di Gabriele Bonafede
Diventa preoccupante la situazione dell’epidemia di Covid-19 in Svizzera. Se l’Italia ha il più alto numero di contagi ufficialmente certificati in valori assoluti, la Svizzera detiene da un paio di giorni il triste primato di contagiati per abitanti.
In Italia ci sono infatti 1230 contagi certificati per ogni milione di abitanti. In Svizzera ce ne sono 1353, al 26 marzo pomeriggio. Qui i dati nel Worldometer, che ovviamente variano di giorno in giorno.
La progressione dell’epidemia si è rivelata infatti molto più veloce in Svizzera che nell’Italia presa per intero, in termini relativi ai residenti. Ciò è stato probabilmente il frutto avvelenato della strategia “alla Boris Johnson”. Quella di non intervenire con immediate politiche di isolamento e distanziamento.
Solo oggi, giovedì 26 marzo, la Svizzera ha deciso di attuare una politica di isolamento generalizzato. Con un enorme ritardo rispetto al tasso di contagio per abitante e anche rispetto a valori assoluti già raggiunti.
Tuttavia la Svizzera, anche con questi tassi di “densità” e circolazione del virus nelle proprie comunità, mostra al momento un tasso di letalità provvisorio da Covid-19 molto più basso di quello italiano. In Svizzera, finora è deceduto l’1,6% circa dei contagiati, laddove in Italia si è arrivati a un raccapricciante 10,1% già ieri.
È da ricordare, come fatto in altri articoli, che la malattia Covid-19 (comunemente chiamata “coronavirus”), purtroppo provoca peggioramenti e complicazioni fatali a partire dalla seconda settimana dal contagio. Il tasso di letalità provvisorio tende dunque ad aumentare man mano che passano i giorni in cui si sviluppa un’epidemia di Covid-19, prima di stabilizzarsi.
Lo dimostrano anche i dati tedeschi e quelli coreani, e un poco ovunque tranne alcuni rari casi. In Germania, ad esempio, si era allo 0,3% pochi giorni fa e adesso si è arrivati a oltre lo 0.6%. In Corea del Sud si era allo 0,7% fino a una settimana fa circa, ma adesso si è all’1,4%.
Nei Paesi con un sistema sanitario poco organizzato e una reazione evidentemente caotica all’epidemia, come Italia e Spagna, il tasso di letalità da Covid-19 si è manifestato quasi subito a livelli alti. Poi è progressivamente cresciuto. In Italia era del 2-3% tra fine febbraio e inizio marzo per poi aumentare giorno per giorno fino al 10,1% di ieri. Simile progressione in Spagna, purtroppo.
Ciò indica problemi esistenti dal punto di vista dell’assorbimento dei pazienti negli ospedali e della generale risposta all’epidemia. Cose che sappiamo dal punto di vista aneddotico e che dovrebbero essere sistematicamente analizzate con un minimo di autocritica. Soprattutto da parte di chi gestisce l’emergenza in sedi decisionali centrali e periferiche.
Anche in Svizzera andrebbe fatto un grande lavoro di autocritica, cercando di attuare misure adeguate. E cercando di non peggiorare ulteriormente la situazione nel medio e lungo periodo, rischiando di rinfocolare l’epidemia in paesi vicini che magari tendono a uscire dall’incubo-coronavirus.
Con tutta evidenza, la Svizzera non ha seguito fino a oggi molti dei consigli profusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per cercare di ridurre e dilazionare l’epidemia a livello sistemico.
Ironico, oltre che grottesco. L’OMS ha sede proprio in Svizzera, a Ginevra. Dove l’epidemia si è sviluppata in maniera quasi incontrastata fino a ieri.
In copertina Photo by eberhard grossgasteiger on Unsplash