di Tonino Frisina
Il coronavirus in Sicilia sembra sempre più un affare da sfruttare per demolire ancora la sanità pubblica. Si registrano troppi silenzi da parte di chi potrebbe, forse, far sentire la sua libera ed autorevole voce.
È veramente preoccupante il silenzio da parte dei partiti, delle organizzazioni sindacali, dell’associazionismo, di fronte al progetto da parte dell’Assessorato Regionale della Salute, di smantellare la struttura sanitaria pubblica come il CTO (Centro Traumatologico Ortopedico) di Palermo sito in viale del Fante, struttura dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello, per far posto a un nuovo polo di infettivologia per la Sicilia Occidentale.
Cioè dedicato alle Malattie infettive e ispirato al modello dello Spallanzani di Roma, la cui realizzazione dovrebbe essere affidata alla Protezione civile.
La Regione Siciliana riduce la sanità pubblica incrementando il settore privato
Tutto ciò senza pensare alle attività sanitarie già presenti al CTO. Le quali oggi costituiscono un punto di riferimento per la città di Palermo, attività di grande rilevanza per la sanità pubblica, già comunque sottostimate a vantaggio del privato.
La trasformazione del CTO in un centro Covid farebbe sparire una struttura pubblica dove ad oggi insistono unità operative come il reparto di recupero e riabilitazione funzionale (unica struttura pubblica con 12 posti letto) a tutto vantaggio delle strutture private.
Farebbe sparire il reparto di Oculistica, di Odontoiatria e ancora gli ambulatori dedicati alla riabilitazione con le sue palestre idonee allo svolgimento di tali attività, l’ambulatorio di Ortopedia, di Radiologia, di Reumatologia.
Dove saranno trasferite tali unità operative e ambulatori che in atto offrono servizi ai cittadini nel medesimo presidio ospedaliero?
Tutte attività assistenziali che hanno bisogno di spazi idonei e di certezze operative. Senza riflettere poi che, nell’ipotesi in cui tali unità operative possano trovare sistemazioni in altri presidi, certamente saranno ridimensionati.
E senza considerare, inoltre, che il CTO è esattamente davanti all’entrata dello stadio di calcio di Palermo. Una zona dove a ogni partita si dispongono vicinissimi numerosi commercianti che forniscono cibo e bibite agli spettatori, i quali si assembrano inevitabilmente prima e dopo la partita…
La politica schizofrenica della Regione Siciliana
A parte la follia della “location”, degna di un film satirico-distopico, non è certo così che si potenzia la medicina del territorio, già così fragile. Piacerebbe conoscere qual è il progetto dell’assessore Ruggero Razza e soprattutto se ha un progetto.
Infatti, in concomitanza con l’incremento della diffusione del contagio del coronavirus, l’assessore aveva annunciato di aver individuato un’altra struttura palermitana. Si trattava dell’ex-IMI. Struttura inattiva dal 2008, riqualificata in questi ultimi mesi e pronta per la sua apertura quale centro Covid con la possibilità di ospitare fino a 60 pazienti e con 24 posti riservati a soggetti in condizioni critiche, tra i quali 14 di terapia intensiva e 10 di sub-intensiva ventilata… Solo oggi l’assessore si accorge che la struttura non è idonea a tale scopo.
Infatti, un Covid Hospital deve essere una struttura complessa, cioè con una terapia intensiva. E deve comprendere tutte le specialistiche che possono servire ad un paziente affetto da Sars-Cov-2. Qui l’assessore cambia idea e concorda, insieme al Commissario straordinario del Policlinico di Palermo, che l’ex IMI avrà una nuova veste: sarà, infatti, una Chirurgia ambulatoriale, Day Surgery e One Day Surgery con particolare attenzione alla medicina di genere femminile.
Leggiamo ancora che altri soldi pubblici vengono impegnati per il completamento del finanziamento per la riqualificazione del CTO. Si tratta di 10 milioni di euro che si sommano agli ulteriori 10 milioni già finanziati, sempre al fine di costituire l’Istituto regionale per le malattie infettive.
Insomma una vicenda che mostra una politica schizofrenica da parte del governo regionale e del suo assessore alla salute Ruggero Razza. A darne testimonianza si aggiungono gli atti contraddittori adottati dall’Assessore.
Politica schizofrenica con atti contraddittori
Infatti, da un lato finanzia milioni di euro per la trasformazione del Presidio CTO in un Istituto regionale per le malattie infettive, dall’altro emette provvedimenti di mantenimento dello status quo come documentato dai sotto indicati atti:
Uno. In data 4 giugno 2020 l’assessore regionale alla salute con decreto assessoriale n. 480 approva l’atto aziendale dell’Azienda Ospedaliera Villa Sofia-Cervello, il quale prevede, tra i presidi ospedalieri dell’azienda, il CTO “a vocazione riabilitativa”;
Due. Sempre in data 4 giugno 2020 l’assessore regionale alla salute con nota n. 25848 autorizza l’amministrazione dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello a immettere in servizio il direttore dell’U.O.C. “Recupero e riabilitazione funzionale” risultato idoneo a seguito di procedure concorsuali.
La città di Palermo e la Sicilia non possono essere privati di servizi utili alla collettività e costringere i siciliani a partire per i “viaggi della speranza” quando hanno problemi di salute… Non possiamo affidare la gestione di soldi pubblici, di quei soldi che l’Europa ha destinato proprio alla sanità, a chi non ha idea di come utilizzare tali somme.
Né possiamo permetterci di sperperare le ingenti somme date dall’Europa. Non ce lo possiamo proprio permettere.
La politica sanitaria in Sicilia andrebbe radicalmente ripensata, abbiamo bisogno di una politica seria e responsabile perché quando ci ammaliamo sono le brutte politiche ad ammazzarci colpendo sempre i più deboli, quelli che non hanno i soldi per l’aereo.
In copertina, Monte Cuccio al tramonto visto da Palermo. Photo by Giuliphoto on Unsplash