di Gabriele Bonafede
La Regione Siciliana procede a vele spiegate nelle grandi riforme necessarie al rilancio economico, sociale e culturale. Dopo l’annuncio di un assessore leghista alla Cultura e Identità Siciliana e il conseguente rimpasto in giunta (qui il link con la lista dei nuovi assessori), l’amministrazione può preparare adesso un decreto per proteggere grandi e piccoli allevamenti di polli.
La nuova giunta va infatti elaborando un decreto della cosiddetta “Fase 2” nel quale costituisce un fondo per l’acquisto di mille volpi in tutto il territorio isolano. I contributi verranno erogati a piccole e medie imprese al fine di proteggere da eventuali furti tutti gli allevatori di polli che ne facessero domanda.
L’idea, nata dalla svolta di questi giorni, è molto semplice. Se sono le volpi a rubare e sbranare i polli, perché non farle responsabilizzare esse stesse dandogli l’incarico di proteggere dal furto? Geniale.
Da qui la normativa che prevede ovviamente un fondo apposito per l’acquisto di volpi da piazzare a difesa delle produzioni di polli, comunemente chiamati “pollai”. Attualmente, alla Regione Sicilia stanno lavorando perché il bando di accesso ai contributi sia perfettamente in ordine con le normative antimafia, con la normativa sulla trasparenza e tutti i requisiti nazionali ed europei.
Si pensa di procedere sulla stessa strada anche per la protezione delle greggi. La Regione pensa di erogare contributi anche per l’acquisto di lupi al fine di proteggere le pecore. Ma, non avendo molti branchi di lupi in Sicilia, si pensa di importarne un numero sufficiente dal Settentrione d’Italia: Lombardia, Veneto, Trentino in particolare. Le amministrazioni di queste regioni starebbero verificando la loro disponibilità a fornire branchi di lupi e l’adattabilità delle specie alle latitudini siciliane.
Voci di corridoio parlano di un provvedimento analogo, in fase di studio, per proteggere le produzioni di ortaggi grazie al sostegno dei suidi. Ossia gli animali risultati dall’incrocio tra cinghiali e maiali.
Tuttavia, pare che quest’ultima proposta incontri resistenze. Un esponente politico che vuole rimanere anonimo, ci ha confidato la motivazione della sua opposizione al provvedimento. “Sarebbe idiota. E anche un vero e proprio spreco di denaro, dal momento che già i suidi in Sicilia sono numerosissimi e si occupano in maniera evidente della protezione di piccole e medie produzioni di ortaggi”.