di Gabriele Bonafede
Si parla molto del vaccino russo Sputnik e dell’eventualità di metterlo a disposizione di paesi dell’Unione Europea, Italia compresa. Si tratta di un vaccino che, secondo una pubblicazione sul Lancet, sarebbe efficace fornendo una protezione dal Covid intorno al 92% della popolazione inoculata. Al momento, si aspetta il via libera dell’EMA per i paesi dell’Unione Europea, anche se l’Ungheria (paese europeo ma con governo filorusso) lo ha già approvato.
È comunque auspicabile che l’EMA non si fidi del tutto delle sperimentazioni e della loro pubblicizzazione da parte delle autorità russe, sia pure pubblicate sul Lancet. Sappiamo bene che in troppi casi, ad esempio per quanto riguarda le Olimpiadi, i dati russi si sono rivelati pericolose bufale.
Si rimane comunque sorpresi quando si scopre che lo Sputnik non è gradito agli stessi russi. Secondo un sondaggio condotto da sociologi russi del Levada Center (una think tank indipendente) dei primi di marzo 2021, solo il 30% dei russi è disposto a ricevere lo Sputnik V. Ciò rappresenta un calo di “gradimento” dell’8% dall’inizio del lancio, del dicembre 2020, nonostante i dati sulla sicurezza siano adesso pubblici anche per i russi.
Già da prima, quasi due terzi dei russi (62%) non erano disposti a ricevere il vaccino Sputnik V russo. Il livello più alto di riluttanza a farsi inoculare il vaccino è stato rilevato tra i giovani tra i 18-24 anni.
La maggior parte degli intervistati avrebbe citato gli effetti collaterali che possono includere febbre e affaticamento, quale motivo principale per non vaccinarsi. La notizia è stata rilanciata più volte a inizio marzo, anche dalla BBC. Ma in Italia se ne è parlato poco o nulla.
Perché la stragrande maggioranza della popolazione russa non vuole vaccinarsi con lo Sputnik?
Il vero problema è che i russi sembrano particolarmente proni alle notizie complottiste e alla disinformazione, anche quella di casa propria. Infatti circa la stessa percentuale di russi crede che il nuovo coronavirus sia stato creato artificialmente come arma biologica. Il sondaggio, che ha campionato 1.601 persone in 50 regioni, ha anche rilevato che il 64% dei russi di tutte le classi di età pensa che il nuovo coronavirus sia stato creato come arma biologica.
La maggior parte dei virologi e degli esperti di malattie infettive afferma invece che è molto probabile che il Covid-19 si sia evoluto naturalmente. Per giunta, una missione dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) in Cina ha dichiarato a febbraio che non avrebbe più esaminato se il virus sia sfuggito da un laboratorio, perché questa eventualità è ormai considerata altamente improbabile.
La missione dell’OMS ha affermato che le principali ipotesi riguardano l’origine da un pipistrello, sebbene ci siano diversi scenari su come sia passato all’uomo. Forse avrebbe prima infettato un’altra specie animale.
Ma tutto questo non sembra smuovere l’opinione dei russi, anche nella popolazione meno giovane. Nello stesso sondaggio, la convinzione che il virus sia stato creato come arma biologica è predominante nei russi di età compresa tra 40 e 54 anni. Infatti, ben il 71% di loro sostiene tale opinione. Solo il 23% pensa che il virus sia emerso naturalmente. I giovani, è bene saperlo anche se non riferito nello stesso sondaggio, sono invece i più propensi ad opporsi al governo russo attuale.
Il boomerang della disinformazione
È del tutto evidente che le campagne di disinformazione lanciate continuamente dalla Russia per screditare l’Occidente con notizie false, sia sui vaccini che su altro, si stanno rivelando un boomerang.
Abituati a non credere più a nulla di ufficiale fin dai tempi sovietici, e inondati anche negli ultimi decenni da fake news diffuse dai propri media controllati dallo Stato, i russi sono ormai talmente permeati dalle bufale che non credono più ai propri scienziati e tantomeno a quelli occidentali. E non credono a ciò che dice la propaganda del proprio governo, per lo meno dal punto di vista sanitario.
E ciò succede a livelli preoccupanti e persino più elevati di quanto si registri in paesi occidentali. Non stupisce che la campagna di vaccinazione nella Federazione Russa segni il passo. Ad oggi, solo il 5-6% della popolazione russa è stata vaccinata, ovviamente con lo Sputnik. Si pensi che in Italia e negli altri paesi dell’UE siamo arrivati intorno al 12%, nel Regno Unito al 42% e negli USA a oltre il 35% (qui i dati). In Israele la vaccinazione è ormai al 112% (considerando la copertura con due dosi, si capisce).
Non sembra solo un problema di capacità nel produrre lo Sputnik, visto che la Russia sta facendo di tutto per esportarlo. Piuttosto, sembra che la volontà di esportazione derivi, per lo meno in parte, dalla difficoltà a convincere gli stessi russi a vaccinarsi e vaccinarsi con lo Sputnik in particolare.
In copertina, la torre della TV a Berlino (zona una volta a Berlino Est), simbolo della disinformazione russa d’epoca sovietica ai tempi della Germania Est. Photo by Chris Reyem on Unsplash
Nel testo, entrata nella cittadina di Sputnik. Foto tratta da questo articolo della BBC che ha realizzato un reportage (qui) con interviste alla popolazione locale.