di Gabriele Bonafede
Per presentare l’uomo incaricato di “esplorare”, Roberto Fico, il giornale italiano più letto in Italia non ha trovato di meglio che “laureato e tifoso del Napoli”. Considerato che La Repubblica è di fatto un giornale grillo-piddino, la cosa fa temere il peggio. E cioè che sia stato dato l’incarico di esplorare la possibilità di formare un governo a uno che non ha esattamente le competenze necessarie. Soprattutto in un momento così drammatico della storia italiana.
Leggendo invece la restante parte dell’articolo ci si accorge che le cose stanno pure peggio del previsto.
Per amor proprio, non avevo mai letto le note biografiche su Fico. Temendo che il personaggio che siede nella terza carica istituzionale della Repubblica Italiana fosse poco solido su taluni aspetti. Ma stavolta mi sono fatto forza e ho letto. E ho capito che l’Italia non è solo arrivata alla frutta, ma addirittura alla frutta secca.
Il nostro paese ha terminato tutto il possibile: antipasto, primo, secondo, contorno, dessert, frutta, caffè e ammazza caffè. Adesso si è arrivati, appunto, alla frutta secca per la cena. Probabilmente, per le nozze del terzo matrimonio tra italiani e avvocato del popolo si festeggerà con lo stesso alimento.
Fico, infatti, nella sua brillante carriera, sempre leggendo su Repubblica, annovera una serie competenze da lasciare senza fiato.
Dall’articolo di Repubblica con titolo “Crisi di governo, laureato, appassionato del Napoli e con una lunga militanza a sinistra: chi è Fico l’esploratore” si leggono infatti le seguenti note biografiche su Roberto Fico.
“Napoletano di Posillipo, tifoso azzurro sfegatato, diplomato al liceo Umberto, laureato in Scienze delle Comunicazioni a Trieste (con Erasmus a Helsinki) e, per finire, “master in Knowledge Management” organizzato dal politecnico di Milano. Dopo la laurea, progetta reti intranet per un tour operator, lavora in una società di formazione professionale, poi in un call center e in una società di ristorazione a Fuorigrotta. Diventa amico di Lucio Dalla, dopo aver visto tutti i suoi concerti. Meglio, però, abbandonare la passione per la musica, ci prova a suonare tastiera e fisarmonica, ma con scarsi risultati (“Meglio per lui che abbiamo smesso”, racconta un suo amico ora avvocato). Molto meglio, quindi, fare politica. Il ‘chiattillo’ con collanine indigene e braccialetti che gira in autobus, nel 2009 entra nel Movimento appena nato: si candida a presidente della Regione e poi prende il via la sua carriera in Parlamento.”
Non oso leggere altre fonti.
Buona fortuna.
PS Quale antipasto alle consultazioni, ecco quattro minuti di nulla.