di Marco Pomar
– Buongiorno, mi scusi…
– L’ufficio passaporti è la stanza accanto.
– No, veramente sono qui per la cittadinanza.
– Ah, mi perdoni. Sa com’è… L’avevo vista di colore…
– Ha visto bene. Dovrei iscrivermi all’esame di Italiano B1.
– Adesso ho capito. Lei è il nuovo straniero del Palermo. Benvenuto, Welcome to Palermo. You spich Italian?
– Veramente io sono nato all’Albergheria.
– Non gioca nel Palermo?
– No.
– Vabbè, ma sa giocare a calcio?
– Un po’, ma cosa c’entra, scusi?
– Niente, però sa… di questi tempi aiuta. Comunque, mi dica, lei è sposato con un’italiana?
– No. Ho diciotto anni, e vorrei avere la cittadinanza italiana.
– Ma non ha detto che è nato a Palermo?
– Si. Confermo.
– E com’è che non è italiano, scusi?
– E lo chiede a me? Non le faccio io le leggi.
– Allora si sposi un’italiana, ascolti un cretino.
– Lo sto facendo, a quanto pare.
– In che senso?
– Lasci stare. Cosa mi dice del B1?
– Acqua.
– Che fa, lo spiritoso?
– No, intendo dire che per adesso non se ne parla. Deve aspettare.
– Sono diciotto anni che aspetto. Non conosco altre lingue che l’italiano, vivo da sempre a Palermo, non voglio sposare un’italiana perché sono innamorato di Alina. Mi dica lei cosa devo fare per essere definitivamente italiano.
– Dovrebbe dimostrare che avesse conoscenza della lingua italiana corretta.
– Beh, se lo dice lei…
– Ma scusi se mi permetto, ma perché ci tiene così tanto ad essere italiano?
– Guardi, fosse per me ne farei a meno. Però mi piacerebbe avere la possibilità di votare, di avere un medico di base, i diritti minimi che hanno i miei concittadini, quelli che parlano bene l’italiano come lei e come Suarez.
– Che fa, sfotte?
– Non mi permetterei mai. Solo mi chiedo perché lei ha scritto cittadinanza italiana sulla carta d’identità, e io no.
– Signore mio, ma io sono bianco!
– Vabbè, quello può farlo scrivere nei segni particolari.
– Ho capito, lei ci tiene veramente a sta cosa della cittadinanza. Compili i moduli A, B, C, E ed F.
– Quello D no?
– No, quello è per gli stranieri veri.
– Ah, lo ha capito finalmente! Li compilo subito.
– Poi alleghi pagamento della tassa sulla cittadinanza, e superasse l’esame di italiano. E poi è fatta!
– Magari lo facciamo insieme…
– In che senso?
– Lasci stare. Buona giornata, concittadino.
– Non ancora. Lo vedessimo tra poco.
– Si, e viva l’Italia.
– Sempre.
In copertina, foto allo stadio San Paolo Napoli. Photo by Bertrand Gabioud on Unsplash
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