallelo, privo di relazioni con la realtà.
Il Mondo e l’attualità di un metodo
Una sana politica di centro-sinistra dovrebbe smettere di cullarsi nel logoro mito illuminista dell’edificazione razionale della società perfetta. Dovrebbe abbandonare l’illusione di poter dare una soluzione generale, organica e sistematica a ogni problema della società. E dovrebbe riappropriarsi dell’approccio “problemistico” e “concretistico” che Salvemini infuse proprio nelle pagine de «Il Mondo», affrontando e risolvendo, caso per caso e con pragmatismo, i singoli problemi che affliggono il Paese. Dovrebbe prendere atto che ogni problema politico rappresenta anche un problema culturale.
L’abbandono a se stesso del Mezzogiorno, l’immobilismo oramai trentennale dell’economia italiana, la crisi quasi irreversibile dei servizi pubblici “universali” (istruzione, sanità, giustizia, sicurezza), le sempre incompiute riforme istituzionali: sono tutti problemi aperti da lungo tempo e mai affrontati e risolti, a causa dell’inclinazione perniciosa verso soluzioni ideali magnifiche ma, per un verso o per l’altro, impraticabili. E, dunque, per mancanza di concretezza.
In un’intervista rilasciata ad Alessandro Barbano, per «Huffington Post», qualche giorno fa il primario del Reparto di Oncologia dell’ospedale di Piacenza, Luigi Cavanna, ha esortato ad essere pratici e ha lapidariamente aggiunto: «Molti miei colleghi che parlano in televisione non hanno alcun rapporto con i malati».
Ecco! Questa astrattezza concettualistica, scarsamente nutrita dall’esperienza concreta, è il caratteristico, deteriore, atteggiamento culturale con cui si affrontano le cose in Italia. E si pretende di trovare la soluzione a qualsiasi problema partendo da una conoscenza puramente teorica, astratta, disarticolata dall’esperienza della realtà.
Per superare un approccio culturale errato
E così vengono insediate commissioni tecniche perlopiù prive di operatori rotti all’ordinarietà del quotidiano, ma zeppe di teorici, di accademici, di sondaggisti. Ma è possibile mai che nessuno si renda conto che è proprio la cattiva gestione delle ordinarie e ricorrenti banalità quotidiane ciò che inceppa la fluida erogazione delle prestazioni nei servizi pubblici?
Si tratta, chiaramente, di un approccio culturale errato che ci accompagna da decenni, se è vero che nel 1967 Salvatore Satta – quantunque assai lontano, culturalmente, da Pannunzio e i suoi sodali – scriveva lucidamente che «la disgrazia più grande che possa capitare a un paese è quello dell’esaurirsi della sua cultura nella scienza ufficiale, per cui chi non è professore, anche se fosse Leonardo da Vinci, è meno che nulla, e se è professore è tutto». E aggiungeva che da questo atteggiamento scaturiva «l’impoverimento della cultura diffusa, la estraneità del popolo, la sua indifferenza per il pensiero».
La doglianza di Satta non era preludio per l’apologia del dilettantismo, ma riconoscimento del valore dell’esperienza, ammissione della imperatività della concretezza, rifiuto per il concettualismo fine a se stesso. Tutti fattori che i redattori de «Il Mondo» avevano bene in mente e che noi continuiamo colpevolmente a trascurare.
Riferimenti bibliografici
Giampiero Carocci, «Il Mondo». Antologia di una rivista scomoda, Roma, 1997.
Salvatore Satta, Soliloqui e colloqui di un giurista, Padova, 1968.
Eugenio Scalfari, La sera andavamo in Via Veneto, Milano, 1986.
Massimo Teodori, Storia dei laici, Venezia, 2008.
L’intervista di Alessandro Barbano, Luigi Cavanna: “L’errore italiano contro Covid”, in Huffington Post, 13 aprile 2021, può essere letta all’URL tinyurl.com/3k846umx (pagina visitata il 15 aprile 2021).
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