di Gabriele Bonafede
Da giorni le vittime di Covid in Italia hanno superato la soglia psicologica di 100 mila morti. Sono più dei morti italiani nella sciagurata campagna fascista per l’invasione della Russia del 1941-1943. Se contiamo la media mensile dei morti di Covid dall’inizio ufficiale dell’epidemia in Italia, siamo a circa 8400 morti al mese.
Le vittime italiane nella seconda guerra mondiale furono in media 8000 al mese. Ormai è chiaro, a questo lugubre tasso il Covid sta facendo più vittime mensili della seconda guerra mondiale. Per lo meno al momento e senza considerare l’impatto di provvedimenti in essere e futuri.
Ieri, ad esempio, i morti sono stati 373. Con la media di 373 morti al giorno, siamo a 11 190 al mese: 134mila all’anno. Sempre che le cose non peggiorino, come sta accadendo. Anche i provvedimenti presi oggi necessitano di almeno 15 giorni per avere effetti su tasso di mortalità.
Morti per Covid rispetto alla popolazione: il disastro italiano
Tra i grandi paesi (nazioni con più di 30 milioni di abitanti), l’Italia è seconda solo al Regno Unito in quanto a vittime per abitante. Siamo ormai a 1675 morti per ogni milione di abitanti. Poi, tra i grandi paesi, ci sono gli Usa. Questi tre Paesi dal triste primato hanno avuto da soli quasi il 30% dei morti da Covid nel mondo.
Sono anche tra i paesi che hanno dimostrato la peggiore risposta al Covid. Una risposta quanto meno discutibile, infarcita di errori, informazioni fuorvianti, indecisioni, in un clima di incertezza persino sulla eventualità o meno di utilizzare la risposta minima a una malattia respiratoria, e cioè le mascherine.
L’Italia ha nascosto per lungo tempo l’epidemia per poi vederla esplodere anche nei dati ufficiali a partire dal marzo 2020. Poi ha affrontato l’estate 2020 in maniera irresponsabile, e l’autunno in maniera ancora più irresponsabile. Il Regno Unito ha ignorato volutamente e dichiaratamente l’epidemia, puntando sull'”immunità di gregge” per poi accettare la realtà e infine fare una campagna vaccinale che però punta su una sola dose per un vaccino che ne richiede due. Il recente declino nei casi è da addebitare al vaccino, ma molto anche a un lockdown di tre mesi.
La vicenda degli Usa a presidenza Trump è nota a tutti. Come l’Italia, gli Usa sono stati piagati per un anno intero da un approccio “regionale” e indeciso nel fronteggiare l’epidemia. In Italia attraverso le regioni, negli Usa attraverso gli Stati, ognuno con le sue diverse risposte individuali. Evidentemente inadeguate e nocive perché il virus non conosce confini né tra nazioni, né tra stati di una federazione, e tantomeno tra regioni di uno stesso paese. In più, le indecisioni e i contro-ordini sono stati innumerevoli negli Usa di Trump come nell’Italia di Conte.
I paesi con governi populisti incapaci di fronteggiare la pandemia, Italia compresa
Come in Italia e nel Regno Unito, la risposta al Covid negli Usa è stata affrontata da esecutivi populisti, proni o inclini alle fake news, alle teorie complottiste, ai no-vax, ai sostenitori della terra piatta, al diniego della scienza. E per giunta piagati da una propaganda governativa di parte su larghi settori mediatici che ha aumentato il caos a dismisura. Potremmo aggiungere altri paesi-disastro con simili attitudini, come Brasile, Russia, etc. Il binomio populismo-disastro rimane.
Il governo Draghi ha ereditato dal Conte-2 una situazione drammatica e già largamente compromessa. Soprattutto per quanto riguarda la vaccinazione. Niente piano vaccinale credibile, niente organizzazione, un disastro spezzettato in mille rivoli e in altrettanti sotto-piani regionali, ognuno con le sue incoerenze nel quadro di una palese disorganizzazione.
Il moltiplicarsi delle varianti del virus, come largamente anticipato da tutti i virologi e gli epidemiologi, dimostra che siamo di fronte a una corsa contro il tempo. Le prossime varianti potrebbero essere immuni all’azione del vaccino. Bisogna fare presto e l’incompetenza del governo Conte-2 lascia all’Italia una zavorra di dimensioni spaventose al governo Draghi e a qualsiasi altro successore.
Draghi sta operando bene perché ha tolto Arcuri, un commissario criticabile. Ha anche avviato la revisione, o meglio la redazione del piano vaccinale per renderlo serio ed efficiente. Si spera che toglierà, in emergenza, il potere di decidere alle regioni in quanto a esecuzione del vaccino e altro. E così, cercare di recuperare il tempo perduto entro l’estate. Altrimenti saranno guai, sopra i guai già esistenti.
La direzione del governo Draghi sembra proprio questa, con un rafforzamento decisionale centralizzato. Adesso serve un piano vaccinale credibile e la sua organizzata attuazione. Solo così se ne potrà uscire, anche sul piano economico.