di Gabriele Bonafede
La vicenda del vaccino AstraZeneca ha tutta l’aria di essere una “guerra dei vaccini” sulla pelle delle persone comuni. Si accapigliano tra case farmaceutiche e nazioni ognuna con il loro “campione dei vaccini”. E ci andiamo di mezzo noi.
Fin dall’inizio la risposta a questa pandemia è tarata da interessi di politica nazionalista-sovranista che hanno ampliato i danni a dismisura.
Già nel gennaio-febbraio 2020 l’OMS fece errori madornali, per giunta reiterati nel tempo. Il più evidente, l’avere fatto un plauso alla Cina che invece aveva nascosto la malattia per mesi, applicando una ferrea censura su medici e giornalisti che avevano osato parlarne.
Un approccio sovranista
L’OMS ha, ovviamente, esperti con massime competenze mediche. Ma quale organizzazione internazionale con vertici nominati politicamente, ha agito politicamente.
E la politica internazionale da almeno un decennio, è stata quella del conflitto tra sovranisti di ogni nazione su basi sovraniste. Si è perso completamente il senso della missione di coordinamento sovranazionale.
Una pandemia, su questo piano, non perdona. Non conosce confini. E così la stessa pandemia ha dimostrato l’inadeguatezza della deriva sovranista che è quella dell’ognun per sé e Dio per tutti.
La pandemia di Covid-19 si è poi allargata a dismisura perché gli stessi errori sono stati ripetuti ovunque e comunque. Quelli di affrontarla su base nazionale e persino regionale e locale. Su base appunto sovranista e addirittura campanilistica, ad esempio in Italia. Ed anche nei vaccini la tara delle fake news, del complottismo e del sovranismo ha fatto il resto.
AstraZeneca e la guerra sovranista dei vaccini
Adesso il vaccino AstraZeneca è sotto accusa. Ma chi ci dice che non sia un’operazione lanciata da chi vuole che si utilizzi il vaccino Sputnik o un altro? In base a ciò che noi comuni mortali sappiamo, anche informandoci in maniera approfondita, non si può escludere.
La grande pubblicità a pochi casi (non confermati nella causa-effetto) di complicazioni per il vaccino AstraZeneca, rispetto alle centinaia di milioni di dosi inoculate, lascia pensare che ci sia qualcosa dietro a tutto questo. Appunto una guerra sovranista dei vaccini.
Una guerra che si poteva evitare, per lo meno quella. Ci si poteva mettere d’accordo, si poteva organizzare un sistema di produzione e distribuzione coordinato. Si poteva organizzare anche un sistema di brevetti che lasciasse più ampia libertà di produzione.
Invece no, si è andati avanti con l’ognun per sé e Dio per tutti. Ne stiamo pagando le conseguenze tutti.
A prescindere da AstraZeneca, la pandemia dimostra che siamo tutti sulla stessa barca
In passato, il paese mondiale leader, e cioè gli USA, avrebbe imposto in qualche modo il proprio punto di vista e, probabilmente, il proprio vaccino quanto meno nell’area occidentale. Magari con un coordinamento tra produttori occidentali e con una politica di cooperazione con la frastagliata Unione Europea.
Ma gli USA sono stati governati in piena pandemia da un individuo inqualificabile, campione del sovranismo e del complottismo oltreché della politica delle bugie. E dunque gli USA sono stati assenti anche sulla pandemia e persino nocivi per sé stessi e gli altri.
Adesso per fortuna c’è una persona più sana alla guida degli USA. Per giunta, il vaccino americano Pfizer sembra il più credibile, con meno complicazioni, con più potenzialità di produzione e distribuzione di massa.
Tutto ciò lascia sperare, ma è evidente che si deve cambiare rotta. Si deve smettere di andare appresso al sovranismo e capire, come avevano capito i politici all’indomani della Seconda guerra mondiale, che il mondo è uno. E, vuoi o non vuoi, siamo tutti nella stessa barca.
In copertina. Photo by Diana Polekhina on Unsplash (dettagli foto qui).