
Les FARDC et la MONUSCO renforcent leur présence à l'intérieur de Goma et ses environnants suite à un deuxième jour 921 mai 2013) de combats entre le M23 et les forces nationales de défense..© MONUSCO/Clara Padovan
di Nino Rocca*
Da Goma a Rutshuru vi è un’ora di strada non asfaltata. È lì che è avvenuta l’imboscata in cui hanno perso la vita l’ambasciatore Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci che lo accompagnava e l’autista congolese Mustapha Milambo.

Quella zona del nord Kivu è una zona infestata da un centinaio di gruppi criminali armati che tentano di assicurarsi con la forza e la violenza una fetta della torta destinata alle grandi multinazionali.
La torta si chiama Coltan, cobalto tantalite, che è uno dei minerali più preziosi che serve per i telefonini e gli smartphone.
La violenza di cui i villaggi sono vittime da parte delle numerose organizzazioni in conflitto tra loro, è considerata necessaria per tenere un conflitto “a bassa tensione”. Un conflitto che non compromette gli equilibri delle grosse organizzazioni che si contendono il ricco minerale.
La violenza e il conflitto sono funzionali alla spartizione del bottino. La torta sarà divisa secondo gli equilibri stabilitasi tra le forze in campo. Una presenza indiscreta come quella di un alto diplomatico, di un ambasciatore non è certamente accettabile.
Il coltan e l’opera dell’ambasciatore Attanasio per i diritti umani
Certamente Attanasio, ambasciatore scrupoloso e generoso, era al corrente della pericolosità della sua missione. Sapeva cosa succedeva in quella zona; sapeva che nelle miniere di Coltan le varie multinazionali utilizzano anche i bambini per estrarlo a mani nude. Si sapeva che il Coltan è radioattivo, provoca tumori e impotenza sessuale.
La paga per i minatori destinati ad una morte precoce è di un dollaro al giorno. La ricaduta del prezioso minerale per la popolazione congolese è soltanto miseria, conflitti, violenze.
Luca Attanasio non ha voluto ignorare il destino di tanti uomini, bambini, donne vittime di violenza, di stupri ed esposti al tumore. Egli ha voluto essere presente con il peso della sua autorità diplomatica. Ma in quell’inferno lui, assieme a coloro che lo accompagnavano, ha trovato la morte.
Ma l’omicidio di un alto diplomatico ha comunque acceso i riflettori sul dramma di una popolazione della cui sorte si preferisce tacere e ignorare.
Quando si parla di organizzazioni criminali transnazionali dovremmo inserire, in buona parte, le grandi multinazionali che pur di accaparrarsi il prezioso minerale finiscono per essere complici di atroci delitti e appoggiarsi ad organizzazioni criminali senza scrupolo.
Un dramma che vogliamo ignorare
In due anni l’Onu stima che solo qui nel Nord Kivu due milioni di civili siano dovuti scappare per non soccombere ai gruppi armati.
La politica nazionale e internazionale deve interrogarsi di fronte a un evento che non capita per caso o per la follia di qualche gruppo criminale esasperato. È un sistema che in qualche modo si replica nei paesi Africani più ricchi, condannandoli a un inesorabile impoverimento e immiserimento, con la complicità, per lo più, delle diplomazie di tutti i paesi che preferiscono non immischiarsi in queste cose.
Luca Attanasio non è rimasto indifferente e ha voluto rompere uno schema e violare un sistema che non poteva accettare.
Il Coltan con cui si costruiscono i nostri telefonini e i nostri computer è sporco di sangue. Ma noi preferiamo ignorarlo.
* Nino Rocca, coordinatore del Forum di Palermo sulle diseguaglianze e cooperante con il Congo-Kinshasaè stato consulente per il Congo della giunta Orlando dal 1998 al 2001 a titolo gratuito. È lui che ha creato il gemellaggio fra Palermo e la città congolese di Bukavu.
In copertina truppe governative vicino Goma durante la M23 rebellion nel Maggio 2013. Immagine tratta da Wikipedia. By MONUSCO Photos – FARDC and MONUSCO reinforce their presence in and around Goma following a second day (21 May 2013) of clashes between M23 and National troops., CC BY-SA 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=32469623