di Franco Lo Piparo
Se vogliamo onorare bene questa triste giornata di ricordo, la Giornata della Memoria, dobbiamo evitare la facile retorica e la lacrima facile. Nulla va dimenticato. Sono pochi gli innocenti in questa tristissima storia.
È giusto non nascondere ai giovani un fatto fondamentale. Una tragedia immane come la Shoah (la persecuzione sistematica, diversi milioni di ebrei deportati, internati nei ghetti e sterminati nelle camere a gas) non può accadere senza un sistema culturale preconcetto che la giustifichi e che circola come senso comune tra molta gente.
Uomini e donne di Chiesa hanno aiutato molti ebrei. Questo è documentato e non bisogna tacerlo. E però la Chiesa cattolica è tutt’altro che innocente in questa incredibile tragedia.
La Chiesa e la persecuzione razziale, dispiace ma bisogna dirlo
Lo so che dispiace dirlo ma bisogna dirlo. Santi come Agostino e Tommaso non hanno mai nascosto la loro condanna senza appello del popolo ebraico definito deicida. È dei cattolicissimi Ferdinando II di Sicilia e Isabella di Siviglia il decreto del 1492 di espulsione degli ebrei. Per citare solo pochi fatti eclatanti.
Ancora in epoca post-olocausto, precisamente fino al 1958, il Venerdì santo nella Chiesa cattolica si recitava la seguente preghiera:
«Preghiamo anche per i perfidi giudei, affinché Dio nostro Signore tolga il velo dai loro cuori e riconoscano anch’essi Gesù Cristo Signore Nostro».
«Dio Onnipotente ed eterno che non ricusi la tua misericordia neppure ai perfidi giudei, degnati di esaudire le preghiere che ti rivolgiamo per questo popolo cieco, affinché, riconoscendo la luce della tua verità, che è Cristo, siano liberati dalle loro tenebre».
La Chiesa cattolica oggi è su tutt’altre posizioni. Grazie a Papa Giovanni XXIII e al Concilio Vaticano Secondo. Se vogliamo evitare altre cadute non bisogna però dimenticare le parti spiacevoli del passato, nemmeno tanto lontano.
La Chiesa cattolica si redime nella misura in cui si avvicina al Cristianesimo così come è rappresentato nei vangeli
Per spiegarmi meglio ricordo in proposito le differenti valutazioni che Mussolini e Croce davano del Cattolicesimo e del Cristianesimo.
Mussolini: «Io sono cattolico e anticristiano». Se ne ha testimonianza dai Diari di Ciano (8 agosto 1938). Una autodefinizione perfetta. Il fascismo fu per buona parte cattolico, ma essenzialmente anticristiano nella propaganda e nella pratica. La persecuzione degli ebrei ne fu l’esempio più tragico e infame.
Benedetto Croce nel 1942 scrisse un breve saggio dal titolo «Perché non possiamo non dirci cristiani». Attenzione, no «non possiamo non dirci cattolici» ma «non possiamo non dirci cristiani».
Riporto due passi dello scritto del laico Croce:
«Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo».
«E il suo affetto fu di amore, amore verso tutti gli uomini, senza distinzione di genti e di classi, di liberi e schiavi, verso tutte le creature, verso il mondo, che è opera di Dio e Dio che è Dio d’amore, e non sta distaccato dall’uomo, e verso l’uomo discende, e nel quale tutti siamo, viviamo e ci moviamo».
La recente enciclica «Fratelli tutti» di Papa Francesco si esprime negli stessi termini.
Un consiglio anche ai laici e a chi ha a cuore la dignità e il valore di ciascuna persona indipendentemente da razza, credo religioso o altro ancora: rileggiamo i vangeli.
E chi conosce il greco li legga nella lingua in cui sono stati scritti. Scoprirà tanti tesori nascosti nella vulgata latina e nelle traduzioni successive.
In copertina, una delle immagini della retata al Ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, forse il più drammatico momento nella persecuzione degli ebrei in Italia. Tratto dal film ‘La razzia’ di Ruggero Gabbai, e da questo link.