di Gabriele Bonafede
Se la pandemia ha insegnato qualcosa, la prima della lista è che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, acronimo WHO in inglese) va riformata da cima a fondo. A partire dalla sostituzione di tutta la sua dirigenza.
La serie di errori di valutazione, dichiarazioni fuorvianti, disastri nella comunicazione è impressionante. A ogni intervento dell’OMS, dai primi casi accertati di Covid-19 in poi, è stata una vera e propria pioggia sul bagnato.
In Italia, la trasmissione Rai Report lo ha dimostrato nella puntata di metà maggio (qui). Ma la lista di errori ogni volta che l’OMS si è pregiata d’intervenire è molto più lunga. Si parte da una tardiva comprensione della trasmissione del virus da persona a persona, alle tragiche sciocchezze sulle mascherine e i test, in Italia chiamati “tamponi”, all’accettazione per veri di dati molto dubbi.
L’errore più conosciuto è quello della tardiva dichiarazione della pandemia, avvenuta solo l’11 marzo. Quando tutti i bambini italiani lo sapevano da un pezzo. Ma forse questo è l’errore meno marchiano. Quando l’OMS dichiarava che le mascherine servivano solo per il personale sanitario, o per chi era positivo al test, e dunque non erano determinanti, Taiwan ha invece aumentato la produzione da un milione a quindici milioni. Lo stesso per i test.
Per lunghe settimane l’OMS è voluta intervenire dicendo che i tamponi andavano fatti solo a chi avesse sintomi. Era contro i tamponi di massa. Anche qui, Taiwan, che è esclusa dall’OMS, ha proceduto a tamponi di massa. Così come hanno iniziato a fare Corea del Sud e altri paesi particolarmente efficienti nel fermare l’epidemia sul nascere.
Taiwan ha avuto circa 400 casi finora, e sette morti. Nel frattempo l’Italia ha pagato molto cari questi errori. Siamo ormai a oltre 230 mila casi accertati, almeno 33 mila morti, probabilmente molti di più. Quelli italiani, francesi, britannici, spagnoli, sono numeri impressionanti. Soprattutto se paragonati a quelli di Taiwan, del Vietnam, della Corea del Sud e tanti altri paesi. I quali hanno preferito seguire strategie opposte a quelle consigliate dall’OMS. L’Italia e altri paesi hanno pagato a caro prezzo le indicazioni fuorvianti di una organizzazione il cui scopo sarebbe quello di tutelare la salute nel mondo, o per lo meno tendere a tutelarla.
In pratica, Taiwan, ma anche altri paesi, hanno fatto l’esatto opposto di quanto consigliato dall’OMS. Salvando così molte, moltissime vite umane.
A un certo punto, l’OMS si è sentita in dovere di intervenire nel difendere l’operato della Cina. Lo ha fatto prima ancora di verificare ciò che fosse successo sul terreno e con modalità talmente servili da lasciare di stucco. Poi ha fatto anche di peggio, elogiando non solo la Cina ma persino la Svezia.
Da quel giorno, era il 30 aprile, l’epidemia in Svezia ha proseguito nella sua esplosione (qui i dati). Le cifre sono quasi raddoppiate e sono morte altre duemila persone. Ne sono state dichiarate infette altre diecimila, che si sono aggiunte alle 26 mila precedenti. Un “successo”, non c’è che dire. Il tasso di letalità in Svezia è del 12%, appena dietro agli inferni di Belgio, Regno Unito, Francia, Italia e Paesi Bassi. E nel paese scandinavo non si vede luce. Ieri altri 749 morti, terzo giorno per numero di decessi in Svezia da quando è iniziato il tormento.
Una pioggia di errori, quella dell’OMS che ricorda che al peggio non c’è fine. Come nel film Frankenstein Junior “Potrebbe esser peggio. Potrebbe piovere”.
Pochi giorni fa, l’OMS è intervenuta di nuovo sul dibattito concernente farmaci promettenti per la cura. Stavolta non si tratta delle mascherine ma di un farmaco che appare efficace in molti paesi.
Parlo dell’idrossiclorochina, specialmente se associata all’azitromicina e somministrata da medici esperti, come quelli dell’IHU di Marsiglia. I risultati sono evidenti e non solo guardando i dati dei pazienti dell’IHU Marsiglia, dove la letalità del Covid-19 è dello 0,05% a fronte del 15% nel resto della Francia. Tutti i paesi che hanno utilizzato estensivamente questo farmaco hanno tassi di letalità dalle quattro alle venti volte minori rispetto a paesi che non hanno proceduto alla somministrazione in maniera estesa.
Farmaco evidentemente politicizzato, a torto, dall’uno e dall’altro lato.
Adesso l’OMS ha addirittura sospeso gli studi sulla eventuale efficacia dell’idrossiclorochina. In pratica, l’OMS si è ancora una volta pregiata di intervenire. E non per dire che non è efficace, ma per sospendere la ricerca della prova stessa sulla sua efficacia.
Ora, visto il livello di credibilità in cui è sprofondato l’OMS fino ad ora, chi crede più alle sue posizioni? Vien da pensare che l’idrossiclorochina sia veramente efficace. Anche se è la stessa tesi di uno come Trump.
Buona pioggia.
Foto nel testo di Tedros Adhanom Ghebreyesus direttore OMS a un summit del 2018, tratta da Wikipedia. Di ITU Pictures from Geneva, Switzerland – https://www.flickr.com/photos/itupictures/40316994230/, CC BY 2.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=69218350
D’accordo. Vedere ancora il direttore al suo posto è un pugno nello stomaco. Un doppio pugno, perché mi costringe ad apprezzare – ma solo su questo – la linea Trump.