di Gabriele Bonafede
Febbraio 2020, un mese che ricorderemo a lungo. È passato un anno ed è il caso di ricordare bene ed evitare inutile propaganda. La pandemia “arrivò” in Italia nel momento in cui era governata da un esecutivo tutto intento a realizzare una strategia ben precisa: negare l’esistenza di una epidemia devastante che era in Italia già da un pezzo. Un governo intento, in pratica, a nascondere la pandemia con tutti i mezzi. E soprattutto con la Tv.
Il mondo venne a conoscenza del virus in ritardo di settimane, se non mesi. Oggi sappiamo che circolava per lo meno dalla fine di novembre 2019 in Cina. Probabilmente da settembre e forse anche prima. In ogni caso, ai primi di gennaio la situazione era più che evidente e il primo caso italiano in realtà c’era già a gennaio (qui la prova in un articolo de Il Sole 24 Ore). In ogni caso, le probabilità che un virus con questo alto potenziale di infezione arrivasse in Italia erano praticamente il 100%. Ma non si fece nulla di concreto per affrontare la situazione. Anzi.
Di fatto, il governo Conte nascondeva il Covid con l’aiuto dei media. Tutto ciò è evidente guardando una serie di filmati che hanno dell’incredibile. Qui solo alcuni filmati selezionati nella marea di informazioni fuorvianti che circolavano allora nelle Tv, comprese quelle pubbliche controllate dal governo.
21 gennaio 2020. La Tv del governo Conte nascondeva il Covid: minimizzando e raccontando balle
In Italia, ancora alla fine del gennaio 2020, la Tv diceva cose incredibili. Ad esempio che il contagio da uomo a uomo non fosse certo, oppure fosse possibile solo a determinate condizioni. Eppure la notizia del primo contagio “uomo a uomo” era stata data dalla stessa Tv italiana, sia pure insieme a tante fesserie. Ecco il servizio La misteriosa epidemia cinese – Unomattina 21/01/2019.
La malattia “potenzialmente trasmissibile in famiglia”, dicevano. “Potenzialmente”. E poi , citavano l’OMS: “limitata la possibilità di trasmissione da uomo a uomo”. “La cosa più efficace è che ci siano controlli sulle persone con sintomi.”
Cose che molto presto sarebbero state smentite, rendendo chiaro che il governo Conte nascondeva il Covid.
Ma anche altre inesattezze. Si trasmette “tramite un contatto stretto, saliva però a contatto ravvicinato”. “Non è facilissima la trasmissione”. Si tratta di altre evidenti imprecisioni. Sappiamo che il virus è contagiosissimo, come abbiamo scoperto molto presto e come si era scoperto già allora guardando la progressione dei dati in Cina. Per giunta dati evidentemente ridotti dalle autorità cinesi.
Eppure, molte fonti scientifiche avevano già reso pubblico il fatto che il Covid si contagiasse facilmente e fosse molto pericoloso, per lo meno a partire da metà gennaio. Ciò non impedisce di dire in Tv “Le polmoniti nella maggior parte dei casi si rivelano lievi”. E meno male… Insomma, si tende ovunque a minimizzare.
23 gennaio 2020. La Tv di Stato minimizza di nuovo e racconta altre balle
Proseguiamo ad esempio con il 23 gennaio. Una trasmissione, una delle tante, che continuavano a minimizzare: Il coronavirus fa paura – Unomattina 23/01/2020.
Qui in questo filmato, possiamo ascoltare frasi del tipo “Ci daranno tutte le assicurazioni necessarie”. “Si trasmette da uomo a uomo, ma i casi sono in larga parte da animale a uomo”. Idiozie col botto. In Italia probabilmente c’erano già tantissimi casi e si tendeva a dire che erano solo in Cina e per giunta “in larga parte” da animale a uomo.
Si considerava che facesse parte delle malattie dell’apparato respiratorio, ma che non c’era “Nessuna necessità di precauzioni da prendere in Italia, tranne lavarsi le mani ed evitare i luoghi affollati”. Sulle precauzioni prese in Italia la Tv ci propinava che “L’Italia è pronta nel caso “remoto” che il virus approdi in Italia”.
Precauzioni ridicole, completamente ridicole. Praticamente nulle. Era invece pronto un protocollo che era un modo per nascondere la pandemia. “Evitare allarmismi, psicosi”, si diceva. Ma poi ci sono stati novantamila morti in un anno. Queste bugie furono il presupposto del sedicente “elogio” della Ue all’Italia. Un’Italia che in realtà adottò misure assolutamente inutili, se non dannose.
Infatti poi, in quella trasmissione, si diceva: “Chi va in Cina è meglio che faccia il vaccino antiinfluenzale”. Dunque, si poteva andare e venire liberamente dalla Cina. Si diceva che chi era stato all’estero si doveva controllare, ma non gli altri. E che erano in contatto continuo con i centri di informazione… Allertati, siamo tranquilli, ce ne stiamo occupando. Eccome. Entro un mese si sarebbero scoperti decine di casi, così, per un intervento evidentemente “soprannaturale”.
