di Gabriele Bonafede
L’unico merito del governo Conte 2 era di non essere peggio del Conte 1. Il Conte 2 non è stato peggio del peggior governo della storia della Repubblica italiana solo per avere cancellato alcuni degli obbrobri del Conte 1. D’altronde, il presidente del Consiglio era lo stesso, camaleontico, individuo.
Il Conte 2 si è distinto nel panorama internazionale per la tragica incompetenza nell’affrontare la pandemia di Covid. E non poteva essere diversamente, privo com’era dei ministri dell’Istruzione e della Sanità.
L’istruzione, affidata a un partito che è nato e cresciuto sulle bufale e sull’ignoranza, non poteva che terminare l’opera di taluni governi precedenti nel distruggere la scuola. Ha finito di distruggere scuola e università con l’aiuto del Covid, certo. Ma bisogna dare merito a questo governo di averci messo del suo in una epocale opera autolesionista e gravida di conseguenze per le attuali e prossime generazioni.
Sul piano internazionale il Conte 2 si è distinto anche di più. Privo di un ministro degli esteri, si è trovato come un guscio di noce nelle tempeste oceaniche. Incapace di fare altro se non essere sballottato in balia delle onde. Un governo prono alla Cina e alla Russia, e al tempo stesso un governo amico di Trump, che si sarebbe abbassato alla più stucchevole prostituzione se non fosse stato fermato da un Presidente della Repubblica che ha evitato il naufragio del Paese in più di una occasione.
D’altronde, i governi Conte 1 e Conte 2 sono la diretta conseguenza del karakiri che l’elettorato ha inconsapevolmente inflitto al Paese il 4 marzo del 2018: una data che vivrà nell’infamia.
Adesso, il Conte 2 è caduto. Dopo essere stato tenuto in vita per lunghi mesi dalla emergenza della pandemia. Emergenza oggi molto più pesante di un anno fa a causa della incompetenza con la quale è stata affrontata fin dall’inizio.
Al Conte 2 potrebbe succedere il Conte 3 o le elezioni. Ma non è scritto da nessuna parte che il peggio debba sostituire il peggio, persino nell’Italia del XXI secolo. Con un poco di buona volontà si potrebbe tornare per lo meno a un’ombra di senso della politica: per lo meno al manuale Cencelli. Magari con un pizzico di sale in zucca e amor proprio, se possibile. Formando così un governo non-Conte, sia esso tecnico o politico e non andare alle elezioni anticipate.
Molti giovani di oggi non sanno cosa sia il manuale Cencelli. Era una base di discussione sulla formazione dei governi nella cosiddetta prima Repubblica. Si basava su una regola fondamentale: assegnare i posti di ministro in base a una media tra la forza parlamentare e quella prevista se si facessero le elezioni.
Questo metodo, che è solo l’ombra della politica ma è meglio dell’attuale deriva demenziale, porterebbe a un governo formato da uno dei leader del PD tra quelli che hanno ancora un minimo di capacità. Ce ne sono, sembra assurdo ma è così. Ovviamente la preponderanza del PD nella coalizione andrebbe riflessa anche nei posti ministeriali.
I ministeri dei Cinque Stelle dovrebbero essere limitati nel numero e nell’importanza, così da riflettere l’inconsistenza elettorale di questo aborto della politica che è il cosiddetto Movimento. E così da riflettere il loro fallimento e la necessità di limitare i danni a causa di personaggi incompetenti ai posti decisionali. I grillini accetteranno? L’alternativa è che vadano quasi tutti a casa al prossimo turno elettorale. Non hanno altra scelta.
Gli altri ministeri dovrebbero essere distribuiti tra gli altri partiti in base alle scelte di alleanze del PD. Si dovrebbe chiedere di evitare a questi piccoli partiti proposte di nomi che portino nocumento all’azione di governo. Il momento è grave, in Italia muoiono ogni giorno 2-3 volte i morti giornalieri della seconda guerra mondiale. Sarebbe il caso di mettere da parte i giochini dei clan di partito e proporre persone sane di costituzione mentale e di capacità, al netto delle idee e ideologie politiche.
Qualche partito, e in special modo Italia Viva, ha già proposto e sostenuto ministri di valore per il Conte 2. Si spera che gli altri seguano l’esempio nel creare un esecutivo, se non tecnico, per lo meno competente.
Ottima analisi.