di Francesco Bellanti
“Il nostro tempo è limitato – disse Steve Jobs, il fondatore della Apple e genio dell’informatica, poco prima di morire, incarnando non solo il sogno americano ma anche quello dei giovani – per cui non lo dobbiamo sprecare vivendo la vita di qualcun altro. Non facciamoci intrappolare dai dogmi, che vuol dire vivere seguendo i risultati del pensiero di altre persone. Non lasciamo che il rumore delle opinioni altrui offuschi la nostra voce interiore. E, cosa più importante di tutte, dobbiamo avere il coraggio di seguire il nostro cuore e la nostra intuizione. In qualche modo, essi sanno che cosa vogliamo realmente diventare. Tutto il resto è secondario”.
Ecco, questo voglio intanto dire agli studenti che, per la prima volta dopo quarantanni, non porterò agli esami di Stato, né giudicherò come commissario o presidente. È una sensazione strana, che avverto sia nello scandire del tempo che nella frequentazione degli spazi, nell’assenza di contatto con l’umanità che mi ha accompagnato tanti anni.
Ho la coscienza a posto per aver dato tanto alla scuola, come tanti altri insegnanti, sacrificando anche per decenni la mia passione per la scrittura, un tempo che purtroppo non potrò più recuperare. Ma ho ricevuto tanto dalla scuola, il mio cellulare è pieno di telefonate e di messaggi di stima e di saluti di generazioni di studenti.
Non soltanto ai miei studenti dell’anno scorso ma a tutti auguro un sereno esame, esame che non sarà facile per nessuno, dopo un anno così difficile. Aggiungo anche che in fondo questo è solo uno dei tanti mattoni che costruiscono una casa, dico a tutti di avere un progetto, un via da seguire, di maturare una coscienza critica per affrontare il mondo. Leggete, studiate, il vero nemico è l’ignoranza, un uomo che vive nell’ignoranza non andrà da nessuna parte.
Vivete la vita da protagonisti e non da pecore, fate delle scelte, siate coraggiosi, osate. Non fate come gli ignavi di Dante, sarete puniti anche in vita, inseguirete bandiere e insegne vane e illusorie e sarete punti nudi da mosconi e vespe, e il vostro sangue mischiato alle lacrime verrà succhiato ai vostri piedi da fastidiosi vermi.
Senza cultura sarete pure schiacciati come vermi sia dal potere che dalla delinquenza, che poi sono due aspetti della stessa medaglia. Abbiate sempre una meta, dice Seneca che la vita senza una meta è vagabondaggio, vita sine proposito vaga est.
Le cose che vi dico sono le stesse che ho messo nella mia pratica quotidiana di docente, lo sapete. Ma gli educatori non posso fare tutto. Il resto tocca ai giovani. “Ma il gran torto degli educatori è di voler che ai giovani piaccia quello che piace alla vecchiezza e alla maturità; che la vita giovanile non differisca dalla matura; di voler sopprimere la differenza dei gusti, dei desideri […]; di voler che gli ammaestramenti, i comandi, e la forza della necessità suppliscano all’esperienza”. Così Leopardi. E con lui torniamo al principio: i giovani devono alla fine seguire le loro inclinazioni, governate però dall’educazione ricevuta.
In copertina Biblioteca statale (Stadsbiblioteket) a Stoccolma . Photo by 🇸🇮 Janko Ferlič on Unsplash