di Gianluca Navarrini
Dicono che Renzi sia un irresponsabile per aver tolto la fiducia a un Governo di mezze cartucce, guidato da un dilettante della politica, disposto a qualsiasi piroetta trasformistica pur di conservarsi il privilegio che una benigna sorte gli aveva riservato.
Per dimostrarsi “responsabile”, avrebbe dovuto rinunciare a qualsiasi critica nei confronti di una compagine ministeriale palesemente inadeguata, che si apprestava a gettare al vento i 209 mld di euro del Next Generation EU.
Iniziale “no” basato su irresponsabili preconcetti
Oggi, invece, dinanzi alla possibilità di avere un Governo guidato da una personalità autorevolissima e dotata di un enorme prestigio internazionale (il che non significa infallibile, sia chiaro), il Movimento Cinque Stelle fa sapere che non darà la sua fiducia. Dichiara che non sosterrà Draghi senza neppure sapere con quale programma e con quale squadra ministeriale il presidente in pectore si presenterà. Sono responsabili o irresponsabili?
Una chiusura netta. Un “no” a prescindere. Un “no” eversivo, nello stile dei Cinque Stelle. E anche un “no” da veri, autentici, conclamati irresponsabili. Lo stesso “no” che opposero a Bersani e Letta nel 2013 e a Renzi nel 2014. Un “no” che poi venne nuovamente pronunciato nel 2014 per chiudere la porta ad una collaborazione per le riforme istituzionali.
In un momento in cui l’economia italiana è devastata – dalla pandemia e dai provvedimenti sconclusionati che un manipolo di inadeguati di lotta e di governo ci ha ammannito per un anno – i mercati hanno già reagito in modo molto incoraggiante al nome di Mario Draghi.
Ma i Cinque Stelle non credono al mercato. Non credono neppure che vada regolato. Pensano solo che vada drogato e sterilizzato. La loro concezione dell’economia si esaurisce nell’erogazione di bonus e di sussidi a pioggia. Lo abbiamo visto in questi quasi tre anni di governo a trazione Cinque Stelle. In tutti questi mesi non sono neppure riusciti a capire cosa sia e come funzioni il MES.
I Cinque Stelle sarebbero più responsabili di Renzi?
Il Movimento Cinque Stelle è il partito del fanatismo estremista e dell’eversione costituzionale: il partito dei “no” propagandistici, inconcludenti e sempre revocabili in base alle convenienze del momento. Tanto chi vuoi che se ne ricordi? No a governi non eletti … e poi fatti. Ancora no a condoni, TAV e TAP … fatti anche quelli. No agli interventi salva-banche … e poi fatti. E no alle alleanze con Lega, PD e Renzi… poi fatte pure quelle.
Poi i no al sostegno dei voltagabbana… fatto! No alle modifiche della Costituzione, fatte! No alla presenza di indagati e condannati … e ci sono anche quelli! Il Movimento ha mille volte rinnegato se stesso, i propri valori fondativi e le proprie promesse elettorali. Ha mille volte ingannato i propri elettori.
Il Movimento Cinque Stelle è il partito che, nella primavera del 2018, ha sostenuto (con accenti sovversivi) che Sergio Mattarella avesse commesso il reato di alto tradimento e attentato alla Costituzione per aver negato la nomina a ministro dell’economia di Paolo Savona, indicato, peraltro, dalla Lega. E Luigi Di Maio – calpestando il galateo istituzionale – raccontò fatti che vennero immediatamente smentiti sia dalla Presidenza della Repubblica, sia da Matteo Salvini (che diede prova di maggiore responsabilità politica, consentendo la nomina a ministro dell’economia di Giovanni Tria, con Savona agli affari europei).
Gli irresponsabili e i responsabili per mimesi
Il Movimento ha poi elogiato in più occasioni l’opera di Mattarella. Ma non perché abbia riconosciuto il proprio clamoroso errore di valutazione del 2018, ma solo per mimesi: i condottieri dei Cinque Stelle sono trasformisti e dissimulatori. E non mi stupirei di sentirli attaccare nuovamente Mattarella per aver dato un taglio alla pantomima indecorosa del mercanteggiamento dei posti di sottogoverno dei giorni scorsi. E inizio a pregustare i peana che verranno elevati contro un Governo non eletto.
Come se i due Governi di Giuseppe Conte fossero stati eletti da qualcuno… E come se – per sostenere Conte – gli stessi Cinque Stelle non avessero fatto carte false per creare dal nulla il gruppo dei “responsabili” al Senato (arrivando a mercanteggiare con il PD il prestito di una senatrice, per avere i 10 componenti necessari per costituire il nuovo gruppo).
Il moralismo gettato in discarica
In definitiva, i traffici delle ultime settimane restituiscono il ritratto del volto sfigurato di quel che fu il moralismo e la rettitudine dei Cinque Stelle: opportunisti senza alcuno scrupolo, pronti a incassare l’appoggio di Ciampolillo, di Lonardo Mastella, di Polverini e di chiunque altro (anche dei reietti, per supposta indegnità, dello stesso Movimento) pur di restare al Governo.
Un partito incapace di fare un passo indietro per farne fare uno avanti al Paese, per il semplice fatto che il suo compito storico era quello di radere al suolo il Paese, con i loro deliri sulla decrescita economica e sul superamento della democrazia rappresentativa.
Un partito incapace di mettersi sulle spalle la Nazione e di portarla in salvo oltre le difficoltà del momento. Infine, un partito che avendo rinnegato tutto, pensa di salvare se stesso facendo quadrato attorno alla mediocre figura politica dell’impolitico Giuseppe Conte.
Irresponsabili alla luce del sole
Se anche la convocazione di Mario Draghi al Quirinale fosse solo un tentativo di Sergio Mattarella – come quello messo in atto nell’estate del 2018, allorché chiamò Carlo Cottarelli – di rasserenare i nostri partner europei e i mercati, in attesa che si creino le condizioni per un nuovo governo politico, tale tentativo ha fatto riemergere prepotentemente l’irresponsabilità politica e il sovversivismo costituzionale del Movimento Cinque Stelle.