Un’altra conferenza stampa che nasconde il Covid
E ancora, il punto sul coronavirus in una conferenza stampa del Presidente Conte e del Ministro Speranza il 31 gennaio. Il governo Conte nascondeva il Covid e si permetteva di dire che abbiamo la “soglia più elevata” di attenzione. E Speranza aggiungeva: “L’unico paese europeo che ha interrotto i voli con la Cina…” E poi “Livello di attenzione più alto in Europa”. Peccato che invece è il primo paese in assoluto a essere travolto, più della Cina. Poi Speranza manda “un messaggio di tranquillità”. Purtroppo, ci saranno novantamila morti in un anno.
Qui l’incarico a Borrelli e al commissario delegato. Palazzo Chigi 31 gennaio 2020. Conte dichiarava più volte che “la situazione è sotto controllo”. Purtroppo, entro poche settimane saremo al lockdown totale, senza mascherina e con i disinfettanti introvabili. Una catastrofe dovuta in larga parte alla sciagurata scelta di quando Conte nascondeva il Covid.
Fine gennaio 2020- “L’Italia è pronta”. Ancora balle in Tv e ancora si nascondeva il Covid
Sempre il 31 gennaio ancora Unomattina: “Coronavirus in Italia, due casi a Roma – Unomattina 31/01/2020”.
Di nuovo dichiarazioni allora credute da tutti o quasi, ma che sono sconcertanti: “Il sistema sta funzionando perfettamente”. Eccome! Di lì a poche settimane l’Italia sarebbe stata travolta. Il sistema e il protocollo funzionavano, sì, ma per nascondere i casi di Covid. “Non fare allarmismo… è davvero spaventosa questa malattia?”. “No, non si deve fare all’allarmismo, non è una pandemia”. E la derubricano a poco più di una influenza.
“C’è l’influenza e questo può confondere le idee”. La realtà era che il Covid era già in Italia da un pezzo e l‘unica cosa che si faceva era di mettere in piedi un protocollo che in pratica riduceva al minimo le possibilità di individuare i casi. Ordinando di fare tamponi solo a chi veniva dalla Cina o avesse contatti con chi veniva dalla Cina (!). “Non che i luoghi affollati dobbiamo evitarli” (!). “Non andare al pronto soccorso” consigliano. Ma è proprio al pronto soccorso che si scopre il primo caso, grazie alla insistenza di chi si scontra con l’assurdo protocollo delle autorità sanitarie italiane.
L’Italia è pronta, dicono in Tv. Prontissima, lo abbiamo visto.
La totale incapacità del governo Conte fin dall’inizio della pandemia
Altro che pronta. Nel frattempo in tutte queste settimane non si faceva nulla di realmente concreto. Non si accumulavano materiali e personale per i test, i tamponi. Non si accumulavano mascherine né se ne producevano. Mancavano persino le scorte di disinfettanti. Si andava nudi alla guerra mettendo la testa sotto la sabbia, come fa lo struzzo. Nel frattempo Conte nascondeva il Covid.
Non si fermava nemmeno il campionato di calcio, non si davano indicazioni serie. Nulla di nulla. Tutto fuorché pronti. Anzi, si nascondeva il Covid che di lì a poco sarebbe emerso senza scampo.
Sempre il 31 gennaio in Italia fanno finta di non sapere (o non sanno!) che il pericolo è grave e che gli asintomatici trasmettono la malattia Eppure almeno dal 29 gennaio il canale Medcram, un sito specializzato, aveva già dato l’annuncio che la trasmissione dagli asintomatici era quanto meno molto probabile (e poi lo stesso sito diceva che era certa il giorno dopo, 30 gennaio).
Eppure noi dovevamo ascoltare altre scemenze. Dichiarazione del Capo Dipartimento Borrelli 31 gennaio 2020 – Coronavirus “Situazione in Italia di assoluta tranquillità, niente allarmismo. Normali regole di prudenza”.
E qui, il TG1 “Dichiarato lo stato di emergenza”. Ma tutto va bene madama la marchesa. E ancora, Conte: “non dobbiamo drammatizzare” – Porta a porta 25/02/2020.
Una tempesta di propaganda che minimizza
Nel gennaio-febbraio 2020, ma anche a marzo, il governo Conte attraverso i media si prodiga a diffondere una vera e propria tempesta di slogan minimizzanti scollegati dalla realtà di una tragedia imminente. Coronavirus, Conte: “Non è il momento di rimproverarci alcunché”. Coronavirus, punto stampa del Presidente Conte e del Ministro Speranza. La “soglia più elevata”. Speranza: “L’unico paese europeo che ha interrotto i voli con la Cina…” E poi “Livello di attenzione più alto in Europa”.
Peccato che invece è il primo a essere travolto. Poi Speranza manda “un messaggio di tranquillità”, o di speranza… Ci saranno novantamila morti in un anno, i medici massacrati, un paese in ginocchio.
