di Gabriele Bonafede
Non c’è che dire: i due amici, Conte e Trump, si somigliano. E non solo nell’essere orgogliosamente populisti, ma anche nella imperterrita capacità di non riconoscere i numeri e lanciare una propaganda degna dei terrapiattisti: negare l’evidenza. Anche quella priva di opinione come è la matematica.
Trump ha perso la presidenza 232 a 306. Conte la perde con uno scarto minore, 156 a 159, ma sempre sconfitta è. Soprattutto se si pensa che una buona decina di voti li raccoglie con alcune “telefonate” che lasciano il tempo che trovano. D’altronde, la Campania non è la Georgia.
Conte, in fin dei conti, è un populista plastico. Di una plasticità estrema: prende la forma dell’acqua adattandosi a qualsiasi contenitore. In questo, bisogna ammetterlo, è più estremista di Trump. Perché il suo populismo è talmente estremo da non riconoscere nemmeno da dove viene e verso dove va.
Ma chi è veramente come Trump è la stragrande maggioranza degli italiani. In effetti, è l’Italia stessa a essere come Trump nel non riconoscere la sconfitta. L’Italia non ha riconosciuto la propria sconfitta all’indomani delle sciagurate elezioni del 4 marzo 2018. Una data che vivrà nell’infamia. Un giorno in cui il paese ha fatto karakiri senza ammetterlo. Consegnando il paese a populisti dello stampo di Conte, Di Maio, Salvini e soci.
È questo il parlamento italiano. È questo il suo destino: un intero paese populista e terrapiattista. D’altronde, Conte incarna, un poco come i cinematografici personaggi negativi di Alberto Sordi, tutti i vizi italiani. È l’italiano medio: furbacchione, trasformista, populista, voltagabbana, inconsistente, provinciale, chiacchierone, presuntuoso. Convinto persino nella mancanza di evidenza.
Persino nell’ecatombe della pandemia, con tristi primati internazionali in quanto a deceduti da Covid, l’Italia non ammette la sconfitta. Anzi, si pregia, sostenuta da un altrettanta sconfitta OMS, di avere ben fronteggiato la pandemia. Nonostante numeri e fatti dicano esattamente il contrario.
Non va meglio nella cosiddetta “opposizione”. Qui, dalle parti della Lega e FdI, non si ammette nemmeno l’esistenza della pandemia se non quale strumento per avanzare candidature a governare. La destra italiana, auto-affiliatasi ai Trump e ai Putin, non riconosce la propria sconfitta morale e numerica di fronte all’evidenza. Dichiara vittoria, come Trump, continuando a proporre “ricette” che negano la pericolosità della pandemia, pensando che se si fa finta che non esista tutto sarebbe meglio. Terra piatta allo stato puro.
La realtà è che l’Italia è stata sconfitta. E se c’è un vincitore, di un’amarissima vittoria, questi è Italia Viva. Che per lo meno ha posto la discussione al parlamento in termini di temi reali di fronte a un emiciclo populista che vive di fantasia e guerra tra clan.
Il presidente Mattarella farebbe bene a prendere atto di tutto ciò. A prendere atto nel certificare la sconfitta italiana e, come fece l’Italia dopo Caporetto, dare l’incarico a un Armando Diaz di oggi. Cioè a una persona che sia almeno tecnicamente capace di prendere in mano la situazione e resistere sul Piave delle vaccinazioni e del rilancio con i fondi europei. A una figura, istituzionale o tecnica, che faccia un governo del presidente e inizi a mettere la Costituzione, l’Italia e l’Europa prima delle proprie appartenenze e dei propri populismi e convenienze personali. Formando così un governo che per lo meno non creda a Trump e alla terra piatta.
A new friend and a “tremendous” victory… Congratulations!