Non dimentichiamoci inoltre che la telefonata dove Trump ammette di sapere della pericolosità del Covid-19 è del 7 Feb 2020 (qui il link). Come è possibile che tra paesi Nato non ci sia stata alcuna collaborazione nel condividere informazioni di questa portata? È Trump che ordina di non trasmetterle agli alleati? Oppure è il governo italiano che fa finta di non sapere (come ha fatto Trump)? La terza ipotesi è la più probabile, perché è evidente fin dall’inizio. Un’altra conferma di come il governo Conte nascondeva il Covid, esattamente come faceva Trump.
Il caso di Codogno e la terra che diventa piatta
Si arriva così al primo caso accertato tutto italiano (qui una cronologia pubblicata sul Il Sole 24 Ore), intorno al 21 febbraio 2020: il paziente “X” di Codogno, un paesino del lodigiano. Ed è un caso che viene accertato solo perché c’è l’insistenza del paziente e del suo medico a volerlo accertare. In base al protocollo messo in piedi in Italia, infatti, quel caso non poteva essere accertato. Sarebbe rimasto nascosto chissà per quanto tempo. E appena si mette mano a un minimo di verifiche si scoprono decine di casi in poche ore. Così che in Tv dicono che l’Italia è inaspettatamente travolta. Che nessuno se lo aspettava. E certo, si capisce.
I casi di Covid in Italia c’erano evidentemente già da un pezzo. Anche perché, le decine di casi scoperti da un giorno all’altro, sono in zone praticamente rurali della pianura padana. Se si è arrivati di botto a decine di casi in queste zone è evidente che Milano e le città produttive della Lombardia e del Veneto sono ormai dei grandi focolai con centinaia se non migliaia di casi. Insomma, vogliono far credere che la terra sia diventata piatta.
A fronte di questo, anziché affrontare il dramma con una serie di provvedimenti per recuperare, si chiudono zone rosse in aree ormai largamente superate dal contagio. Codogno e la zona di Vò sono infatti il punto di arrivo di un’epidemia che è ormai largamente presente per lo meno nelle grandi città lombarde: Milano, Bergamo, Brescia. E probabilmente anche altrove: a Roma, Napoli, etc. Noi statistici lo sapevamo, e non è ipotizzabile che non lo sapesse il governo, sia esso regionale o nazionale.
Conte: “L’Italia è un paese sicuro”. Una frase che nascondeva il Covid
In questa situazione drammatica, Conte esce fuori la bufala del millennio, sapendo di mentire: “L’Italia è un Paese sicuro, forse molto più di tanti altri”. Siamo al 25 febbraio 2020. È ormai evidente che la pandemia è arrivata in Italia incontrastata e si continua a minimizzare in maniera stucchevole.
Sul Coronavirus, Conte aveva detto: “Accertati primi due casi in Italia: sono in buone condizioni”. Poi avevano detto che forse non si trasmette da persona a persona. “Non ci siano persone esposte, di norma la trasmissione è dopo che compaiono i sintomi”. Invece la trasmissione degli asintomatici era ovviamente il problema principale.
E siamo al 25 febbraio, quando è ormai chiaro a tutti che il caso di Codogno è solo la punta più alta della parte sommitale della punta di un iceberg. I casi si moltiplicano perché è ovvio che quando si inizia a cercare il virus lo si trova praticamente ovunque. Eppure Conte, in questa situazione disperata, arriva a dichiarare: “non dobbiamo drammatizzare. Qui in un Porta a porta del 25/02/2020.
I filmati parlano chiaro: Italia impreparata e anche peggio
Questa serie di filmati rende evidente un fatto. Il governo Conte nascondeva il Covid che era già in Italia ma si faceva di tutto per minimizzare. Certo, si capisce che evitare il panico era qualcosa di doveroso. Ma, oltre che opinabile perché è sempre meglio informare correttamente, si doveva accompagnare questa strategia con una preparazione reale a fronteggiare la pandemia.
Per limitare il contagio in realtà non fu fatto nulla, per settimane se non mesi. Il protocollo in vigore nel giorno in cui fu “scoperto” il primo caso di fatto finiva per nascondere eventuali casi, perché ordinava di controllare solo persone provenienti direttamente dalla Cina. Cioè nessuno, perché l’Italia aveva vietato i voli diretti con la Cina, lasciando però i voli indiretti ancora in essere.
Per settimane non ci si preparò a una tragedia praticamente certa, come dimostravano tutti i modelli di previsione, purché seri. Nulla fu organizzato: nemmeno i tamponi, nemmeno l’approvvigionamento e la produzione delle mascherine e nemmeno l’avvertimento alla popolazione. E tantomeno l’acquisto di materiali importanti, a partire dai reagenti, i test, i disinfettanti per finire con i ventilatori i dispositivi di protezione individuale, etc.
La storia che l’Italia fu, poveretta “travolta inaspettatamente” e per prima dalla pandemia è una balla. L’Italia fu travolta per prima perché il governo Conte nascondeva la pandemia, forse meglio degli altri. Ma era una strategia sciagurata e destinata al fallimento. e per la quale abbiamo pagato molto caro le conseguenze.